Recensioni per
Just a little late (you found me).
di Alchimista

Questa storia ha ottenuto 8 recensioni.
Positive : 8
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
04/01/17, ore 14:40
Cap. 1:

Chiara, Chiara. 
Ti dovrei bacchettare come si deve, ma la verità è che questa tua splendida soulmate mi ha ridato così tanti feels che vorrei solo mettermi in un angolo e morire lentamente. 
Sul serio, non credo che tu sia pienamente consapevole di quello che hai scritto. Dell'effetto che ha sulla gente. Dovrebbe esserci un mega segnale di "Maneggiare con cura" in prima pagina! 
E maneggiare con cura davvero. Ma okay, okay, ho scritto a malapena qualche riga e già sembra il delirio di un folle. Andiamo con calma - posso farcela!.
Innanzitutto, permettimi di esprimerti la mia somma gioia per aver portato avanti non una, ma ben due linee narrative, che è praticamente come se fosse stato Natale e il mio compleanno nello stesso giorno. Perché non è che hai solo portato avanti due storyline, ma erano le storyline della mie OTP. Non riesco ad immaginare nulla di più soddisfacente per un lettore, te lo giuro. 
E poi, bisogna anche parlare del come tu le abbia portate avanti. Jeez, sei stata strepitosa!
È vero che c'è un sacco di angst, moltissimo, e come hai detto tu, gli AsaNoya se lo sono praticamente andato a cercare col lanternino, ma ehi, è stato così ben dosato che il colpo di grazia mi è arrivato dopo la lettura, come è giusto che sia in ogni storia angst coi crismi. Dopo il punto di chiusura, ho sentito il peso dell'hurt e del comfort precipitarmi addosso ed è stato bellissimo (wow, adesso sto suonando veramente come una squilibrata). 
Ma adesso permettimi di spendere qualche parola per ciascuna storyline.
Iniziamo con gli AsaNoya. Eh be', la loro è la linea narrativa che più mi ha presa ripetutamente a calci nella pancia, ma credo sia dovuto anche al fatto che, e correggimi se sbaglio, pls!, sono stati un pelo più presenti dei DaiSuga. I mean, c'erano entrambe le ship, ma gli AsaNoya gli ho percepiti più nettamente. Sarà stata anche colpa della tua perfid---- ehm, della trama che hai dato loro. E sai cosa ha fatto male più di tutto il resto? Che erano maledettamente IC. Mentre leggevo l'opera di autodistruzione di Asahi pensavo che, dannazione, anche l'Asahi dell'anime avrebbe sicuramente fatto così. E Noya! Noya non è tipo da arrendersi, verissimo, ma noi l'abbiamo sempre visto in un contesto in cui non era espressamente stato allontanato. Tu ci hai mostrato l'altra faccia della medaglia e, sai cosa? Ha fatto ancora più male, quel Noya così rassegnato, così ombroso, così sconfitto
Quasi ho urlato di gioia, poi, quando ha scoperto l'inganno (grazie, Suga ♥) e ha tirato fuori le unghie. La sua reazione l'ho trovata azzeccatissima: insomma, si è sentito tradito, ingannato, come avrebbe potuto andare diversamente? Anche io, al posto suo, avrei reagito così! (Forse è per questo che Noya è il mio preferito, perché siamo fondamentalmente simili XD)
E GRAZIE, grazie per il lieto fine. Non ci speravo, sarò onesta. Pensavo - ero certissima - che il legame si sarebbe irrimediabilmente spezzato, perché so quanto ti piaccia fare a pugni con il destino - o con l'idea del destino, meglio. E invece no, e il diotp ti benedica, per questo. Sono un'inguaribilissima romantica, non hai idea di quanto abbia gioito! E ho gioito due volte per la maniera in cui NON hai liquidato tutto a tarallucci e vino, anzi. È una cosa che ho notato di te, questa: l'estremo realismo della tua prosa. Non posso non prenderne atto e apprezzarlo. Mi è piaciuto da matti come tu abbia sottolineato, in ultima battuta, che non sia ancora tutto finito, che i problemi ci sono e resteranno, ma che adesso hanno trovato un percorso comune per affrontarli. 
Voto alla AsaNoya: 20/10. 
