Recensioni per
Under the skin
di Blablia87
Sto rileggendo I tuoi vecchi lavori e questo mi ha sempre emozionato. Ho deciso di lasciare qualche considerazione nonostante siano passati diversi mesi perche' questa one shot continua a parlare al cuore. Quel cuore che ha una tale potenza da far riemergere in John ricordi che la mente ha dimenticato. Non conosco la serie che incroci con Sherlock bbc per creare questa tua personale versione del post Reichenbach, ma non mi serve, per come lo descrivi potrebbe anche essere andata cosi, e' un intreccio plausibile e mantiene I passaggi originali fondamentali. L' aspetto ipertecnologico delle capsule e' accessorio alla fine allo svolgimento, un espediente ben studiato per parlare ancora una volta di sentimenti e di un amore mai apertamente confessato. Sono i ricordi a farla da padrone, la sola realta' per quanto virtuale che resta a entrambi per rivedersi e sopravvivere, anche a costo di mettere a rischio la visione oculare reale. La vista tramite le capsule conforta e rende piu' sopportabile il dolore. Quando la realta' pero' bussa al 221 B, John si fa travolgere e preferisce "uccidere" il passato. La seconda parte della storia e' una risalita lenta dal baratro della caduta. Il reset della memoria di John sembra aver chiuso ogni accesso. Furbescamente fai apparire Mary innescando il dubbio di un suo ingresso ufficiale nella vita di Watson. Invece scopriamo che e' una pedina di Mycroft e comunque, col suo negarsi, il dottore ha inconsapevolmente ribadito la sua scelta. Solo a Sherlock va la sua dedizione. Lo svolgersi del loro "di nuovo" primo appuntamento e' ricca di pathos senza essere melensia. Sei stata brava a giocare con i due personaggi, con il mai detto che finalmente viene confessato. John non sa che sta dicendo ti amo alla persona che in realta' ha sempre amato e che accoglie quelle parole con emozione. Poi arriva l'epifania, il riconoscimento, il riavvicinamento. Tornano I ricordi ma stavolta non sono solo ombre proiettate dal visore. I due si amano, per la prima volta mi sembra di capire, per davvero. Dei ricordi rimane la trasfigurazione dell'amore, che rende piu' belli entrambi agli occhi uno dell'altro. Bravissima! |
Bellissima idea, dovrebbero essercene di più di crossover con Black Mirror. |
Da fan accanita sia della Johnlock che di Black Mirror, ti dico, GRAZIE! Veramente, veramente bella. Il modo in cui John esprime il proprio dolore è devastante, quindi perfetto. Seriamente, i lucciconi rischiavano di strabordare dopo 2 secondi dall'inizio della storia. Veramente bella, complimenti!^^ |
Ciao! Questa è una delle prime fanfiction che leggo su Sherlock, dato che sto guardando adesso la serie. Devo farti i miei complimenti, innanzitutto per la poeticità spettacolare e il realismo con cui hai descritto ogni scena. Quando ho letto "sentì John farsi largo nei suoi brividi con i propri", sono venuti a me, i brividi! Davvero un'immagine magnifica. Oltre a questo, che già di per sé rende la lettura coinvolgente, hai scritto in modo sempre fluido e corretto e i personaggi mi sono sembrati impeccabili, tanto che potrei tranquillamente immaginare questo come uno spinoff della serie. Mi è piaciuta anche l'idea dello spunto da Black Mirrors, che non ho ancora visto. Che altro dire? Penso che andrò a sbirciare tra le altre tue storie! |
Ciao, come sai sono molto indietro con recensioni, storie, risposte, ma due righe devo lasciartele subito. L'idea di ispirarsi alla serie è una bella pensata. Non la amo molto perché è davvero cruda, ma offre dei notevoli spunti, come questo. |
Ciao carissima!! |
“…penombra… camino spento… finestre sprangate… poca luce…semioscurità e polvere…Solo….”: e potrei continuare ancora nell’elenco dei termini, che hai scelto per l’allestimento di questa prima parte della tua storia, che racchiudono, o meglio concretizzano, in figure vivide quello che ne è dell’animo di John dopo la scomparsa di Sh, dopo la Caduta. Dilagano il buio, la solitudine, il vuoto, il mondo lasciato fuori da quel dolore troppo grande per essere sopportato senza usare dei “placebo” che, in questo caso, sono le immagini riprodotte grazie alla “capsula” di cui Watson sta abusando, mettendo seriamente a rischio i suoi occhi. Ma non può rinunciare ad evocare la sua ragione di vita, ormai spenta su un marciapiede insanguinato. Suggestivo lo specchiarsi di Sh nello stesso, sofferto tentativo di rievocare il calore del suo “conduttore di luce”, vegliato dall’apparentemente distaccato interesse del fratello maggiore. Ma in lui c’è una spinta emotiva in più, in quanto tre anni sono trascorsi ed ha preso la decisione di tornare a Londra, da John. L’ingresso di Sh al 221b è emozionante, l’abbiamo immaginato tante volte, eppure non ci basta mai cercare di ricostruire a modo nostro “il ritorno”. Tu l’hai arricchito con nuove emozioni e sensazioni che, come dici giustamente, fanno “casa”. “…È la prima volta che rivivo un ricordo del genere…”: a questo punto, sinceramente, ho provato un senso di angoscia, perché non ho osato pensare agli sviluppi che l’abitudine di John potrebbe aver causato nel suo approccio con la realtà. Andando avanti nella lettura, mi sono resa conto che hai elaborato una storia avvincente, splendida nella sua carica emotiva, originale nel suo svolgersi. |
Hai voluto lasciare una piccola chicca prima di partire. Però, Marsiglia non è in capo al mondo, quindi ti aspetto con gli aggiornamenti delle tue long e con altre OS come questa. |