Recensioni per
Under the skin
di Blablia87

Questa storia ha ottenuto 8 recensioni.
Positive : 8
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
11/05/18, ore 19:36

Sto rileggendo I tuoi vecchi lavori e questo mi ha sempre emozionato. Ho deciso di lasciare qualche considerazione nonostante siano passati diversi mesi perche' questa one shot continua a parlare al cuore. Quel cuore che ha una tale potenza da far riemergere in John ricordi che la mente ha dimenticato. Non conosco la serie che incroci con Sherlock bbc per creare questa tua personale versione del post Reichenbach, ma non mi serve, per come lo descrivi potrebbe anche essere andata cosi, e' un intreccio plausibile e mantiene I passaggi originali fondamentali. L' aspetto ipertecnologico delle capsule e' accessorio alla fine allo svolgimento, un espediente ben studiato per parlare ancora una volta di sentimenti e di un amore mai apertamente confessato. Sono i ricordi a farla da padrone, la sola realta' per quanto virtuale che resta a entrambi per rivedersi e sopravvivere, anche a costo di mettere a rischio la visione oculare reale. La vista tramite le capsule conforta e rende piu' sopportabile il dolore. Quando la realta' pero' bussa al 221 B, John si fa travolgere e preferisce "uccidere" il passato. La seconda parte della storia e' una risalita lenta dal baratro della caduta. Il reset della memoria di John sembra aver chiuso ogni accesso. Furbescamente fai apparire Mary innescando il dubbio di un suo ingresso ufficiale nella vita di Watson. Invece scopriamo che e' una pedina di Mycroft e comunque, col suo negarsi, il dottore ha inconsapevolmente ribadito la sua scelta. Solo a Sherlock va la sua dedizione. Lo svolgersi del loro "di nuovo" primo appuntamento e' ricca di pathos senza essere melensia. Sei stata brava a giocare con i due personaggi, con il mai detto che finalmente viene confessato. John non sa che sta dicendo ti amo alla persona che in realta' ha sempre amato e che accoglie quelle parole con emozione. Poi arriva l'epifania, il riconoscimento, il riavvicinamento. Tornano I ricordi ma stavolta non sono solo ombre proiettate dal visore. I due si amano, per la prima volta mi sembra di capire, per davvero. Dei ricordi rimane la trasfigurazione dell'amore, che rende piu' belli entrambi agli occhi uno dell'altro. Bravissima!
(Recensione modificata il 11/05/2018 - 07:39 pm)

Recensore Veterano
06/02/17, ore 14:12

Bellissima idea, dovrebbero essercene di più di crossover con Black Mirror.
Hai usato bene l'idea tecnologica di quell'episodio, esplorandone potenzialità e soprattutto i limiti sia tecnologici (ricordi incompleti, scarsa affidabilità del sostegno, distruzione dei back up naturali nel cervello in caso di distruzione della capsula), sia psicologici (dipendenza ossessiva, alienazione dalla realtà) e hai reso bene l'importanza fondamentale della mente umana, la cui potenza è ancora ineguagliata. Se non fosse stato per i profumi John non avrebbe mai ricordato Sherlock, perché le immagini erano apparentemente al sicuro ma in realtà fragilmente affidate a un dispositivo esterno. E il sentimento così sottovalutato da Sherlock (nella serie) si è dimostrata la forza più resistente e non è stato possibile distruggerlo in alcun modo.
Interessante riflessione anche sul fatto che sugli schermi apparissero video un po' diversi dalla realtà materiale, entrambi più belli, perché filtrati dagli occhi della persona che li ama, ognuno di noi vede una realtà diversa ed è impossibile renderla oggettiva anche attraverso la tecnologia.
Ma è vero anche con le macchine fotografiche, hanno fatto un esperimento facendo fotografare a fotografi diversi gli stessi soggetti dando prima degli scatti informazioni diverse e false sui soggetti e le fotografie rispecchiavano quelle informazioni false. Per esempio se veniva detto a uno che il soggetto fosse un ex galeotto la fotografia sembrava quella di un ex galeotto.
Una bellissima oneshot in pratica, l'ho quasi preferita a livello di trama e di riflessioni all'episodio originale, anche se quello ha il merito di aver tirato fuori un tema così geniale.
Ah i personaggi sono totalmente IC e la struttira narrativa è molto solida, lo stile è ottimo.
Complimenti quindi.

Nuovo recensore
01/12/16, ore 04:38

Da fan accanita sia della Johnlock che di Black Mirror, ti dico, GRAZIE! Veramente, veramente bella. Il modo in cui John esprime il proprio dolore è devastante, quindi perfetto. Seriamente, i lucciconi rischiavano di strabordare dopo 2 secondi dall'inizio della storia. Veramente bella, complimenti!^^

Recensore Junior
09/11/16, ore 03:13

Ciao! Questa è una delle prime fanfiction che leggo su Sherlock, dato che sto guardando adesso la serie. Devo farti i miei complimenti, innanzitutto per la poeticità spettacolare e il realismo con cui hai descritto ogni scena. Quando ho letto "sentì John farsi largo nei suoi brividi con i propri", sono venuti a me, i brividi! Davvero un'immagine magnifica. Oltre a questo, che già di per sé rende la lettura coinvolgente, hai scritto in modo sempre fluido e corretto e i personaggi mi sono sembrati impeccabili, tanto che potrei tranquillamente immaginare questo come uno spinoff della serie. Mi è piaciuta anche l'idea dello spunto da Black Mirrors, che non ho ancora visto. Che altro dire? Penso che andrò a sbirciare tra le altre tue storie!