E passiamo quindi alla DaiSuga (a questo punto mi starai odiando per la lunghezza di questa recensione e io ti do assolutamente ragione: nessuno dovrebbe darmi la possibilità di recensire senza limitazioni di caratteri, perché vedi poi cosa succede?).
La storyline dei DaiSuga è stata... Okay, qui mi serve un paragone. Se la AsaNoya è stata come un'eruzione vulcanica in piena faccia, la DaiSuga è stata una colata di lava: lenta, inarrestabile, che scava e fonde qualsiasi cosa sul suo cammino.
E tra le due, credimi, non ho idea chi abbia fatto più male. È la solita domanda di sempre: meglio tanto dolore tutto in una volta ma che passa subito o in piccole dosi dilatate nel tempo? Non ho idea di quale debba essere la risposta giusta.
I DaiSuga partivano già parecchio svantaggiati: reduci dalla precedente raccolta, avevano già sperimento il dolore di un legame mancato sulla pelle. Quando hai tirato fuori i colori, ho praticamente urlato di gioia. Poco sapendo che nello stesso momento sarebbe quasi finito tutto. L'incidente non me l'aspettavo proprio, ci credi? Sapevo che ci sarebbe stato dell'angst, ma tra tutti i pretesti, questo era proprio l'ultimo a cui avrei pensato. Chapeau!
Ma le cose potevano fermarsi qui? Ovviamente no! Perché - io ammiro la tua vena angst quasi sadica, davvero, dovrai insegnarmi come si fa, perché io provo sempre infinita pietà e finisco per fare le cose a metà o accennarle e basta - hai poi inserito il trauma cranico. Ora, ora. Questo è un mio punto debole, nel senso che adoro le storie in cui i personaggi subiscono traumi o riportano degli handicap fisico/mentali, quindi non avevo davvero idea di cosa dovessi provare: gioire per l'opportunità? Disperarmi per le conseguenze? Una via di mezzo, credo.
Ma, dicevo, hai inserito il trauma cranico. E io qui mi aspettavo delle conseguenze. E sai di cosa ero praticamente certa? Che Daichi, proprio adesso che avrebbe potuto vedere i colori, avesse perso la vista. Ero già pronta a struggermi/sbrodolare, ma ecco che mi hai sorpresa ancora con l'amnesia. Che poi, ripensandoci, non era forse la conseguenza più naturale di una botta alla testa? Probabilmente. Lì per lì ci sono rimasta male, ma solo perché io ho un debole per i personaggi ciechi. Inutile dirti che mi sono ripresa immediatamente. Perché, ehi, l'amnesia è anche peggio. Un conto è non vedere nulla. Ma avere la memoria scombinata? Guardarti intorno e non riconoscere niente e nessuno? Riesco ad immaginare poche cose così terribili, davvero. 
E devo dire che sei stata bravissima nel farmi penare fino alla fine, davvero, non avevo idea di dove saresti andata a parare. Come per gli AsaNoya, mi aspettavo un finale di quelli che ti lasciano morta al suolo, ma grazie al cielo non l'hai fatto. Non so se avrei retto, nell'eventualità. D:
Lascia anche che ti dica che la maniera in cui hai gestito il dolore di Suga, la sua frustrazione, la sua disperazione, è stata da brividi. Come se lo avessi sperimentato sulla tua stessa pelle (ma spero vivamente di no!). Come ho detto, delle tue storie, oltre che lo stile retrò, mi piace un sacco il realismo che ci metti. In ogni sua possibile accezione. 
Per questo dicevo che i DaiSuga sono stati come una colata lenta: il dolore di Suga è onnipresente e costante, rilasciato in piccole dose, ma che comunque ti scava dentro incessantemente.
La parte che mi ha praticamente ridotta in lacrime (senza esagerazione; ti ho già detto che sono quel tipo di persona con troppi neuroni specchio?) è stata quando Daichi recupera la memoria. Infatti ho dovuto mollare questa recensione e andare a rileggermela perché sì. È bellissima, non ne hai idea. 
Finito anche il trattato sui DaiSuga, accenno brevissimamente (giuro!) allo stile, che è sempre il tuo, così pulito, così d'altri tempi; inutile dirti quanto io lo adori. 
Insomma, non so più come dirtelo: ESCI LA TERZA PARTE. ♥♥♥
Restando fiduciosamente in attesa,

la tua amichevole Rana di quartiere!
 

