Recensioni per
Piano Bronx - la leggenda del pianista di New York
di Marina Swift

Questa storia ha ottenuto 1 recensioni.
Positive : 1
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior

Recensione/giudizio contest "Portami via da qui"


Grammatica:
9,50/10
La grammatica è molto buona: non ho notato errori di coniugazioni verbali o consecutio temporum, il che è un bene, considerando quanto io tenga a queste cose. Ci sono tuttavia un paio di errori di battitura/distrazione. Visto che sono pochi, provo ad elencarteli qui, così puoi provvedere a metterli subito a posto

“amabilmante” —> “amabilmente”
“pressapoco” —> “pressappoco”
“ripetè” —> “ripeté”
“risiedette” —> “risedette”
“rimastò” —> “rimasto”
 
Poche sviste, insomma. C’è un problema coi tempi verbali, nel senso che nel primo paragrafo sei passata dal presente all’imperfetto. Da una parte credo che sia un effetto voluto, dall’altra tuttavia riconosco che, essendo tutta la fic impostata al presente, sarebbe meglio sistemare i verbi con tempo diverso e tramutarli tutti in quest’ultimo, sarebbe decisamente più elegante. Comunque ho cercato di non far pesare troppo questa cosa sul giudizio complessivo, mi sarebbe sembrato troppo crudele. Faccio anche a te un appunto sulla punteggiatura: quello che c’è nelle caporali va attaccato alle virgolette, non staccato – ma, di nuovo, non l’ho considerato errore perché so che alcune case editrici optano per un’impaginazione del genere. Per il resto direi che hai fatto davvero un buon lavoro.     

Lessico e stile: 10/10
Forse sono diventata troppo buona, non saprei. Di una cosa però sono certa: il tuo stile è molto cambiato, in meglio se proprio devo dirla tutta. Tempo fa avevo letto qualche tua vecchia fanfic e ammetto che non mi aveva colpito molto. Trovandomi davanti a qualcosa di nuovo, adesso, devo dire di essere piacevolmente sorpresa, soprattutto perché ci rivedo (correggimi se sbaglio) influenze di Ange e, forse con un pizzico di egocentrismo, anche mie. È sicuramente molto meno semplicistico di un tempo, il che è un bene, dimostra che stai crescendo e facendo parecchi passi in avanti con la scrittura. Poi so che tu scrivi molto, anche se di fatto su Efp non pubblichi molte delle storie che elabori. E questo è un po’ un peccato, perché attraverso le recensioni i lettori possono crescere, apprendere i loro errori e migliorare attraverso di essi. Comunque, alcune cose sono sistemabili, per esempio gli incisi sono molto più eleganti se inseriti tra due trattini – tipo così – piuttosto che tra parentesi, inoltre espressioni come “ragazzo-del-trombome” sono poco raffinate e non si addicono granché allo stile più ricercato per cui hai deciso di optare in questa fanfiction. Comunque, ripeto, questi sono solo piccoli accorgimenti che riuscirai sicuramente a migliorare col tempo e con l’allenamento, per i quali sinceramente non me la sento di detrarre punti. Ribadisco, lo stile in sé per sé è molto buono, inoltre con quel 10/10 voglio premiare il grande passo in avanti che hai fatto. Lessico ricercato e adatto, soprattutto considerando che hai trattato un’epoca non attualissima: qui non ho niente da dirti, se non che i casi che ti ho riportato poco sopra incidono pure qui. Ripeto, niente di allarmante e assolutamente migliorabile.

