Dopo avervi inseguito per i primi 10 capitoli, finalmente riesco a recensirvi!
La premessa fondamentale, come potrà confermare Danmel, è che la mia conoscenza dei videogiochi tende a meno infinito, quindi non coglierò nessuna delle vostre accuratissime citazioni, mi dispiace. Non potete neanche immaginare quanto io capisca Camilla... Devo dire, però, che la precisione con cui spiegate tutti i particolari degli oggetti e delle abilità rende il tutto estremamente chiaro anche per un'estranea come me: grazie a voi mi sto facendo una cultura! Ad ogni modo, posso garantirvi che la storia non perde nulla senza che si colgano le citazioni, anche se immagino arricchiscano di molto il quadro. E' un po' come guardare un dipinto ricco di simboli, e qui mi appello a Djanni: se non si sanno interpretare, l'insieme perde un po' della sua ricchezza, ma resta comunque degno di ammirazione.
Avete davvero una fantasia senza fondo! La storia è coinvolgente, interessante lo spunto iniziale. Le riflessioni che spingono i protagonisti ad entrare nel gioco sono realistiche e studiate, non campanilistiche come a volte succede. Altro punto da cui traspare la cura che state mettendo in questo progetto è la caratterizzazione dei personaggi. Non ci vuole una grande abilità nel descrivere un paesaggio, in un certo senso basta un po' di fantasia, ma dare spessore ad un personaggio solo con qualche pennellata non è banale. Anche i giocatori che fanno una comparsa e via, a cominciare dal fanfarone della locanda, non sono semplici macchiette ma caratteri. Per quanto riguarda le descrizioni degli ambienti, non vorrei essere stata fraintesa: le vostre sono davvero curate e originali, specialmente quelle degli edifici, mi vengono in mente le prime due chiese; si vede che ci tenete.
Mi è piaciuto molto il progetto di Lesen (cito lei per comodità: è l'unica di cui mi ricordo il nome...) e degli altri nella città iniziale di cercare di mandare avanti una sorta di scuola; le lezioni di Nicolò, poi, sono davvero originali, sviluppano spunti interessanti. Altrettanto intense le riflessioni di entrambi i protagonisti incastonate qui e là nel corso del racconto; riuscite a integrare con molta maestria l'azione al pensiero, evitando interminabili meditazioni alla Dostoevskij e spogli resoconti di gesta.
Interessante la climax delle ragazze incontrate da Nicolò-Orpheus fino alla catastrofe di Teresa. Il racconto che la riguarda è molto ben fatto: toccante, sentito, perfino poetico in alcuni punti, senza essere lacrimoso e piagnucolante, effetti difficili da evitare in un contesto così doloroso. Sbaglio o riconosco la Silvia di Leopardi in questa Teresa?
Altri complimenti meritano i dialoghi, ricchi di battute sempre fresche, per citare solo l'ultima, quella su Poirot e Hastings.
Continuate così e sarà un capolavoro. |