Ciao! Mi piace molto questa storia! Il loro incontro da bambini è un qualcosa di veramente dolce, lo adoro. Per non parlare di Sherlock che si presenta con il suo primo nome per poi ammettere molto candidamente anni dopo "Oh, non ho mentito. Mi chiamo anche William... Mi hai incontrato in quel periodo della mia vita dove dicevo un nome diverso ad ogni nuova persona che conoscevo."...da baciare e prendere a pugni in contemporanea! Le loro descrizioni da bambini le ho apprezzate davvero tanto, perché ricalcano i tratti fondamentali che i personaggi acquisiranno da adulti ma allo stesso tempo presentano una certa acerbità legata alla giovane età, ad esempio John è già raffigurato come una persona coraggiosa (non si preoccupa della ferita nè del dolore), intuitiva (capisce che Sherlock, o meglio William, solitamente non ama manifestare le proprie emozioni) e dolce, ma soprattutto quest'ultima qualità è amplificata dal suo essere un bambino. Stessa cosa per Sherlock. Infine ho amato il loro essere immediatamente attratti (in senso più elevato) l'uno dall'altro, il volersi guardare negli occhi, il non bisogno di parlare, come se fossero due anime legate da un qualcosa che si sono semplicemente ritrovate. Potrei parlare ancora tanto sul bisogno di John di sapere perché il piccolo nuovo amico sta piangendo e sulla sua voglia (quasi bisogno) di trovare un modo per consolarlo, sulla dolcezza di Sherlock e Barbarossa, sull'epifania dei due protagonisti del loro primo incontro, ma mi fermo qui. Menzione d'onore per il titolo (e quindi la frase più volte ripetuta prima da uno e poi dall'altro "sei sempre stato tu") e per i non ti scordar di me!

Ciao! Complimenti per questa storia dolcissima!!
Il loro primo incontro, da bambini, mi ha emozionata da morire!
Si sono riconosciuti al primo sguardo!!
Erano destinati a stare insieme; sono anime gemelle, e niente e nessuno può separarli, neanche il tempo e lo spazio!
Buon 2017 e, soprattutto, buona quarta stagione di Sherlock!! :)