IC: 9,50/10
Premessa dovuta e doverosa: so benissimo quanto sia difficile trattare questi due personaggi, peraltro per essere la prima volta che scrivi su di loro devo dire che te la sei cavata molto bene. Mentirei tuttavia se ti dicessi che non ho trovato delle lievi imprecisioni. Ci tengo a sottolineare che sono delle sciocchezze che probabilmente vedo solo io, a forza di scrivere KageKi (è una deformazione professionale, tanto che ormai a volte temo di non saper trattare altri personaggi) però mi sono sentita in dovere di segnalartele comunque – sorry – e comunque niente di preoccupante, visto che, come ho detto, era la prima volta che incentravi una fic su di loro.
Partiamo da Kidou: è gestito magistralmente, così tanto che potrei mettermi a piangere – poi però mi ricordo che basta il finale di questa fic a farmi versare fiumi di lacrime e quindi cerco di calmarmi, finendo inevitabilmente per allagare ancor di più casa. Odio essere così emotiva. Ci sono tanti piccoli dettagli che mi hanno fatto dire “è lui”, per esempio il fatto che sia talmente disperato da abbassarsi a suonare in un posto così malfamato pur di permettere una vita migliore alla sorella. Questa è quasi una comparazione del canon perché, se ci pensi, Kidou accetta il compromesso di Kageyama (vincere tre Football Frontier consecutivi) per poter tornare con la sorella. Sono certa che Kidou consideri il “vivere con Haruna” un effettivo miglioramento per entrambi, perciò ecco perché dico di vedere delle similitudini. Dicevo, è lui in tutto e per tutto – e mi sono letteralmente sciolta al pensiero che, nonostante poi le condizioni di vita di Haruna migliorino nettamente quando lei va a vivere con Tachimukai, Yuuto resti comunque a suonare all’Underwater. È una cosa molto da Kidou degli episodi iniziali della prima serie, quello che seguiva Kageyama senza battere ciglio. Probabilmente poi la cosa col tempo è migliorata, perché Kidou apre gli occhi e capisce l’erroneità di quanto Kageyama stava facendo, perlomeno nell’anime, salvo poi ricredersi giusto un centinaio di episodi dopo – quant’è adorabile il nostro regista. Ad ogni modo, qui il problema proprio non si pone, perché essendo un’AU è chiaro che non si possano lasciare invariati tutti i dettagli del canon, sono io quella che cerca sempre di buttarci dentro ogni cosa per forza, con qualsiasi stratagemma possibile e immaginabile. In merito a questo ho amato la menzione a David Evans, hai lasciato il background di Kageyama pressoché inalterato e questo è lodevole, nonostante l’assenza di Garshield Reiji ha pur sempre un passato abbastanza burrascoso (vedi quello che succede a suo padre) e alla fine la cosa ci sta, essendo un’AU di tanto in tanto va bene alleggerire il peso del passato che incombe sulle spalle dei nostri adorati personaggi.
Se devo parlare invece di quelle famose cose che non mi sono tornate, partirei proprio da Kageyama: quando dona gli occhialini a Kidou fa accenni senza problemi a suo padre e alla propria storia. Questo non l’ho trovato molto in linea col personaggio: per quello che la Level 5 ci ha lasciato intendere, Kageyama è piuttosto riservato per quanto riguarda la propria vita privata, perciò mi pare strano che condivida queste informazioni così, a cuor leggero, specie con Kidou, che conosce da relativamente poco tempo (anche nell’anime mi pare di ricordare che non abbia mai rilasciato confidenze del genere allo stesso Yuuto, la persona di cui probabilmente più si fidava). In generale, tendo ad abolire tutta quella linea comportamentale che tende a descrivere Kageyama come una persona facile ai sentimentalismi, perché Reiji è tutto fuorché questo, quindi magari la scena in cui dedica un brano a Kidou e lo nomina addirittura “Soulmates” mi lascia un po’ spiazzata, lo vedo davvero poco da lui. Per Kidou, ti dico subito che la parte, nella scena finale, in cui se ne esce con quella frase sulle loro anime che sono fatte della stessa sostanza mi ha decisamente resa basita, perché se da una parte questo è certamente vero (nell’anime Kageyama plasma Kidou, se così si può dire, a propria immagine e somiglianza, perciò chi più di loro due potrebbe avere due spiriti così affini?) dubito che il Kidou che conosciamo si lancerebbe in un’affermazione del genere, che suona tanto come una dichiarazione d’amore, per quanto critico possa essere il momento. Erano in punto di morte, okay, non è stato tuttavia Kageyama stesso ad insegnare a Kidou a celare le proprie emozioni? Anche la timidezza – o forse sarebbe più corretto dire soggezione – che Kidou prova al pensiero di suonare davanti ad altre persone mi lascia un po’ interdetta: ma come, lui non era quello sempre coraggioso e temerario?
Comunque, a parte queste piccole imprecisioni, devo dire che i personaggi sono gestiti davvero molto bene: anche Percival, Caleb e Byron (anche se di quest’ultimo non ho ben compreso il motivo del gender bend: in pratica trovavi che fosse più funzionale alla trama in versione femminile…? Temo di non aver afferrato questa cosa) sebbene siano appena accennati rispetto a Jude e Ray, che sono chiaramente e indiscutibilmente i protagonisti di questa storia, mi sono sembrati ben caratterizzati. Percival il solito conciso, burbero e di poche parole, Caleb sfrontato come sempre e Afuro quel civettuolo che non guasta mai. In generale, non si può proprio dire che tu non abbia fatto un buon lavoro. Anche con la relazione (la KageKi), per quanto sia appena accennata, sei andata piuttosto bene, quelle mani intrecciate uccidono di feels ben più di mille baci. In conclusione, ripetendo che questa era pur sempre la prima volta che muovevi dei personaggi così difficili da gestire – peraltro pure fuori dall’ambiente canon in cui siamo abituati a vederli, quindi aggiungendo ancor più difficoltà alla cosa – te la sei cavata in una maniera che oserei definire magistrale.             

