E CON UN RITARDO NON PAZZESCO, BENSì //PAZZESCHISSIMO// ECCOMI QUA, AMORE DELLA MIA VITA.
Sono passati ben DODICI GIORNI da quando hai pubblicato questa preziosissima e luminescente perla, e sono anche DODICI GIORNI che, se ci penso, urlo e piango e sgambetto e mi trasformo in un unicorno scalpitante felicissimo e urlo di nuovo. Coincidenze? Io non credo.
(Ammetto che per fare il calcolo dei giorni ho dovuto usare le dita e anche la calcolatrice, per sicurezza, ma dettagli COUGH! COUGH!).
Ma piccola, bando alle ciance e ciancio alle bande, come dice sempre il simpatico Ezio Greggio.
Devi sapere che il mio cuore... non esiste più. Lo hai sfracellato.
Ad ogni frase scoppiava un po' e BOOM, BOOM, BOOM, capisci anche te che dopo ben cinquanta frasi, anche il cuore più acciaioso (Accademia della Crusca, hai accettato "petaloso" e quindi ora NON MI ROMPI I CO-- riandoli, VA BENE?) si spappola irrimediabilmente in centordici pezzi.
(Sappi che mi ci sono messa d'impegno e le frasi le ho contate davvero e sono SERIAMENTE cinquanta!!!! Sei diventata così inconsapevolmente precisa, baby, sono un po' commossa ♥) (In realtà, è più alta la possibilità che sia io a non saper contare e quindi SHHH, prendiamo tutto molto con le pinze e cambiamo argomento, eh eh eh).
No, scherzi a parte: sono noiosa, ripetitiva, la Treccani mi suggerisce anche monotona, tediosa, uggiosa, soporifera, lagnosa, barbosa, pallosa, pesante ECC. ECC. ECC., ma... davvero.
Tu hai questa capacità di rendere ogni più piccola parola colma di TUTTO. Cioè, mischi angst e fluff e gioia e tristezza e ansia e felicità e angoscia e solitudine e amore, finendo per creare un intruglio letteralmente potentissimo, capace di incantare il lettore e farlo letteralmente pendere dalle tue labbra.
E' come una sorta di magia, e nonostante la brevità della fanfiction (MA QUALE "fanfiction" e "fanfiction". More like, "little diamond sberluccicoso pure al buio"), riesci a ipnotizzare chi sta davanti allo schermo, riesci a farlo emozionare e commuovere. (Vorrei dire divertire ma NAH, figuriamoci se Lara scrive qualcosa di pari al cabaret).
Il mio cuoricino batteva forte nel leggere (e leggere una seconda volta. E una terza. E una quarta. E una [...] novecentonovantanovesima), e non solamente perché hai dedicato questa meraviglia a me (AVETE CAPITO TUTTI, L'HA DEDICATA A ME. A MEEEEE, AAAAA ME, A M--E, MUAHAHHA GNE GNE GNE ROSICATE, ROSICATE, RO--SI--CA--TE, okay va bene la smetto), ma anche e soprattutto perché hai fatto un breve ma INTENSO excursus, ricco di spunti interessantissimi e sentimenti da far arricciare il pancino in piccoli nodi rossi (angst, angst, angst, ANGST).
Ti ammiro, e ti invidio, per questa tua capacità di rendere importante ogni parola, pure quelle che apparentemente risultano futili e, diciamo, da contorno.
Sei di un'empatia meravigliosamente assurda, riesci a calarti in panni altrui con una (apparente) facilità disarmante, e riesci a creare l'atmosfera anche in pochissime righe.
Come hai detto tu, questa è una pura riflessione introspettiva, lunga tipo un settantesimo rispetto al tuo penultimo lavoro (CORRETE TUTTI A LEGGERE "ALONE IN THE SHADOWS I LOOK AT YOU", CHE MERITA DA MORIRE), e quindi hai corso il rischio di correre nella trappola della descrizione piccolina ma noiosa da morire, senza un senso o un minimo di filo logico.
Ebbene.
Questo gioiellino è piccolo ma è anche GRANDE, nel senso che è RICCA, è piena di frasi che fanno venire i brividi e che fanno riflettere e rimuginare fino a incappare in una dolorosa ma sopportabilissima (date le cause) emicrania. NON è affatto noiosa, HA un senso e HA un MEGA filo logico.
In poche parole: sei brillante, acuta, riesci a metterti nella testa delle persone e modellare una serie di riflessioni importanti e assolutamente non da sottovalutare. Sei la mia piccola Sherlock.
Ho amato il modo in cui sei riuscita a tracciare in pochissime parole l'interezza del suo animo, della sua psiche.
