Recensioni per
Tutt'altro che un perdente
di Isabel_anita

Questa storia ha ottenuto 2 recensioni.
Positive : 1
Neutre o critiche: 1 (guarda)


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Nuovo recensore
04/01/17, ore 01:56

Non l'ho ancora letto ma a prima vista ti consiglio vivamente di andare a capo ogni tanto.
Una storia scritta tutta di seguito può risultare un mattone da leggere.

Frerakey

Recensore Veterano
15/12/16, ore 14:21

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Isabel_anita,
molto piacere di conoscerti, io sono H a z e l, ma il mio vero nome è Gloria.
Facevo un giro sul fandom, indecisa se lasciare qualche commento oppure no e mi sono imbattuta nella tua fiction chiedendomi il perché avesse zero recensioni. Se ti fa piacere, o se vuoi semplicemente una mano nell'ambientarti in questo strambo e inquietante mondo fatto di ship canon e imprevedibili, e colorato ventiquattro ore su ventiquattro da arcobaleni sbrilluccicanti che invadono la terra e palloncini che non si rompono mai, o più comunemente chiamato Efp (solitamente così descrivo la categoria anime & manga, ma facciamo che si tratti di tutto il sito :) ), chiedi pure alla sottoscritta. Ho oltretutto notato (facendo un salto sulla tua pagina utente) che sei iscritta da poco, infatti da meno di un anno, ma hai già pubblicato una fiction su YOI e una su Uta no prince-sama - e per questo sei una brava persona.
Ma comunque, parliamo della fanfiction.
Il problema è che non appena il lettore apre la pagina, si ritrova davanti tutto questo testo appiccicato nella quale è un po' complicato riuscire ad individuare le righe e insomma, è illegibile. Per caso ti occorre una mano con la formattazione di un brano? Basta chiedere e ti verranno svelati i misteri. Efp mette a disposizione infatti un editor apposito per la formattazione dei testi, ma visto che a me non funziona forse a causa di un bug e non ho alcuna voglia di contattare l'amministrazione ne uso uno a parte. Perciò in caso chiedi.
Parlando invece della grammatica, la questione si fa un po' pesante quindi ti riporto varie parti del testo e ti mostrerò cosa non va.


* "Stavo camminando tranquillamente per le vie di Mosca,con il mio solito andamento. Cappuccio e mani in tasca. Ero felice perche poco tempo prima avevo chiacchierato con Otabek in un bar vicino alla stazione. Con lui mi sentivo bene...con lui mi sentivo libero. Camminavo con il suo pensiero nella testa ed un sorrisetto ebete sul mio viso che si nascondeva a stento dietro allo sciarpone. Ero rosso come un pomodoro,anzi di più, le emozioni che lui mi faceva provare erano mie e mie soltanto,mi rendevano fragile ma in un modo piacevole,in un modo che non odiavo. I miei pensieri erano tutt'altro che puri ma mi consolavo auto convincendo mi che la nostra...era solo amicizia. [...]" - in tutto il corso della fiction, fai spessissimo uso dei puntini di sospensione. Cerca di usarli un po' meno, deformano la pagina. A volte invece, attacchi entrambe le parole alla virgola, e a volte scrivi in modo corretto, dovresti fare più attenzione, è errore grammaticale.
Quindi: "Camminavo tranquillamente per le vie di Mosca col mio solito andamento, cappuccio e mani in tasca. Ero piuttosto felice perché pochi minuti prima avevo scambiato due chiacchiere con Otabek al bar vicino alla stazione. Con lui mi sentivo bene, mi sentivo libero. (qui vai a capo)
(che camminavi lo avevi già detto, non ripetere due volte) Avevo il suo pensiero nella testa e di conseguenza avevo stampato in faccia un sorriso ebete che a stento si nascondeva dietro allo sciarpone. Avevo le guancie arrossate a causa delle emozioni provate; emozioni che erano mie e mie soltanto. Mi rendevano fragile ma erano piacevoli. I miei pensieri erano tutt'altro che puri, ma nonostante questo mi consolavo autoconvincendomi che la nostra era solo un'amicizia come tante."


