Premetto che ho il cervello un po' spento stasera, ma ho voluto fermarmi a lasciarti un commento anche a costo di sbrodolare parole ad cazzum. Prima di tutto mi fa piacere vederti così presto da queste parti e con questa coppia in particolare. Continuerò a leggere storie tue, se deciderai di scriverne ancora perché io ho sempre pensato che gli autori si riconoscano da come caratterizzano Sherlock e sono curiosa di veder approfondito il tuo. Per ora mi piace quello che vedo e soprattutto il concetto che Sherlock si muova un po' nell'ombra e che faccia cose per John e con l'intento di farlo sentire meglio. Questo è molto da Sherlock e mi piace ritrovare l'idea nelle ff che leggo. Sono rimasta molto colpita da un'immagine, con la quale penso tu abbia centrato il personaggio. Non è difficile immaginarmi Sherlock che fa cose meravigliose (come preparare un'ottima cioccolata, per esempio), ma figurarmelo seduto rigidamente sul letto dopo aver "dato tutto" e mostrando pochissimo a John mi ha molto colpita. Era Sherlock al cento per cento, impettito e rigido, come se tentasse di mantenere il controllo delle proprie emozioni anche grazie alla postura.

Per il resto la storia è molto leggera, carina ed estremamente dolce. Fa venire voglia di coccole sotto l'albero di Natale, non so...
Come dicevo spero di ritrovarti.
Koa

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Rassicurante, ironica, consolatoria, accogliente, saporita...ecco quello che mi è venuto in mente ad una prima lettura della tua ff. Infatti la tazza di cioccolato che Sh offre a John, arricchita di aromi gradevoli ed inusuali è l'oggetto che più rappresenta quello che la tua ff è ai miei occhi. Cioè qualcosa di gradevole e stuzzicante. Merito anche di quelle “scorrerie” che, ormai senza controllo, la fantasia di John fa nella sfera sessuale, gioia e tormento del povero medico (“…conficcare un oggetto appuntito… in un’altra situazione?.. cavalcato uno sul dorso…”). È per lui come essere in balìa di un cavallo imbizzarrito sul quale, ormai, non ha più alcun controllo. Rappresenti con efficacia la battaglia del povero John su se stesso e sulle sue convinzioni riguardanti, soprattutto, quella che non riesce più a comprimere entro il contenitore neutro di un’”amicizia importante”. Di fronte, poi, a due occhi di un azzurro incredibile, le sue difese cedono miseramente. L’ultimo tocco, come una bandiera vittoriosa sulle rovine di un esercito sconfitto, è quell’immagine, in cui Watson ravvisa dell’arte pura, con il quale Sh arrotola le maniche della sua camicia per prepararsi a servirgli una tazza di cioccolato fumante. Intensa l’ultima immagine di John che riprende il controllo di fronte ad uno Sh quasi indifeso. L’ho letta veramente con interesse, questa tua ff, mi è piaciuta anche per lo stile veloce ed elegante, privo di dialoghi inutili e di pesanti ragionamenti. Del resto l’argomento stesso l’hai azzeccato e l’hai rappresentato con il registro che più gli si addice.

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Yay, finalmente un poco di fluff in questo oceano di lacrime salate di angst ( sul serio, ho calcolato, e la percentuale di tristezza in questo fandom di recente si sta avvicinando pericolosamente al 70%.)
Cooomunque, Sherlock che invia dei "segnali" è uno spasso: ci mancava solo che si mettesse a girovagare per l'appartamento indossando una t-shirt con sopra scritto "proprietà di John Watson".
Quanto ai deliri del buon dottore li ho trovati esilaranti, tipico del nostro ex medico militare guardare ma non osservare.
Detto questo sguscio via.
Alla prossima.

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