Ciao di nuovo, ho pensato di leggermi subito anche questa (poi stasera prima di andare a dormire recupero anche le altre...) intanto questa dovevo assolutamente leggerla e un po' mi dispiace di non averla letta quando l'hai pubblicata, l'atmosfera di Halloween avrebbe certamente aiutato a godermela un po' di più di quanto non abbia fatto leggendola ora. Non sembra, ma a queste cose io credo molto.
La primissima cosa che ti faccio notare è che l'immagine che avevi caricato non è più visibile, dato che tinypic non esiste più. Te lo faccio presente perché magari non te n'eri resa conto. La seconda cosa è che mi attirava tantissimo l'ambientazione di questa storia. I fratelli Holmes sono sempre una tematica interessante, ancora di più lo sono in questo caso dove sono più giovani. Io amo le kid!fic ma soprattutto vedere e leggere di Sherlock bambino. Non per niente una delle cose che ho preferito della quarta stagione sono, oltre allo sviluppo che hanno dato al personaggio di Mycroft, anche i ricordi della loro infanzia. In questo caso è un vero e proprio universo alternativo e non soltanto per via del sovrannaturale, ma soprattutto perché è proprio diversa la loro storia. Certo, l'hai scritta nel 2016, quando ancora vivevamo felici nell'ignoranza dell'esistenza di Eurus. Qui non esiste e Redbeard è soltanto un cane, prima immaginario o spirituale, per meglio dire, e poi uno in carne e ossa. Mi piace molto vedere Sherlock che interagisce con gli animali, la trovo una tematica che potenzialmente potrebbe dare moltissimo e qui infatti ce lo mostri come molto affettuoso con questo cagnolino carinissimo, o meglio io me lo immagino in questo modo, che riempie la sua vita. Il cane diventa il solo essere vivente con cui Sherlock si apre, forse l'unico con cui valga la pena farlo. E qui arriviamo al resto, Mycroft e questo psicologo, oltre ai genitori di Sherlock, sono indubbiamente i personaggi che stanno più al centro della scena, forse ben più di Sherlock stesso. Abbiamo questo bambino tormentato da demoni che sono però reali e non inerenti a una malattia psichiatrica, ma se il bambino non viene creduto e giustamente sia i genitori che il fratello maggiore sono convinti che c'entri con un disturbo mentale, Sherlock invece è sanissimo e finisce col curarsi da solo, anche se nel modo più sbagliato. Il suo chiudersi al mondo, il perdere fiducia nelle persone avviene anche per colpa di Mycroft ma non soltanto. Certo, sappiamo che è molto attaccato al padre, anche io credo molto in questo anche se non sapevo ci fossero delle teorie in proposito, ma in parte anche lui è colpevole di quanto gli è successo. Il suo cambiare, il diventare freddo e apatico è colpa di tutti. Di quelli che non gli hanno creduto, a partire da sua madre che non gli dà fiducia nemmeno su quelli che potrebbero essere scambiati per gusti personali, cosa che comunque non sono perché il cambiare il nome ha un significato inerente a quanto gli sta succedendo. Sua madre comunque si ostina a chiamarlo William, ce la descrivi come molto rigida e forse anaffettiva, credo che sia principalmente sua buona parte della colpa se Mycroft e Sherlock siano cresciuti in questo modo, così problematici con i sentimenti. Il padre, poraccio, lo vedo più come una vittima anche se devo dire che mi ha fatto tenerezza. E poi c'è questo psicologo che prova a capire e ad aiutare, ma che riesce in ben poco. Ecco, in questo senso la storia mi sarebbe piaciuta ancora di più se fosse stata più lunga magari a capitoli, avresti analizzato i personaggi e il cambiamento di Sherlock ancora più a fondo, ma anche così è stato un viaggio particolare e senz'altro molto originale. Una bella lettura, complimenti di nuovo.
Mi rivedrai prestissimo.
Koa |