Seconda Recensione per il Premio Speciale Ignotus
Ho rimandato la lettura di questa storia più che potevo. Tu potrai dirmi "e perché hai voluto leggere proprio questa?". In effetti, è un'esperienza che si fa una sola volta nella vita, perché la brutalità e l'indicibilità di cere azioni sono insopportabili, e se non sorrette da un buon autore non vanno giù neanche a forza di calci. Volevo, però, leggere qualcosa di più lungo e impegnativo di tuo, per poter vedere cosa sapevi fare con trame e generi più... horror. Quindi, parto subito col farti i miei complimenti, perché io ho odiato questa storia, mi ha fatto venire la nausea e avrei tanto voluto chiuderla senza giungere alla fine.
Lo so, questa recensione non sarà "normale", ma sappi che ho solo cose buone da rivolgere alla tua scrittura e un sacco di critiche e bestemmie in direzione degli avvenimenti che narri. Ma cerco di procedere con ordine!
Lo stile è meno "costruito", forse meno curato in certi punti. Ho visto qualche errore di distrazione e qualche ripetizione di poco contro. Però ho notato che si è comunque mantenuto fluido, costante. Hai costruito molto sull'introspezione e i sentimenti, cercando di mostrare il meno possibile, ma comunque disseminando il racconto di dettagli e descrizioni che mi hanno fatto accapponare la pelle. Ho percepito, e questo mi ha un po' aiutato, il tuo disagio a portare avanti questa storia: hai allungato il più possibile le scene antecedenti il fatto in sé, quasi ti rifiutassi anche tu di portare a termine l'orrore; ti sei soffermata molto a dare una "spiegazione" di questi fatti, non a giustificare perché non si possono giustificare, ma a costruire una natura più complessa che è andata al di là dello stupro, andando ad approfondire la complessità di un personaggio che noi conosciamo come l'antagonista giovanile di Harry Potter e che meriterebbe un libro a se stante.
La trama, seppur indigesta per me, è stata costruita a regola d'arte; e questo è il motivo principale perché ho raggiunto il punto finale. Abbiamo il tentativo di una società di iniziare daccapo; un'inversione di questo aspetto razziale che si è andato a ripercuotere proprio contro i Serpeverde e i purosangue. Il finale è stato perfettamente orribile, di un macabro e di una violenza psicologica ai danni del lettore che io - per quanto ancora una volta terribile - ho ammirato. L'orrore più grande è farli dimenticare ogni cosa, rimanere lui l'unico deterrente di quell'atrocità. E poi ci sono i due protagonisti: da un lato Hermione, la paladina delle cause perse, la protettrice degli inferiori e più deboli; e dall'altro lato Draco, un giovane vittima della sua educazione, ligio nel perseguire la nobiltà della sua famiglia, ma che dentro scoppia di rabbia e cova un risentimento, forse anche contro se stesso.
Questi aspetti, e quindi fino a metà trama, sono stati inerenti con i personaggi principali: Draco con la sua superiorità nel sangue e nel comportamento; Hermione nel farsi promotrice di qualcosa in cui fatica anche lei a rapportarsi fino in fondo, a suo modo anche lei è superiore. La seconda parte, però, hai sdoppiato la loro natura, anche se ho capito il perché. Draco non sarebbe mai, e dico MAI, arrivato a fare una cosa simile; eppure ho visto nel finale l'estremizzazione del malessere che lui aveva dentro, cioè ormai non poteva perdere nient'altro, il male che ha fatto a Hermione sembra averlo fatto in primis e lui stesso. Così come "l'ingenuità" di Hermione e i suoi pensieri del suo ultimo POV non ce li vedo inerenti con la sua figura; ma allo stesso tempo hai comunque mantenuto e portato al limite la sua tenacia e la sua forza d'animo, la stessa che vediamo al Manor quando viene torturata da Bellatrix.
Non mi soffermo oltre a commentare questo particolare, perché è qualcosa di cui tu hai avvertito nelle note, ma comunque volevo sottolineare il lavoro di commistione che hai fatto su questo punto: hai sfruttato bene quello che si sa di loro, per poi estremizzarlo, troppo, ma comunque in modo fluido e "ragionato".
Concludo dicendoti che, secondo me, hai fatto un buon lavoro, trattando l'argomento con la giusta dose di crudezza, ma senza perdere quel tocco elegante e "umano" che contraddistingue la tua scrittura, e per questo ti ringrazio.
A presto! (Recensione modificata il 17/05/2017 - 07:58 pm) |