Recensore Master
12/11/16, ore 19:46
Cap. 1:

Salve autrice!
Sto provando a fare un esperimento e a commentare dal telefono, altrimenti mi dimentico, non commento e vado ad aumentare il fastidioso numero di lettori anonimi che apprezzano e non commento. Indi per cui, potrebbe venire fuori un commento troppo breve, sconclusionato e pieno di errori. Porta pazienza, ti prego.
Adesso veniamo a noi: leggerei qualunque cosa con la daisuga, anche se a questo punto sono sempre un po' reticente, ho questa strana ansia che la storia sia banale e un po' inutile. Per questo non avevo letto il capitolo appena uscito, diciamo Non ero dell'umore per sopportare una delusione senza lasciare recensioni crudeli. E invece oggi, leggendo il tuo scritto, mi sono ritrovata piacevolmente triste. Piacevolmente e disperatamente triste. Vogliamo parlare dello strazio di asahi o dell'attacco di panico di suga? No, perché andremo con ordine.
Questo angst sembra davvero devastante. La scelta di far vedere a suga i colori nel momento in cui daichi rischia seriamente la vita ha inferto un durissimo colpo al mio cuoricino, e non sono riuscita a staccare gli occhi dallo schermo fino alla fine del (per fortuna lunghissimo) capitolo. Speravo di leggere del primo momento in cui lo guarda negli occhi, speravo di leggere dell'emozione del primo sguardo a colori l'uno del viso dell'altro, speravo... no, non è vero, si capiva dai primi paragrafi che non saresti scaduta in un lieto fine banale quanto auspicabile.
Scritto con uno stile scorrevole e piacevolissimo, senza errori né scelte lessicali esagerate, mi ha davvero impedito di leggere anche i messaggi che mi sono arrivati nel frattempo. E vedere che è stata pressoché ignorata mi sembra indegno, ecco.
Ora, io amo la daisuga. La amo, sul serio. Pensavo non avrei mai letto angst su di loro perché si meritano tutto l'amore e la felicità del mondo, proprio come dice il tuo suga. E invece eccola qui, proprio la cosa che volevo leggere senza saperlo...
I personaggi sono stupendi. Cioè, ho apprezzato da morire il personaggio di oikawa, anche se la sua comparsa è piuttosto breve, ed ho letteralmente adorato il modo in cui interagiscono i l tuo suga e il tuo asahi; il loro scambio di battute (o forse il modo in cui nom hanno bisogno di parlare, il modo in cui si specchiano in silenzio l'uno nel dolore dell'altro) quella mano sulla spalla, il sollievo che quasi si sente quando asahi capisce che il legame tra i suoi amici è diventato indissolubile e che nello stesso momento rischia di essere spezzato, la madre di daichi... la madre di daichi è stato il colpo di grazia.
E niente, la recensione deve concludersi qui perché sono arrivata a destinazione, prometto che per la prossima mi impegnerò di più, lo giuro lo giuro. Quindi basta, bellissimo capitolo, sono felicissima di sapere che c'è qualcosa di bello e triste da morire da leggere

Recensore Junior
08/11/16, ore 12:44
Cap. 1:

