Ci piace. L'idea c'è; il modello di racconto con "illusione" e risoluzione ad effetto è abbastanza usato, ma nessuno dice che tutto debba essere completamente originale, anzi, se tanti lo utilizzano è perché è molto efficace.
Comunque, a me non piace fare semplici complimenti e trovo che le critiche siano il modo migliore per aiutare altri artisti, per cui parto da ciò che non mi è piaciuto particolarmente.
La più grande pecca di questo racconto è il registro: troppo colloquiale secondo me. Chi è il narratore? Una voce onnisciente? La coscienza del protagonista? Per come si rivolge al protagonista (e gestire una seconda persona ammetto che sia particolarmente difficile) sembra quasi che sia un suo compagno di scuola.
Il tono è troppo rilassato in certi punti e eccessivamente narrativo in altri: "come se fossi nudo come un verme quando il vento gelido ti scompiglia i capelli castani" è una bella descrizione, ma il vento gelido è uno degli accostamenti nome-aggettivo più abusati, i capelli castani sono irrilevanti per la trama e non contribuiscono realmente a crearsi un'immagine del protagonista poiché sono l'unico dettaglio fisico che viene menzionato. Inoltre, di animali "nudi" ce ne sono tanti, non solo i vermi, e i modi di dire dovrebbero essere nemici degli scrittori: se il pubblico capisce alla seconda parola come finirà l'espressione allora non sarà catturato dal tuo linguaggio. Sii originale anche con le metafore e le similitudini, personalmente preferisco vedere una metafora poco calzante (ma più creativa) piuttosto che qualcosa di già sentito.
Un'ulteriore criticità è evidente in frasi come "Ti aveva spiegato il suo punto di vista mentre eravate seduti su una panchina nel parco", una frase perfettamente informativa, ma che non aggiunge molto alla storia. Se fai esprimere un personaggio è chiaro che esso stia spiegando il suo punto di vista, avresti potuto scrivere "Eravate seduti su una panchina nel parco" e il lettore avrebbe comunque intuito il contesto della discussione tra i "due" personaggi, inoltre trovo che dei pezzettini di informazione slegati dalla semplice azione compiuta dei personaggi e messi ad intermezzare i dialoghi siano un'ottima scelta stilistica, danno un'idea di narrazione più ampia, come uno sguardo che osserva sia le parole dei personaggi sia "l'inquadratura", l'ambiente, ecc... senza distrarsi parlando prima delle loro azioni e solo successivamente dell'ambiente.
Anyway, come detto all'inizio, il racconto mi piace, è molto più creativo della maggior parte delle storie che ho visto su efp e si vede che nasce da una scintilla di ispirazione, si capisce da come hai scritto che quel momento finale, la rivelazione, era il pilastro che avrebbe retto tutta la storia, e poi l'avrebbe fatta crollare. Sei riuscita a costruire la tensione e poi rilasciarla alla fine, non violentemente, con delicatezza, facendo realizzare al lettore l'intreccio psicologico e temporale che ha affollato la mente del protagonista. Una storia di sofferenza e di riflessione sulla base di un evento straordinario diventa la storia di un aiuto mancato, il lettore può anche sentirsi in colpa per non aver realizzato prima che il suicidio eseguito era in realtà un suicidio ancora da eseguire.
Un'altra cosa che ho apprezzato è la formattazione: utilizzi bene il punto a capo evidenziando quelle sezioni di racconto che permettono alla trama di proseguire e sono quindi logicamente distaccate dalle precedenti, o sono la loro evoluzione non immediata. Scandire un testo graficamente può fare miracoli per la percezione temporale del testo: un mattone quadrato senza a capo e senza dialoghi evidenziati sembra un'unico flusso di coscienza, un attimo di sclero del narratore o di un personaggio. Visto che questo racconto non era nessuna delle due cose non mi è dispiaciuto che fosse graficamente piacevole.
Buona fortuna per i futuri progetti :)
|
