Recensioni per
D'incenso bruciato, tende tirate e tazze di tè
di wrjms

Questa storia ha ottenuto 3 recensioni.
Positive : 3
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master

Ciao, non sai quanto piacere mi abbia fatto il vedere di nuovo la tua storia. Sarebbe stato un peccato perderla per problemi di server del sito e cose varie e ho molto apprezzato il fatto che tu abbia deciso di pubblicarla un'altra volta. Anche perché l'altra volta mi eri sembrata un po' triste o demoralizzata (?) non so è una mia impressione e posso sbagliare. Purtroppo non ricordo assolutamente cos'avevo scritto nella scorsa recensione che ti avevo lasciato, dato che è passato un po' di tempo. E non sono solita salvare le recensioni che scrivo, perché altrimenti la mia usb esploderebbe! ^-^ Ho quindi pensato di rileggere la storia da capo, il che mi faceva anche molto piacere, e lasciarti una recensione nuova nuova.

Rimango sempre molto colpita dalla tua capacità di fondere una narrazione molto visiva (anche se poco descrittiva) con una psicologicamente sfaccettata. Credo sia la tua caratteristica principe, il tratteggiare un'ambientazione che poi diventa parte integrante della psiche del personaggio. Qui, in questa storia, ne abbiamo il maggior esempio. Anche se ricordo averti vista all'opera nella precedente storia, la breve raccolta di OS, anche qui ci regali delle vere proprie perle di scrittura. Ho amato tantissimo, la maniera in cui descrivi il salotto del 221b, calando il nostro protagonista, John, in un contesto che conosce, ma che per via di quest'incenso appare in tutt'altra forma rispetto a come lui lo ricorda. Ho avuto una sensazione di antico, leggendo le prime righe, non so perché, come di salotto vittoriano nel quale l'Holmes di Doyle accende incensi per aiutare a concentrarsi. Non ci è dato sapere che cosa Sherlock stia effettivamente facendo nel proprio Mind Palace, ma ci sono diverse sfumature in lui che lasciano a intendere sia un qualcosa che lo rattrista. Come la distanza da John? Il non esser ricambiato? Sono solo ipotesi, dato che Sherlock è molto criptico in questo, ma ho avuto un po' questa sensazione.

Ho trovato anche molto affascinante l'idea di Sherlock che insegna a John a usare il proprio Mind Palace. Si sa, dal canone, che Holmes insegna il "metodo deduttivo" a Watson, facendo intendere che esiste una sorta di trucco. Quello non è poi tanto diverso da quello che si è letto tra queste righe. Ovviamente poi nel tuo caso ci sono elementi che portano il lettore su altro, come l'eccitamento di Sherlock quasi infantile, nel suo condividere con qualcuno una determinata conoscenza, il suonare forse più per gioia che per necessità e un concerto di Mozart (apprezzato moltissimo dalla sottoscritta). L'idea che John lo voglia ascoltare, che desideri davvero il starlo a sentire e che sia interessato a quanto Sherlock dice, è forse ancora un concetto che Holmes fatica a ritenere vero. Eppure è così. E John è tanto preso da Sherlock, che si lascia trasportare via.

L'immagine finale fa presagire qualcosa di più tra i due, o magari quella sono io che vede Johnlock ovunque? Può anche essere.
Comunque, mi fa piacere aver ritrovato te e questa storia.
Koa

Recensore Master

“…Una nuvola di polvere si solleva…vegetare in stato catatonico sul proprio divano… Cinquantasette minuti, ventitré imprecazioni e due tazze di tè più tardi…”: qui, da brava Sherlockian, mi sento a casa perché ritrovo questi, ed altri, “ingredienti” che rendono il 221b di Baker Street più unico che raro. I protagonisti sono IC, Sh con la sua, apparentemente, svagata lontananza dalla contingenza e dalle emozioni, John con la sua genuina umanità, desideroso più che mai di entrare davvero nel magico mondo di quell’eccentrico individuo di cui si è innamorato. Ma non è un percorso, il suo, a senso unico: Holmes, addirittura, lo sta preparando per il viaggio dentro il suo Mind Palace e questo, per lui, è davvero il segno che ritiene Watson in grado di occupare il suo vuoto emozionale. Spassosi i momenti in cui ritrai la concitata preoccupazione di John di fronte a quello che non sembra nemmeno più un corpo vivo ed alla certezza che il panico si stia impadronendo di lui (“…Sta respirando?...”). La lettura della tua OS lascia un gusto dolce e gradito di qualcosa di bello che si sta rivelando, di un procedere non più soli, ma accanto a chi diventa, ogni giorno di più, uno dei motivi più irrinunciabili per vivere. Scrivi curando i particolari e i tuoi dialoghi non sono mai scontati o banali, ma costituiscono parte integrante della storia. Hai fatto bene a recuperare questo pezzo, ne valeva la pena.

Recensore Veterano

Una storia molto carina e dolce: il modo di preoccuparsi di John lo rende tenero e reale, così come Sherlock acquista spessore quando ricorda il suo passato ma decide ugualmente che vale la pena provarci perchè lui è John.
Spero di leggere altre tue opere,
xxx