Ti dirò, caro Luca, che in un periodo denso d'esami come quello che sto passando, con poche pause e molta fatica, entrare su EFP e trovare una delle tue poesie su Harry Potter è come ricevere una piacevole ventata d'aria fresca. Il che sarebbe magnifico, dato che distratta come sono ho alzato troppo il riscaldamento e ora sto sudando.
Prima di commentare attentamente questa tua ennesima perla, vorrei dirti che ho letto anche la tua magnifica poesia sul Grinch - uno dei miei film preferiti, a cui sono incredibilmente affezionata. Purtroppo, il tempo per commentare scarseggia, e mi dedicherò a recensire questa per farmi perdonare!
La prima strofa ci dà l'immagine di Harry che entra nell'ultima sala, quella dello specchio. Rende benissimo la sua sorpresa - lui, che si aspettava di trovarsi davanti a Piton e invece si trova davanti ad un insospettabile, balbuziente e apparentemente insignificante Raptor! Sembra quasi che le sue percezioni durante l'anno siano state completamente sbagliate! Un castello di carte che crolla, per l'appunto.
La seconda strofa è la mia preferita. "E dietro, il bastardo, dal nome, che conta, si para, codardo, dall'uomo, che lui non affronta". Magnifico! Il bastardo dal nome che conta è un epiteto azzeccatissimo! Bastardo, sia per l'accezione negativa che questa parola assume nel linguaggio quotidiano, quasi fosse sinonimo di stronzo, sia per il suo significato originario, ibrido, non puro, non legittimo. In fondo, nonostante l'odio che Voldemort nutre per i mezzosangue, anche lui è figlio di una strega ed un umano. Un ibrido, un bastardo, per l'appunto. E "Dal nome che conta" è un'altra parte semplicemente perfetta: quale migliore modo per definire il mago il cui nome tutti temono, colui che solo porta quel nome? Colui che l'ha creato, apposta per essere unico, per far tremare tutti con quelle poche lettere?
La terza strofa riprende la crudeltà con cui Raptor, in vece di Voldemort, ha bevuto il sangue di un animale puro e magnifico come l'unicorno. L'incendio che Raptor scatena per non far scappare Harry, e il modo finale in cui Harry si rende conto che Raptor non può toccarlo, per via della protezione materna che ha fin dalla nascita. Hai reso tutto magnificamente, hai reso come Voldemort, un mago così potente, non sia nulla di fronte all'amore estremo di una madre per il figlio, non possa spezzare una protezione creata undici anni prima, la stessa protezione che l'ha ucciso.
Complimenti vivissimi! Come sempre, poesia metricamente perfetta.
Cecilia
(Recensione modificata il 27/01/2017 - 11:13 am) |