 
Cara donnina, eccomi qui con la recensione, come promesso! ^^
Inizio col dire che sono euforica per il fatto che le coppie protagoniste della storia siano la DaiSuga e la AsaNoya, perché sono pairing bellissimi e di cui non si legge molto spesso. Come sai, in particolare, la AsaNoya è la mia OTP suprema, e vederli in azione mi fa commuovere di per sé! Devo essere sincera: questa è la prima Soulmate che leggo. Non ho letto la tua prima OS Soulmate, ma sono sicura che rimedierò! (: In ogni caso, è un’idea bellissima. Immaginare un mondo che assume colori e sfumature quando si forma un legame con una persona è a dir poco poetico e lancinante. Vivere una vita fredda e in bianco e nero per poi scoprire, tutto d’un tratto, che gli occhi di una persona hanno quel colore, che il cielo è realmente azzurro e che la luce del sole acceca la vista mi fa emozionare tantissimo. Se non fosse per tutte le controindicazioni relative ai sentimenti condivisi con il compagno, sarei stata felicissima di provare questa esperienza nella mia vita! Voglio condividere con te questo pensiero. Leggendo ho immaginato il momento in cui Asahi e Nishinoya, per la prima volta, scoprono di vedere i colori insieme: secondo me, la colonna sonora per questo dolce momento potrebbe essere “Life in Technicolor” dei Coldplay (e adesso scusa ma vado ad urlare e a piangere da sola in un angolino).
MA! Passiamo alla recensione vera e propria.
L’angst e la dolcezza di questa storia non hanno confini. Sin all’inizio si percepisce il sapore dolceamaro delle vicende che caratterizzeranno la trama, lo sguardo sognante di Daichi verso i colori di un tramonto che non può vedere, le pedalate in bicicletta insieme al piccolo e frenetico Yuu, un incidente imprevisto che stronca un momento di dolce quotidianità. E Suga, che concentrato sugli allenamenti, finalmente vede le mille sfumature cromatiche di ciò che lo circonda e sa per certo che la condivisione di questo legame sia con Daichi. Vuole urlarglielo, vuole correre da lui per vedere il colore dei suoi occhi, ma qualcosa gli dice che non può farlo, qualcosa lo avverte che non è ancora il momento, per lui, di godere di questo privilegio.
Quando si scopre che entrambi sono stati ricoverati all’ospedale ho sofferto, e non poco. Sapendo che questa storia sarebbe stata angst ho pensato al peggio, ma ho sperato che nessuno dei due morisse, perché se no “DATEMI LA CICUTA E FACCIAMOLA FINITA”. Per fortuna, il Socrate che è in me non è dovuto uscire allo scoperto. Pensavo che quello che fosse nella situazione più grave fosse Noya, essendo quello più vicino alla strada, e invece mi sono sbagliata. Daichi in coma farmacologico è troppo per tutti: per i compagni di squadra, per i genitori di Daichi, per la sua mamma che vorrebbe consolare Suga e per Koushi stesso, che lo implora di fargli vedere il colore delle sue iridi.
Ora, vorrei spendere due parole su Asahi e Oikawa.
Iniziamo da Asahi: la scena in cui il dolore lo assale è descritta veramente bene. I suoi sentimenti e il panico arrivano dritti dritti al cuore del lettore e senza ritegno ti verrebbe da calarti nella storia per abbracciarlo. Lui, che ha sempre creduto che Noya fosse più forte di lui, che ha sempre creduto che sarebbe stato bene in eterno, ora viene smentito dal fato e crolla in uno stato di apatia dolorosa che non gli permette nemmeno di stare al fianco del suo compagno. Lo hai caratterizzato benissimo, è Asahi in tutta la sua essenza.
Poi, Oikawa: posso dire che inizialmente pensavo che avesse causato lui l’incidente? Sono sadica XD per fortuna non è così. Penso dovrò leggere la prima Soulmate AU per comprendere meglio i vari sentimenti contrastanti verso Iwaizumi e Tobio, quindi non sto a farti domande perché penso mi basterà leggere. Il modo in cui hai descritto l’attacco di panico di Suga è perfetto. La frase “respiriamo insieme” è quella che più spesso si dice e tutto era così realistico da apparire quasi scientifico. Non vedo l’ora di sapere perché Oikawa ha avuto a che fare con queste spiacevoli situazioni.
Non posso che rinnovarti i miei complimenti, davvero, si vede che ci hai lavorato molto e che l’idea è ben studiata, non vedo l’ora di leggere come prosegue e di piangere un bel po’! **
 
P.S. Faccio solo un appunto (minimo, perché vista la bellezza della storia ce ne freghiamo anche XD). In alcuni punti ho trovato dei piccoli errorini di battitura che secondo me con una rilettura veloce saltano subito all’occhio! Non voglio fare le pulci perché non mi sembra il caso, anche perché si nota che sono dettati dalla tastiera e non da te! <3
Complimenti e BRAVA BRAVA <3
_Noodle