Perché Sherlock è arguto, superbo, straordinariamente intelligente e capace, asociale (pardon, sociopatico), incapace di instaurare rapporti umani duraturi e incapace anche di coglierne il senso; è sempre in movimento, il cervello gli va, gli va, gli va e non si ferma MAI, è passivo--aggressivo e sarcastico, nasconde un cuore enorme e pulsante sotto strati di paura e finta indifferenza.
Certo, perché lui ha davvero paura, per quanto non lo ammetterebbe mai, e questo perché è da sempre stato scottato dalla gente; ha avuto la sfortuna di incontrare persone sbagliate, dal carattere sbagliato e l'empatia di una lontra morta (giuro che quando ho letto quel "Dal preciso istante in cui il bambino con cui aveva provato ad instaurare una conversazione lo aveva guardato male e gli aveva detto "Stammi alla larga, strambo", Sherlock aveva deciso che non ne valeva la pena." il mio cuore ha fatto seriamente CRACK).
Quindi, come è ovvio che succeda, Sherlock si è chiuso a riccio, ha avuto nuovamente la sfiga di essere circondato da persone incapaci di capirlo, ed è diventato il cinico che noi tutte abbiamo imparato ad amare.
Ma basta constatare l'ovvio.
Perché dopo frasi in cui il mio cuore è stato brutalmente schiacciato dal piedino di una certa Lara (la conosci per caso, mh?) ((frasi come, cito direttamente, "per sfogarsi c'erano i muri e i mobili, e se aveva bisogno di parlare con qualcuno aveva il cranio Billy", "Non appena aveva superato il periodo della prima infanzia, in cui si vive esclusivamente grazie ai genitori, in quanto ancora troppo piccoli per presentare anche solo una parvenza di autosufficienza, Sherlock, avendo intuito a grandi linee come girava il mondo, aveva deciso che non si sarebbe mai fidato totalmente di nessuno", "Avvicinarsi quanto più possibile al livello emotivo di una macchina, fredda e calcolatrice, questo era l'obiettivo", e SOPRATTUTTO "Sherlock aveva saputo voler bene in passato, ma per questo non era stato premiato")), è giunta LA frase.
Colei che ha spazzolato via tutto l'angst, tutta la sofferenza malcelata di Sherlock che hai reso, come ti ho già detto e come non smetterò mai di ripeterlo, alla perfezione. Colei che ha sciolto la solitudine, il tedio che stritola il cuore di Sherlock sin dall'infanzia.
Ha sciolto tutte le cose brutte, e quando l'ho letta non ti nego che ho fatto un salto dal divano e ho emesso il verso di un piccione morente.
Cough cough.
"Ma poi era arrivato John Watson, e tutto si era invertito."
Ma.
Poi.
Era.
Arrivato.
John.
Watson.
E.
Tutto.
Si.
Era.
Invertito.
MA POI ERA ARRIVATO JOHN WATSON E TUTTO SI ERA INVERTITO.
MA! POI! ERA! ARRIVATO! JOHN! WATSON! E! TUTTO! SI! ERA! INVERTITO!
MAAAAAAAA-- oKAY, la smetto.
Però davvero, amore. NON SO SE SI è CAPITO, ma questa frase mi ha letteralmente uccisa e poi riportata in vita.
Pochissime parole, concetto lampante e goliardico.
Un po' come tutta la storia in sé; ti bastano davvero pochissime lettere per comunicare un messaggio colmo di messaggi (EVVIVA i giochi di parole) (okay, non è un gioco diparole, ma DETTAGLI).
John è il faro di Sherlock, assorbe (volevo scrivere "succhia" ma poi tu avresti iniziare a sghignazzare con fare malizioso, PORCELLINA CHE NON SEI ALTRO) via tutto il dolore, l'indifferenza, la calma piatta e la solitudine.
E' un uragano piccolino (nanetto <3) ma di una potenza esorbitante, stravolgerà la vita di Sherlock, la farà ribaltare completamente. La renderà più bella, la farà diventare COMPLETA, perché loro due sono soulmates, le facce della stessa medaglia e-- BASTA, che potrei continuare per secoli e secoli amen.
Non so se il concetto è arrivato, ma questa storia mi ha salvato l'esistenza, e perdona tutti gli scleri e, in parole povere, la recensione di merda, ma sono su di giri, tremendamente emozionata e FELICE.
Tutto è perfetto, dal banner al titolo alla struttura delle frasi alla nitidezza di alcune e alla profondità di altre. Pure la punteggiatura sei riuscita a renderla speciale. Miao.
Grazie piccola mia per averla scritta, GRAZIE per avermela regalata e, boh, grazie in generale di esistere aw eh eh eh waaa *___* <3 xxx |