* "[...] Tirai fuori dalla tasca il telefono e la prima chat che vidi era la sua...parlavamo tutti i giorni ormai,non che mi dispiacesse. È venuto a Mosca per starci un bel po a detta sua,meglio aprofittarne. Rimasi a fissare la sua foto per molti minuti ed ormai il mio viso aveva provato tutte le gradazioni del colore rosso! Quando poi lo vidi...era li. In un vicoletto di fianco ad una caffetteria. In un primo momento mi stupii...perché era li? L'Hotel dove stava era dalla parte opposta..ma non ci pensai e gli corsi incontro! Uno scatto veloce,istantaneo...di chi è troppo felice per pensare. Ma me ne pentii. Stava baciando una ragazza. Una bellissima ragazza. A giudicare dai lineamenti probabilmente proveniva dal suo stesso paese...magari si conoscevano sin da piccoli...magari si amavano...io so solo che a quella vista rallentai fino a bloccarmi del tutto. Tremavo ma non per il freddo. Sentii un groppo in gola e un dolore al petto,un dolore straziante. Mi trattenni dal cadere in ginocchio. Ero messo male ma non cosi male... Non riuscivo a distogliere lo sguardo...con quella poca volontà rimasta indietreggiai piano piano,cosi piano che sembrava quasi non volessi farlo. [...]"- "Tirai fuori dalla tasca destra del cappotto il mio cellulare e la prima chat che mi si aprii davanti era la sua, ormai parlavamo tutti i giorni e la cosa non mi dispiaceva affatto. Da come aveva detto, sarebbe rimasto a Mosca per un bel po', quindi pensai fosse meglio approfittare dell'occasione. Fissai la sua immagine per qualche minuto e notai che nel frattempo il mio viso aveva provato tutte le gradazioni del colore rosso.
Mi voltai, e lui era lì, nel vicoletto di fianco a una caffetteria. Non nego che mi stupii.
Ma perché era lì? Oltretutto, l'hotel in cui alloggiava era situato dalla parte opposta. Ma poco mi importava, infatti non ci pensai e gli corsi incontro. Feci uno scatto veloce, istantaneo, quello di chi è troppo felice per pensare. Ma mi pentii.
Stava baciando una ragazza, una bellissima ragazza. E a giudicare dai suoi lineamenti intuii che venisse dal suo stesso paese. Magari si conoscevano dall'infanzia, o magari si amavano. Io so solo che a quella vista rallentai fino a bloccarmi del tutto. Tremavo, ma non per il freddo, mentre avvertivo un groppo in gola far spazio a un dolore al petto assurdo, straziante. Non riuscivo a distogliergli lo sguardo e con quella poca forza di volontà rimasta indietreggiai pian piano, come se una parte di me non avesse voluto farlo."


* "[...] Il telefono mi cadde dalle mani e il suono che fece toccando terra mi risveglio da quello stato di trans e a quanto pare pure Otabek lo sentì perché alzò lo sguardo verso di me...uno sguardo che non riuscii a sostenere...mi caddero una o due lacrime poi mi voltai e corsi via. Con la coda dell'occhio vidi solo i suoi occhi sgranati e l'espressione di chi non capisce cosa stia succedendo ma io...capii benissimo. Ero stato solo un passatempo. Un gioco. Passare il tempo con me...farmi ridere...lasciarmi piangere e farmi sfogare...cos'erano per lui? Cos'ero IO per lui?! In quel momento milioni di flashback mi inondarono la mente...paura,dolore e rabbia mi annebbiarono la vista. Mi facevo strada tra la folla sbraitando ed imprecando. Urlando e piangendo. Un atteggiamento decisamente troppo debole ma in quel momento non seppi che altro fare. Il mio orgoglio mi impediva di accettare la sconfitta. [...]" - "Il cellulare che avevo tra le mani mi cadde a terra e il suono che fece entrando al contatto col suolo mi risvegliò dallo stato di trans in cui ero imprigionato. A quanto pare anche Otabek lo avvertì, visto che posò il suo sguardo su di me. Sguardo che non riuscii a sostenere e per questo corsi via subito dopo esser scoppiato in lacrime. Prima di scappare riuscii solo ad individuare i suoi occhi sgranati accompagnati dall'espressione di chi non capisce cosa stia succedendo ma io, capii benissimo. Che ero stato solo un passatempo, un gioco. Passare il tempo con me, farmi ridere, lasciarmi sfogare, piangere... cos'era stato tutto questo per lui? Cos'ero io per lui? Milioni di flashback presero il controllo della mia mente e paura, dolore e rabbia finirono per annebbiarmi la vista.
Mi facevo strada tra la folla sbraitando e imprecando, urlando e piangendo. Un atteggiamento decisamente troppo infantile ma l'unico da adottare. Il mio orgoglio, mi impediva di accettare la sconfitta."


* "[...] Mi impediva di accettare di aver perso contro quella ragazza o anche solo di accettare semplicemente che io volessi addirittura gareggiare contro di lei...ignorando che forse lei era di gran lunga più in vantaggio di me. Più matura...più forte. Mi tornó in mente una frase che Otabek mi disse quando ero piccolo e avevo appena perso una gara al campo di Yakov..."Chi perde cosa fa? Che domande!..si rialza e chiede la rivincita! Non esiste la sconfitta finché non ti arrendi!" stupido cervello...far pensare a queste cose in un momento simile...non posso chiedere la rivincita..non ora. Ho perso. Quello era solo lo stupido pensiero di un moccioso credulone...ed io non sono più un moccioso ne tanto meno un credulone. Mentre nella mia testa e nel mio cuore si dibattevano accesi conflitti arrivai ad un semaforo che...non mi resi conto fosse rosso. Come non mi resi conto che un camion stava passando a tutta velocità e che io...ero in mezzo. Un forte urto. Le urla delle persone intorno a me e l'ultima cosa che sentii fu un urlo...uno solo: YURII!. E l'ultima cosa che vidi fu il volto di Otabek,in ginocchio sul marciapiede,disperato...sofferente...con gli occhi sgranati e fissi su di me. [...]" - "Mi impediva di accettare di aver perso contro quella ragazza, o anche solo di aver voluto gareggiare contro di lei, ignorando però il grande vantaggio che la avvicinava sempre più a lui.
Mi tornò in mente una frase che Otabek mi disse tanti anni fa, dopo aver perso una gara al campo di Yakov: "Cosa fa chi perde? Che domande, si rialza e chiede la rivincita! La sconfitta non esiste finché non ti arrendi."
Ma perché pensare una cosa simile ora? Non posso chiedere una rivincita, ho perso.
Nella mia mente e nel mio cuore si combattevano numerosi conflitti, fin quando non arrivai di fronte ad un semaforo, che non mi resi conto fosse rosso. Come non mi resi conto che un camion stava correndo a gran velocità e io mi trovavo esattamente sulla sua via.
Un forte urto. Le urla delle persone attorno a me e l'ultima cosa che sentii fu un nome, il mio. Riuscii a vedere il volto di Otabek in ginocchio sul marciapiede, disperato, sofferente, che mi fissava."


