[Valutazione del contest Non vedo, non sento, non parlo]
Storia vincitrice del Premio Scimmietta "non vedo"
Titolo:
Il titolo è decisamente particolare e molto intrigante, invoglia il lettore a leggere la storia per cercare di scoprire chi sono questa bambina e questo ragazzo e, soprattutto, perché mai la prima profumi d’inchiostro e il secondo di legno. Davvero molto bello ed estremamente azzeccato.
Sviluppo della scimmietta:
Hai descritto davvero molto bene i pensieri e le emozioni di Luciana, esponendo al lettore quel contrasto agrodolce tra come lei stessa si percepisce e come invece è vista dagli altri.
Lo sviluppo della scimmietta “non vedo” è accurato e anche molto originale: ho apprezzato molto che ti sia concentrata sugli aspetti positivi (e forse un po’ romanzati) di questa mancanza, – come il maggiore sviluppo degli altri sensi – aggiungendo al contempo alcune note più crude e realistiche che derivano principalmente dal mondo “esterno” alla biblioteca in cui vive la tua piccola protagonista.
Uso dell’immagine:
L’immagine che hai scelto è ben contestualizzata nella storia; inoltre la scena rappresentata (con l’ombrello – descritto attraverso Federico – che cade nella pozzanghera) viene citata ben due volte nel racconto.
Caratterizzazione dei personaggi:
La tua protagonista è una bambina allegra e vivace, con un carattere molto forte. Non si lascia abbattere dalla mancanza della vista ma, probabilmente anche grazie a chi le sta intorno, riesce ad accettare con serenità questa sua condizione, concentrandosi sugli aspetti positivi anziché su quelli negativi.
Ovviamente, però, un po’ di rimpianto c’è, e mi è piaciuto che nonostante l’atmosfera positiva della storia tu abbia inserito la malinconia di qualche sporadico pensiero a cui si abbandona Luciana. Ad esempio quando Federico le parla di quelle persone che, nonostante siano cieche, riescono a vedere qualche colore: dapprima si lascia prendere dall’entusiasmo per quella nuova possibilità, ma in un secondo momento si costringe a tornare coi piedi per terra perché sa bene che, purtroppo, lei non è tra quei fortunati.
Un altro tratto importantissimo di Luciana è il suo amore per i libri e tutto ciò che è loro connesso. Potrebbe sembrare strano, dato che non può leggerli, ma invece questo sentimento risulta soltanto genuino e molto naturale.
Federico è un po’ il secondo protagonista, e il suo personaggio è molto interessante: inizialmente presentato un po’ come “il nemico”, quello che odia i libri e che li maltratta, durante la storia ha una bellissima evoluzione.
Si scopre di lui che a causa della sua iperattività non diagnosticata si è trovato male a scuola e forse è per questo che odia i libri, perché sono legati a ricordi spiacevoli. Si scopre anche che fa il falegname e che, come Luciana, non riesce a dormire la notte.
Ma, soprattutto, si scopre quel lato sensibile ed empatico che tende – volontariamente o meno – a nascondere. Quello che lo porta a voler risollevare il morale di Luciana in modo davvero molto dolce, raccontandole quei colori che lei non riesce a vedere in modo tale che possa almeno collegarli a qualcosa che le è familiare.
La mamma è… beh, è una mamma, in tutto e per tutto. Ama profondamente sua figlia e crede in lei e nelle sue capacità, senza mai farla sentire un peso ma anzi affidandole piccole commissioni per darle importanza.
In un altro contesto sarebbe sembrato strana la sua decisione di lasciar andare via sua figlia con uno sconosciuto di notte, ma l’atmosfera quasi fiabesca che permea tutta la storia rende tutto più semplice, e anche il lettore non si pone troppi interrogativi a riguardo. Tanto più che poi, quando Luciana è in ritardo, Barbara stessa si ritrova a pentirsi di quella sua decisione impulsiva, rimuginandoci sopra e disperandosi fino a quando la piccola non torna sana e salva.
Stile e trama:
Lo stile è fluido e colloquiale, con un lessico quotidiano e una sintassi semplice ma molto curata, ricca di coordinate per asindeto che consentono sempre un’immediata comprensione.
Tutta la storia (o quasi) è narrata dal punto di vista di una bambina, ed è molto bello che i toni del racconto richiamino da vicino quelli di una fiaba: ad esempio i libri parlano e pensano, hanno dei sentimenti che possono essere feriti e sanno raccontare molte storie a chi è in grado di starli a sentire.
Inoltre nel modo in cui Luciana descrive i profumi c’è sempre un che di mistico e magico, qualcosa che magari non è proprio realistico, ma a nessuno importa perché è comunque perfetto così.
Della fiaba riprende anche il concetto di “impresa”, e quindi vediamo la nostra piccola protagonista partire in missione con quel “nemico” che improvvisamente è diventato un compagno di avventura/sventura.
Durante il viaggio Luciana e Federico, lasciati da parte i propri dissapori, iniziano pian piano a conoscersi e a lasciarsi conoscere, in un crescendo di confidenza che li porta a voler condividere con l’altro parte del proprio mondo: Luciana invita Federico a prestare attenzione agli odori e alle storie che essi raccontano, e lui in cambio le insegna a “vedere” i colori proprio attraverso gli odori.
Non mancano certo gli imprevisti, ma alla fine, come in ogni fiaba che si rispetti, i due protagonisti torneranno vincitori nel corpo e nello spirito: non solo sono riusciti a recuperare il libro, ma hanno acquisito una nuova consapevolezza di sé e dell’altro che li ha fatti crescere dentro.
È davvero molto tenera l’amicizia che nasce tra Federico e Luciana, e il finale non può non strappare un sorriso al lettore: quell’abbraccio improvviso e sincero, in netto contrasto con la litigata che avevano avuto una manciata di ore prima, è la giusta conclusione di questa una lunga notte di avventure che, in così poco tempo, li ha cambiati entrambi.
Gradimento personale:
Mi è piaciuta moltissimo questa storia che, nonostante parli di un argomento delicato come la cecità, lo fa con la delicata dolcezza di un racconto per bambini; inoltre è molto bello il messaggio di fondo, quello che invita sempre a guardare “il bicchiere mezzo pieno”, perché anche in una situazione del genere possono esserci aspetti positivi.
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