Ciao, non so davvero come abbia fatto questa meraviglia a sfuggirmi ma, shame on me, è stato davvero così. Credo che la "colpa" sia un più che altro del periodo. Dopo aver visto la quarta stagione, ma anche durante, non ho letto praticamente più niente per almeno un mese. Quindi tutte le storie scritte a gennaio me le sono completamente perse e, nonostante io ne avessi recuperata qualcuna, questa mi era proprio sfuggita. Ma va beh, meglio tardi che mai ecco!
Devo dire che mi è piaciuta tantissimo, al punto che l'ho inserita tra le preferite. Mi azzardo a dire che forse, se l'avessi letta all'epoca, avrei vissuto meglio quel mare di angst e "guerre" fandomiche che è stata la quarta stagione. Anzitutto è molto ben scritta, senza errori di grammatica (cosa che è sempre bene sottolineare), con uno stile fluido e scorrevole. Tende tantissimo al fluff, ma senza mai nessuna esagerazione. Non c'è nessuna cosa eccessivamente smielata, anzi ho trovato molto dolce l'idea di questo Sherlock che va a fare la spesa per Rosie, che si confonde con gli omogenizzati e i pannolini e che a un certo punto si rende conto di non averla mai tenuta in braccio. L'ho trovato tanto, ma tanto dolce. Mi è piaciuto tanto il modo in cui hai scritto del loro interagire, che poi è il cardine dell'intera storia. Sherlock che si approccia a una bambina tanto piccola è sempre un argomento rischioso da trattare, perché rischi di snaturare il personaggio. Ma secondo me tu sei riuscita benissimo a dargli quell'aria un po' impacciata e quasi goffa che trovo credibile su un personaggio come lui. Mi è anche piaciuta tantissimo questa cosa della musica e l'idea di Sherlock e Rosie che quasi ballano insieme e di lui che le canta questa stupenda canzone. Prima cosa: scelta musicale meravigliosa, io la adoro e anzi, l'ho usata anch'io una volta, in una fanfiction. E poi ho amato davvero il finale, con questo John che torna all'improvviso e Sherlock quasi non sa come reagire. Dura un secondo e poi c'è il "ti amo" che nemmeno sentiamo e che tu inserisci dentro la narrazione, a discorso indiretto. Buttato lì, come se fosse ovvio e non fosse nemmeno necessario dirlo. Ci basta l'espressione di John, la meraviglia che prova nel guardare Sherlock in quel modo. Ecco, sentiamo solo la reazione che segue e che scalda un'atmosfera già stupenda di suo.
Complimenti di nuovo.
Koa |