Recensioni per
Obvious things
di Phae

Questa storia ha ottenuto 7 recensioni.
Positive : 7
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
06/07/17, ore 14:41

Ciao, con secoli di ritardo ma passo a lasciarti la recensione premio per il contest "Slash, occhio agli avvertimenti!".

Io Sherlock l'ho trovato OOC per un particolare: la paura. E' così nascosta nel palazzo mentale che io ho imparato a conoscerlo quasi senza paura, però come dici tu è una "Teen", quindi potrebbe essere una spiegazione di come poi lui riesca ad affrontarla una volta divenuto adulto.
Ho trovato molto verosimili le situazioni con gli specialisti durante l'infanzia, come per capire se lui abbia qualcosa che non va... e invece non ho apprezzato la scena di violenza col padre.
L'entrata in scena di John e il susseguirsi delle loro vicende è davvero emozionante e toccante, soprattutto questo punto:
"Nel pomeriggio, il libro scompare, e al suo posto compaiono dei vetrini nuovi e una lente d'ingrandimento in vetro (reazione: indefinita. Qualcosa di bello. Ricalcolare. Reazione: costosi. John non può permetterseli. Ringraziare John?)."
L'ho davvero adorato, e sei perfettamente riuscita a cogliere l'animo buono di John dal primo momento nella storia.
Jim l'ho trovato l'ostacolo da superare per eccellenza, però forse sembra spuntare proprio apposta nella storia, non so se mi sono spiegata ^^'
Comunque a me è piaciuta e molto particolare.
Alla prossima recensione premio,
Rebecca04

Recensore Master
16/10/16, ore 21:28

1° posto al Phobos e Deimos Contest

OBVIOUS THINGS di Phae.

Sviluppo della trama e caratterizzazione dei personaggi: 10/10 La trama della storia è molto interessante, perché pur ruotando attorno alla fobia da cui è affetto Sherlock, questa malattia non si manifesta in seguito ad un episodio particolare, ma a causa di una serie di accadimenti che partono dalla sua infanzia fino ad arrivare al college.
È tutto molto plausibile perché davvero reiterati comportamenti degli altri possono costringerci a vivere un vero e proprio inferno in terra, soprattutto nel periodo della crescita.
L'intelligenza spiccata di Sherlock lo rende incomprensibile agli altri e il fatto che in una mente tanto analitica manchi la capacità di relazionarsi con gli altri - in quanto preso a fare esperimenti di cui nessuno è a conoscenza, come studiare le reazioni degli altri al suo prolungato silenzio- di certo non l'ha aiutato.
I bambini si sa, sono crudeli,-vedasi Mycroft- ma certo i genitori non sono da meno, basta vedere come si comporta suo padre rendendosi conto che lui non soddisferà mai le sue aspettative.
La fobia non sparisce alla fine di questo racconto, non scompare nel nulla, ma nelle mani del protagonista viene posta la chiave della sua liberazione: John. Quel bravo ragazzo che nonostante tutto non è scappato da lui, che non lo ha maltrattato per le sue fissazioni, ma ha pian piano fatto breccia nel muro che lo divide dalle altre persone, guadagnandosi il privilegio di conoscerlo. Il muro non è sparito, c'è ancora, ma adesso Sherlock non è più da solo dalla sua parte, e chissà, col tempo potrebbe far entrare anche qualcun altro con l'aiuto del suo primo vero amico.
Mi piace la caratterizzazione di Sherlock, è molto ben studiata, calibrata, per niente noiosa. Non abbiamo davanti il solito investigatore saccente e pieno di domande sul mondo, lo diventerà, lo si nota dalla cura con cui osserva il mondo da bambino, dal modo in cui sfrutta la lente regalatagli da John - dettaglio che ho adorato-, dalla metodologia scientifica con cui cataloga ogni avvenimento, secondo uno schema prefissato di causa, modalità, conseguenza, dalla sua inesauribile sete di conoscenza che lo porta a studiare tutti i libri di suo padre, a conoscere i nomi dei muscoli utilizzati nel sorridere, a passare ore ed ore ad osservare vetrini o le modificazioni fisiche di un oggetto/animale/persona col passar del tempo.
Nessun dettaglio gli sfugge mai, tanto che sa ben dedurre quando il suo personale persecutore/bullo andrà a dargli 'una lezione' o che John ha fatto tardi per aver passato la serata con una ragazza. È originale perché pur sapendo tutte queste cose, non riesce ad evitare nessuna delle cose che gli accadono. Non è perfetto, ma umano.
Sa che Moriaty lo pesterà, ma la sua lingua non gli obbedisce, sa che deve scappare per arrivare alla sua stanza ma non riesce a correre perché scoordinato e malnutrito. Una mente tanto geniale è rinchiusa in un corpo maltrattato a più riprese da lui stesso e dagli altri.
Inoltre lui è ben consapevole di essere malato, come dimostra il libro lasciato aperto per far capire al suo compagno di stanza qual'è il suo 'male'.
John è altrettanto ben tratteggiato. Pur non descrivendo ogni suo momento della giornata, riusciamo a capire tutto di lui, passando attraverso lo sguardo di Sherlock a cui nulla sfugge. È un ragazzo che ha sofferto per la perdita del padre - le piastrine parlano chiaro e mi piace il rimando al fatto che il Watson originale era un ex-militare- ma affronta la nuova sfida di avere a che fare con un compagno tanto disadattato con un sorriso e molto ottimismo. John è sensibile, si rende conto quando è meglio dormire altrove per non innervosire Sherlock e cerca un punto di unione tra i loro mondi, separati non solo dalla linea che divide in due la stanza, ma dal modo in cui si sono relazionati col mondo ed il mondo si è relazionato con loro.

