Recensioni per
Cure e balsami
di crisalide

Questa storia ha ottenuto 2 recensioni.
Positive : 2
Neutre o critiche: 0


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Nuovo recensore
26/04/11, ore 21:58
Cap. 1:

Sai, benché abbia capito che la stagione primaverile sia una tortura per l'ispirazione che inversamente va in letargo, controllo ogni giorno e più volte al giorno se qualcuno dei miei autori preferiti ha aggiornato.Ma, come sempre niet. Mentre navigavo nel tuo account l'occhio mi è scivolato su questo titolo e sulla trama, quella breve stringa che mi ha imbrogliato dentro al racconto. Anche se io chiami questa categoria 'deliri', che sono riservati al mio blog.
E' che il tuo mi ha incantato, ispirato piacevolmente la serata e incuriosito di quanto d'autobiografico possa esserci dentro. E quindi mi si apre un mondo di interpretazioni che sfiorano la condivisione e i piccoli peccati del mio cuore, e la solitudine; quei piccoli inverni, Mosche raccolte in ampolle di vetro piene di neve artificiale, con la piazza rossa che è in realtà l'ancora dei cuori soli.
La solitudine è far scivolare sul vetro una mano mentre fuori nevica.
E vedere i fiocchi, e vedere che la mano è una.
Sai, questo racconto non ha niente a che vedere con la neve - un giorno la vedrò, lo spero, più che altro mi sbarrerà la porta di un ipotetica casa in un inverno che è un po' inferno - questo racconto sa di mare, di quello solo. Con lo stormire dei sassi che fremono perchè acqua li ha uccisi di piacere, in una mattina di quelle opache, opache che non saprei dir altro per definirle.
Rispetto a gli altri racconti che ho letto, questo è quello che mi soddisfa di più come stile, rispetto a L'ècole de medicine questo è più semplice e più delicato, mentre quello da toni drammatici appropriati a ciò che narra, questo è farina che imbianca, incanta i volti degli illusi e l'ultima frase ti pare davvero di ascoltare il tramontare di una speranza nel fondo del mare, che è rimembranza fatua, fatta di carta. E noi siamo talmente miseri da poterla strappare. E quando la strappiamo, la carta, i ricordi, ci sentiamo onnipotenti.
Complimenti.
Chesy.

Recensore Veterano
08/05/09, ore 13:07
Cap. 1:

I sassi riusciranno mai a diventare acqua?... La risposta potrebbe essere immediata, semplice e... banale. Ma in realtà bisogna sempre andare oltre le mere apparenze, così che a volte un bambino bianco ritagliato e pressochè bidimensionale conserva in sè più verità della geometria euclidea e della fisica quantistica... Un racconto anomalo per il tuo stile, fungendo quasi da dialogo diretto che lega 2 soggetti, due "sognatori" che relegano nel passato le emozioni che si estrinsecano dal testo. Sempre bravissima, profonda e dallo stile originale ed ostico. Complimenti Gaia!