Recensore Veterano
08/11/16, ore 18:40

Ciao, come sai sono molto indietro con recensioni, storie, risposte, ma due righe devo lasciartele subito. L'idea di ispirarsi alla serie è una bella pensata. Non la amo molto perché è davvero cruda, ma offre dei notevoli spunti, come questo.
E' un racconto lungo ma scorre via veloce, dal ritmo serrato, intervallato dalle immagini poetiche con cui ci hai già stupito, creando atmosfera e meraviglia.
La scena finale, delicata e romantica e la confessione di John "sempre" (molto Piton .-p) che riprende quella di Sherlock, l'idea che nei loro ricordi si vedano più belli di come sono realmente, è un quadro struggente e perfetto.
Come al solito, complimenti ;))

Recensore Master
07/11/16, ore 01:09

Ciao carissima!!
Ormai quando leggo le tue storie devo sempre tenere i fazzoletti a portata di mano!!
Non conosco la serie alla quale ti sei ispirata, ma ho capito che Sherlock e John hanno quasi perso la vista a furia di rivivere i loro ricordi...
Farebbero di tutto l'uno per l'altro, sono disposti ad uccidere e a morire, non esiste un amore più puro del loro, secondo me.
Sono felice che alla fine John abbia ricordato tutto quanto e che abbiano superato la rabbia e le incomprensioni. Non so perché, ma temo sempre che vada a finire male, eppure ti conosco ormai, so come la pensi...
In bocca al lupo per la tua nuova avventura a Marsiglia. Mi raccomando, non sparire!!
Baci e abbracci!!! 😊

Recensore Master
07/11/16, ore 00:12

“…penombra… camino spento… finestre sprangate… poca luce…semioscurità e polvere…Solo….”: e potrei continuare ancora nell’elenco dei termini, che hai scelto per l’allestimento di questa prima parte della tua storia, che racchiudono, o meglio concretizzano, in figure vivide quello che ne è dell’animo di John dopo la scomparsa di Sh, dopo la Caduta. Dilagano il buio, la solitudine, il vuoto, il mondo lasciato fuori da quel dolore troppo grande per essere sopportato senza usare dei “placebo” che, in questo caso, sono le immagini riprodotte grazie alla “capsula” di cui Watson sta abusando, mettendo seriamente a rischio i suoi occhi. Ma non può rinunciare ad evocare la sua ragione di vita, ormai spenta su un marciapiede insanguinato. Suggestivo lo specchiarsi di Sh nello stesso, sofferto tentativo di rievocare il calore del suo “conduttore di luce”, vegliato dall’apparentemente distaccato interesse del fratello maggiore. Ma in lui c’è una spinta emotiva in più, in quanto tre anni sono trascorsi ed ha preso la decisione di tornare a Londra, da John. L’ingresso di Sh al 221b è emozionante, l’abbiamo immaginato tante volte, eppure non ci basta mai cercare di ricostruire a modo nostro “il ritorno”. Tu l’hai arricchito con nuove emozioni e sensazioni che, come dici giustamente, fanno “casa”. “…È la prima volta che rivivo un ricordo del genere…”: a questo punto, sinceramente, ho provato un senso di angoscia, perché non ho osato pensare agli sviluppi che l’abitudine di John potrebbe aver causato nel suo approccio con la realtà. Andando avanti nella lettura, mi sono resa conto che hai elaborato una storia avvincente, splendida nella sua carica emotiva, originale nel suo svolgersi.
Ritorna qui la neve, un elemento a te caro, mi sembra di aver capito, che ti affascina in modo particolare, basti pensare a “180 days”; qui la fai intervenire per sottolineare i momenti di passaggio da un’angoscia all’altra, quasi a coprire con il suo bianco dei dolori troppo grandi per poi scendere, pacificatrice, all’uscita da “Angelo’s”. Un altro elemento che fa, verso la fine del tuo pezzo, da filo conduttore nei vari passaggi tra dialoghi sempre più rarefatti e parole sempre più significative, è costituito dalle lacrime di Sh, non banali, non sdolcinate o troppo sentimentali. Sono gocce di cuore che trovano la via per esprimere un sentimento ed un dolore troppo incontenibili. Ho “galoppato” così fino al termine della storia, e l’emozione, in me, era veramente tangibile come la commozione di fronte ad espressioni di una vicinanza così travolgente. Hai concretizzato in “Under the skin” qualcosa di veramente grande, umano, possibile ed unico. Quei due li hai osservati e li hai compresi nei loro più intimi pensieri. Ancora una volta mi hai lasciato un dolce caos dentro il cuore e di questo ti ringrazio. Ah, dimenticavo, buon viaggio e buon inizio per tutte le cose nuove che ti aspettano! Sarai sicuramente in grado di viverle bene con la tua capacità rara di leggere nell’animo tuo e degli altri.

Recensore Master
06/11/16, ore 23:52

Hai voluto lasciare una piccola chicca prima di partire. Però, Marsiglia non è in capo al mondo, quindi ti aspetto con gli aggiornamenti delle tue long e con altre OS come questa.
Non conosco la serie a cui ti sei ispirata, ma penso che non abbia importanza. La storia è ugualmente godibile.
Piena di angst, ma con un lieto fine dolcissimo. Alla fine loro si trovano sempre e superano tutto.
Mi piace che Mary lavori per so-tutto Mycroft!
Nom starò a dire povero John, perché nelle post Reichenbach non può che essere così.
Il ritorno di Sherlock non può che essere devastante. In questo caso, John si è quasi distrutto, sia nei tre anni in cui ha creduto Sherlock morto, sia alla sua apparizione.
Il passaggio che ho apprezzato di più è stato al ristorante, quando un ancora ignaro John ha confessato a Sherlock il proprio amore. È stato bellissimo.

Un enorme in bocca al lupo per la tua nuova avventura.
Ricordati di noi!

Alla prossima!
Ciao! :-)