Ciao carissima,
non c'era bisogno che specificassi che non sei tu la protagonista del racconto, si capisce benissimo che la tua lucidità, la tua capacità di penetrazione psicologica e il tuo stile pacato e velato di malinconia non possono essere quelli di un'edera diendente e distruttiva come la protagonista.
E parliamo proprio dell'edera, ovvero la ragazza protagonista della tua storia. Certa gente nasce in un certo senso "predesinata", sa che finirà in qualche modo tragico, perchè probabilmente si rende conto da sola di non essere adatta alla sopravvivenza. La consapevolezza, per la nostra, arriva a otto anni. Cosa vogliamo di più, per convicerci della sua inadeguatezza alla sopravvivenza?
Purtroppo c'è chi non è di questo avviso, e si prende cura della nostra edera, alla quale subito non par vero di aver trovato un bell'albero solido al quale aggrapparsi.
E come fa l'edera in natura, pian piano finisce per uccidere l'abero, soffocarlo, dapprima simbolicamente, e poi anche concretamente. Incapace di stare in piedi da sola, del resto l'edera non ha un tronco che la sostiene, ama e al tempo stesso odia chi la sostiene, e con un meccanismo passivo-aggressivo terribile, nel corso degli anni lo soffoca e lo distrugge.
Una storia molto bella e ben scritta, complimenti!^^ |