RECENSIONE PREMIO
Rieccomi. Poiché da un po’ sto cominciando ad apprezzare le atmosfere orientali, ho deciso di leggere questa storia.
Le descrizioni sono ben realizzate, soprattutto quelle dell’ambiente della casa di piacere. Ho apprezzato molto l’uso di alcune parole in giapponese per far sentire maggiormente il sapore orientale dell’ambientazione. Nomi di oggetti, parti di abbigliamento e piccole espressioni nella lingua originale non appesantiscono il testo, anzi, appaiono essenziali per delineare il background.
Credo tu abbia caratterizzato benissimo la cultura del Giappone antico, inserendo nel racconto il modo di pensare e agire della popolazione del tempo. All’inizio questo si percepisce tramite l’abbondante uso dei convenevoli e poi attraverso il concetto di onore, che lì è molto importante. Il suicidio era visto come l’unica soluzione per lavarsi di dosso la vergogna e ritrovare l’onore perduto. Riportando questi fatti nel tuo racconto, hai impreziosito la trama rendendola più vera. Poi, leggendo le note finali, ho capito da che cosa è derivata la tua accuratezza storica.
I personaggi mi sono piaciuti; ho trovato facile immedesimarsi nelle loro emozioni. Il fatto che entrambi abbiano perso la propria persona amata li rende in qualche modo affini e, quindi, la loro non è più una mera unione carnale, ma riescono quasi a completarsi e a consolarsi a vicenda.
In definitiva l’ho trovata una storia molto tenera e ben curata. Ho notato solo un refuso: nel cui occhi = nei
Complimenti e alla prossima,
Monique |