Sviluppo AU: 10/10
Che vuoi che ti dica, è perfetto. Volevo sentire l’odore del legno stagionato di quei tavolacci malandati e l’ho sentito. Cercavo uno o più riferimenti al mio adorato Novecento e li ho trovati. Io sono davvero senza parole, considerando che sei tu stessa la prima ad avermi detto che non riponevi molta fiducia in questa storia. Ora, la mia domanda è: perché? Suono il pianoforte da undici anni, è uno strumento a cui sono sempre stata profondamente legata e uno dei miei headcanon è quello di Kidou pianista. Devo ammettere tuttavia che anche Kageyama non ce lo vedo male, specie per come li hai interpretati tu. Ci sono tutti i presupposti per essere un’ottima AU, si vede che ti sei documentata per bene: il proibizionismo, il riferimento alla prima guerra mondiale… adoro. Mi piace molto, sembra che ogni elemento sia stato cesellato a dovere, un tassello di un puzzle molto più grande che va ad incastrarsi perfettamente al proprio posto. Tra l’altro, è incredibile il lavoro di comparazione che hai fatto, perché non solo hai effettuato una trasposizione in AU da un libro, hai pure modificato alcuni dettagli per renderli aderenti alla trama che ti avevo indicato, quindi la nave diventa un vecchio pub e il riferimento all’oceano che il transatlantico dell’opera di Baricco attraversava è nel nome del locale. Promettimi che scriverai più spesso, possibilmente su questi due personaggi: leggere questa storia è stata una piacevole sorpresa. Adatta anche, considerando il setting della vicenda, ossia gli Stati Uniti d’America, la scelta di utilizzare i nomi europei piuttosto che quelli originali.   

Titolo: 5/5
Sono stata a lungo indecisa su che voto assegnarti per questo parametro. All’inizio un titolo così lungo non mi aveva affatto convinta: sono dell’opinione infatti che un titolo più sia breve e semplice e più sia d’effetto. Qui però c’è una sorta di variabile nascosta, che all’inizio non avevo neanche preso in considerazione, ossia il richiamo a quel film meraviglioso che è “La leggenda del pianista sull’oceano”. Ho apprezzato molto il – seppur velato – riferimento, perciò alla fine ho deciso di premiarti proprio per questo. 

Gradimento personale: 10/10
Io non ce la posso fare. C-cioè-- okay, sto calma. Devo darmi un contegno, dopotutto questo è il mio contest… no, non ce la faccio. Mi sento anzitutto estremamente lusingata nell’apprendere che tu, che non partecipi mai ai contest, abbia voluto iscriverti al mio. Per non parlare del fatto che non ti sei presentata con una storia qualsiasi, bensì con una sul fandom a cui, nel bene e nel male, sono maggiormente legata e per di più con la mia unica, vera e sola OTP suprema. Sono una giudice di parte, ahah. Tralasciando gli scherzi, non c’è un singolo dettaglio che non mi convinca, in questa storia: l’AU è resa alla perfezione, ti sembra quasi di essere lì, in quel locale malridotto, mentre note calde e seducenti ti accarezzano la pelle. Tutto intorno è desolazione e squallore, però quella musica ti scalda davvero il cuore. I personaggi, seppur con qualche pecca nell’IC, ci sono e non me la sento di penalizzarti più di tanto proprio perché, per esperienza personale, so quanto sia difficile tratteggiare Kidou e Kageyama, che hanno un’indicibile quantità di sfumature caratteriali – ecco perché sono così reali. Perfino l’html è molto bello, sebbene io avrei inserito un’interlinea un po’ più basso. Il finale mi ha letteralmente uccisa, penso che non mi riprenderò mai da un trauma del genere. Ancora oggi, a distanza di quasi un mese da quando l’ho letta per la prima volta, nel giudicare la tua fic avverto sempre la stessa, terribile stretta allo stomaco. Hai presente quando sai già perfettamente come finirà qualcosa, eppure ti trovi irrazionalmente a sperare ogni volta che vada in maniera diversa? Ecco, per me è così con la tua storia. Termina in un modo così drammatico e struggente che ci sono stata male per una settimana (e, a costo di rimetterci la faccia, ammetto di aver pianto tutto il giorno, una volta arrivata all’ultima frase). Io per loro sogno sempre il lieto fine, eppure mi rendo conto che in questo caso è quasi giusto che sia andata così. Perciò, punteggio pieno meritatissimo anche qui.

Introduzione: 5/5
Riprendi un punto saliente della storia, quello da cui tutto comincia e forse anche lo stesso a cui ogni cosa ritorna, sul finire della storia. Bella idea, l’ho apprezzata davvero tanto. Anche “Novecento” ruota tutto attorno al pianista leggendario, alla straordinaria capacità che possiede di suonare un così elevato numero di note tutte assieme, tanto che, quando ha finito e le corde dello strumento ancora vibrano, è stato possibile accendervi un sigaro. Emozionante, d’impatto, sicuramente un’ottima scelta.

Bonus (per song e/o quote): 1/2
Avrei voluto poter dare di più, ahimè tuttavia hai scelto di usare solo una citazione, senza abbinarci una canzone – che era l’unico modo per ottenere due punti su due. Devo dire tuttavia che la citazione è stata adoperata in maniera a dir poco magistrale: ci sono riferimenti alle anime “fatte della stessa sostanza” praticamente ovunque nel testo: Ray dedica a Jude un brano intitolato “Soulmates” (non sto fangirlando, no no) che significa proprio “anime gemelle”, inoltre il discorso di questi spiriti affini viene ripreso dallo stesso Jude, sul finire della storia. Diciamo che è un po’ il “fulcro” attorno a cui gira tutta la fic e questo è esattamente ciò che desideravo. Chapeau.
 

Totale: 60/62