Dato che EFP ha disabilitato i link esterni nelle recensioni, ecco qui che ti riporto la recensione corretta e intera dall'Archivista.
Come al solito il numero di recensioni a questa storia è significativo di quanto in Italia la gente legga senza capacità di connettere il cervello, anche. Chi mi conosce sa perfettamente che sono una lettrice particolarmente pignola, e come tale difficilmente riesco a lasciarmi trascinare in una storia con un impeto che trascende il fagocitare le parole stampate, ma la storia che l'autrice è riuscita a mettere in piedi è di un impatto talmente violento da trascinare irrimediabilmente il lettore nel fulcro di una vicenda mozzafiato. "Thank you for the venom" non si legge soltanto, è una storia talmente visiva da rendere a pieno l'onore del tributo a Frank Miller di una città senza tempo, impastata dei colori del rosso e del nero. Il rosso del sangue che scorre a fiumi, il nero di un città che non vede mai la luce. In una dualità cromatica che devasta la retina e si trascina per l'intera storia, sbocciano forti e vivele vicende dei fratelli Way, costretti in un giuramento vincolante a salvare l'uno la vita dell'altro, fagocitati dalla guerra della mafia locale. In un crescendo di phatos ad un ritmo davvero incalzante - impossibile staccare gli occhi dalle pagine di questa storia -, sin dalle prime battute la speranza di un lieto fine viene schiacciata brutalmente, ma è la bellezza di un personaggio femminile dalla marcata personalità a costringere il lettore a rinnovare un applauso che si trascina per l'intera vicenda: Helena, l'unica chiazza di colore perfetto nella vita di Gerard Way. E Nai è bravissima a scardinare il dogma di un personaggio femminile abusato, costretto nei vincoli dettati dal video della canzone stessa dei My Chemical Romance. Perché la sua Helena è bellissima, bionda e con gli occhi azzurri, dalla pelle quasi trasparente e dal corpo pieno, di una bellezza fuori dal tempo. Nulla a che vedere, insomma, con la bellezza macabra del cadavere che siamo soliti vedere nel video della canzone "Helena". "Thank you for the venom" celebra anche Shakespeare, inserendo la figura del prete Philip, che ho trovato assolutamente similare al padre che sposa Romeo e Giulietta - ma sarebbe più corretto inserirlo nel contesto del film "Romeo & Juliet" con Leonardo Di Caprio e Claire Danes -, nel ruolo perfetto del testimone senza forze di un amore e una vita senza possibilità di vittoria sul Destino. L'autrice definisce la storia una songfiction, ma questa etichetta va ben oltre ai titoli dei capitoli o della storia stessa: perchè per l'intera vicenda serpeggiano i testi delle canzoni dei My Chemical Romance, da "Drowning Lessons" alla stessa "Helena", passando per "Demolition Lovers" e "Vampire will never hurt you". Ho trovato i fratelli Way caratterizzati in modo sublime, anche se il lavoro di caratterizzazioen credo sia risultato migliore su Gerard, vero e indiscusso protagonista della storia. Nai, indiscutibilmente, ha dato prova magistrale di scrivere storie forti, vivide e pulsanti, in cui i personaggi spiccano di una struggente veridicità, in cui le ambientazioni senza-tempo e senza-luogo affascinano ammaliando il lettore e rendendo l'impatto visivo degno di una graphic novel. Con la particolarità, che la visione delle scene è offerta tutta dalla magistrale bravura dell'autrice. Un'eccellente prova di quanto sia bello - e genuino - lasciarsi ispirare a tutto tondo da un artista: dalla sua musica, alle sue vicende personali, perché è proprio questo che rende la storia vera e plausibile. L'armonia con cui finzione e realtà, musica e narrazione, si fondono in una miscela suggestiva e struggente di emozioni.
E lo sai? Avrei voluto scriverla io.
Grazie per il tempo che mi hai regalato in compagnia di questa storia, te ne sono davvero grata
|