* "[...] Riuscii a sussurrare il suo nome poi più nulla. Il buio più totale. Mi risvegliai su un letto d'ospedale e con una serie di tubi collegati a me. Una mascherina sulla bocca per respirare ed innumerevoli bende sul mio corpo. Pensai "OK...è finita..il pattinaggio è finito." e mi scese una lacrima. Una sola. Le altre le avevo già terminate. Sentii Yakov che parlava con il dottore ma non capii bene le parole e di striscio vidi la vecchia Mila piangere seduta su una sedia. Erano tristi,afflitti,addolorati...ma nessuno era li con me veramente. Nessuno era come Otabek. Ma perchè fare quell'espressione se poi non si presenta nemmeno per vedere come sto? Era troppo persino questo?...tornai lucido e mi spostai la mascherina e provai ad alzarmi ma riuscii solo a sedermi e neanche un secondo dopo sento una persona da fuori chiamare il mio nome: "Yuri! Yuri,maledizione,mi senti?!" e spalancare la porta. Sussurrai:...O-otabek... Lui si lancio verso di me e mi abbracciò "Finalmente Yuri! Sono due settimane che dormivi! Sono stato qui giorno e notte ma tu...non ti svegliavi mai!.." lo staccai da me e piano gli dissi "non serve che fingi di preoccuparti...perché sei qui?" capii da solo che il mio tono era freddo e distaccato. [...]" - "Riuscii a sussurare il suo nome, poi il buio più totale mi assalì.
Mi risvegliai su un letto d'ospedale e una serie di tubicini erano collegati sulla mia pelle tramite dei grandi macchinari. Avevo una mascherina sulla bocca e innumerevoli bende sul mio corpo. In quel momento pensai che il pattinaggio era finito per me, e mi scese una lacrima, una.
Sentii Yakov parlare con il dottore senza capire bene ciò che dicevano. Di striscio invece individuai Mila su una sedia che piangeva. Erano tristi, afflitti, addolorati, ma nessuno era veramente lì con me, nessuno era come Otabek. Ma perché fare quell'espressione se poi non si presenta nemmeno per vedere come sto? Anche questo era chiedere troppo?
Ripresi lucidità e spostai la mascherina dal mio viso. Provai ad alzarmi ma riuscii solo a sedermi e dopo un'attimo sentii qualcuno chiamarmi: "Yuri! Yuri, maledizione, mi senti?!", poi spalancò la porta.
Sussurrai il suo nome: «O-otabek...».
Corse verso di me e mi abbracciò, per poi dire «Finalmente Yuri, sono due settimane che dormivi, sono stato qui giorno e notte ma... tu non ti svegliavi mai!»
Lo spostai e con un tono di voce piuttosto basso gli dissi «non serve che fingi di preoccuparti. Perché sei qui?» Otabek riuscì a capire che il mio tono era freddo e distaccato.


Insomma, non arrivo fino alla fine della fiction, tanto penso che più o meno hai capito dove volevo arrivare. Scrivi anche bene, hai solo bisogno a mio parere di curare un po' di più il testo, dare più attenzione alla punteggiatura e migliorare l'HTML. Questi sono i problemi principali.
I personaggi sono IC quindi anche da questo punto di vista va bene. Mai sottovalutare l'IC è fondamentale e molto importante, perciò brava.
Il titolo "Tutt'altro che un perdente" è in perfetta sintonia con la fiction, la sua trama e la sua intenzione, più che bene direi.
Non nego che ora mi sento più sollevata. Tutti ad acclamare Victuri everywhere - anche la sottoscritta ma shh - ma nel mentre soffrivo troppo per Yuri, dai, nessuno pensa a lui? Invece in questo modo abbiamo sia la Victuri che la Otabek x Yuri. Perfetto direi, così siamo tutti contenti, no? :'D    questo discorso non ha assolutamente senso.
Spero che tutti questi consigli ti siano stati utili per migliorare! E continua a scrivere perché migliorerai tantissimo.
Spero il mio commento ti abbia fatto piacere, e magari ci sentiamo in un'altra recensione!
Baci,

H a z e l