Grammatica, stile, sintassi: 9,5/10 Mi è piaciuto molto lo stile che hai utilizzato, hai saputo dar vita alla mente di Sherlock grazie a tutti quei particolari e ragionamenti che hai aggiunto, ma se da una parte questo ha fatto aumentare molto l'ic del personaggio, dall'altra ha appesantito la lettura, rendendola poco scorrevole e molto frammentata.
Non ho notato errori evidenti se non riguardo gli accenti delle parole 'perchè' e 'finchè' che scrivi sempre errati, infatti la forma corretta è: 'perché' e 'finché'.

Gradimento personale: 9,8/10 La storia mi è piaciuta moltissimo, è dinamica, profonda, psicologicamente accurata e si vede che hai fatto delle ricerche prima di metterti a scrivere, cosa che faccio anch'io e che apprezzo molto nell'approccio alla scrittura.
Interessante è stato l'uso che hai fatto delle cinque fasi del dolore, un po' meno quello della citazione, che hai messo in bocca a John come hanno fatto anche le altre. La frase tratta da Batman è stata la più gettonata, ma in bocca a lui non mi ha convinta molto, forse gliel'hai fatta dire perché anche lui aveva usato questo metodo per superare la fobia del silenzio nata dopo aver conosciuto Sherlock e aver condiviso la stanza con lui, ma mi sembra troppo dura per un ragazzo come lui, forte ma di indole gentile. Opinione personale, naturalmente.

Bonus: 0,5

Totale: 29,8
(Recensione modificata il 16/10/2016 - 09:30 pm)

Recensore Master
20/09/16, ore 21:08

Ciao!
Eccomi per lo scambio, devo ammettere che conosco poco la serie di Sherlock, ma ho adorato i film... Comunque formando alla storia, adoro il modo in cui descrivi questa storia, la paura di Sherlock, i suoi pensieri, la sua involontaria distorsione della realtà in alcuni casi e poi l'arrivo di john che dapprima lo spaventa, poi si rivela essenziale. Silenziosa, discreta, ma essenziale e a poco a poco indispensabile. Si intuisce l'inizio di un legame appena accennato.
Complimenti per lo stile, pulito scorrevole e intrigante!
A presto.
Ladyhawke83

Recensore Veterano
04/09/16, ore 15:00

È in questi momenti che sono felice di conoscere questo sito.
Ma quanto sei brava??
No sul serio, è sconcertante. Hai una capacità di scrittura che ho potuto raramente constatare.
Questa storia è particolare. Molto particolare.
Credo che tu abbia descritto alla perfezione uno Sherlock adolescente. Se fosse davvero stato così si spiegherebbero molte cose. E John come sempre è la sua ancora. Ciò che lo aiuta ad andare avanti, a non perdersi.
È fantastico come tu sia riuscita a parlare di temi come il bullismo, le fobie (in particolare questa, facendola conoscere, cosa molto importante).
È strutturata magnificamente, questa ff. Realistica, comprensibile, senza buchi che lascino punti interrogativi qua e là.
Spero tu sia fiera di questo tuo lavoro, perché io lo sarei ;)
Alla prossima.
Bye bye ⭐❤

Recensore Master
04/09/16, ore 11:31

E' una storia bellissima, e anche un po' triste.
Penso che Sherlock abbia avuto veramente un'infanzia e un'adolescenza così, altrimenti, da adulto, non si sarebbe indurito, non sarebbe mai stato l'uomo che conosciamo.. ed amiamo!

Le persone temono quello che non capiscono, lo allontanano, spesso lo rovinano, lo annientano. E' così da sempre! Le differenze, invece, dovrebbero arricchirci e spronarci a migliorare...

Per fortuna, ci sono persone come John Watson, che non si lasciano intimidire, che vanno oltre, che si spingono fino in fondo, per cogliere la vera essenza delle cose e delle persone...

Tanti complimenti! Sei bravissima!! :)

Spero che scriverai ancora!! :)

Recensore Veterano
04/09/16, ore 03:08

Bella, bella, bella e bella. Non c'è altro modo per definire questa storia. Credo inoltre sia abbastanza realistica, Sherlock potrebbe benissimo avere dei problemi simili durante l'infanzia e l'adolescenza che vanno poi a formare quella che sarà la sua personalità adulta più controllata, ma ugualmente problematica e 'diversa'. Un'ottima storia, con tutte le carte in regola per vincere il primo premio al concorso.
Alla prossima storia,
xxx

P.S. tifo per te , spero vivamente che tu vinca!

Recensore Junior
03/09/16, ore 15:47

Ciao! Questa storia è davvero molto bella.
Mi sono piaciute moltissimo le sfumature del carattere di Sherlock, le sue paure, i suoi pensieri, la sua profonda complessità.
Il rapporto che crea con John è favoloso. Anche io sono un'inguaribile fan della Johnlock, e il fatto che tu ti sia voluta concentrare sul ruolo di John e su come sia essenziale nella vita di Sherlock è dolcissimo.
Complimenti, davvero. ;)