Recensioni per
29 Gennaio
di Lory221B
Mia cara sappi che ho adorato questa fanfiction! I personaggi sono assotulamente IC e ti faccio dunque i complimenti :) John che lo ama a tal punto che si sente in colpa di non aver mostrato all'istante cosa Sherlock gli ha fatto provare, e Sherlock che sente di non meritare questo amore T.T ma lo merita eccome questi due si meritano a vicenda! |
Sono un po’ caotica nell’ordine temporale delle recensioni; tra i motivi anche il “pellegrinaggio” che sto compiendo per rivedere tutto (e dico TUTTO) dall’inizio. Stasera toccava ad ASIB, ma preferisco recuperare questa tua ff perché non mi scivoli via. Condivido in pieno ciò che affermi nel tuo “Angolo autrice” sul fatto che non sarà certo TFP a rovinare l’unicità e la qualità di ciò che abbiamo visto fino ad ora. Anche se il rewatch, più ragionato e tranquillo, mi ha fatto gustare, in quell’ultima puntata, degli aspetti che non avevo ben “inquadrati”. Per me, dunque, pace fatta. Arrivo alla storia. Impressioni immediate: sorriso, pace, benessere. Mi è piaciuta, infatti, molto e mi ha trasmesso un sentimento positivo di armonia e di sollievo. Hai, dolcemente, senza forzature, chiuso il cerchio con quella frase, stavolta pronunciata da Sh (“…Aspetta, prendi il mio…”), che l’aveva cominciato a tracciare ma era rimasto incompleto da troppo tempo, nel silenzio assordante di troppe cose non dette e nel vuoto di troppe cose non fatte. Ho usato il termine “senza forzature” riferendomi ai due atteggiamenti che ritengo più significativi: quel fermarsi improvviso di John, muto e pensieroso, a guardare Sh e quest’ultimo che, alla fine, annuisce e sorride. Secondo me, con questa tua ff, sei perfettamente IC ed in linea con i messaggi positivi, forse un po’ criptati ma presenti, che la quarta stagione ha trasmesso: un John che sembra più disponibile a superare la morte di Mary ma, soprattutto, il blocco terribile del post Reichenbach, che continua ad oscurare i suoi sguardi quando Sh è con lui; per quanto riguarda quest’ultimo, diventa evidente il suo percorso umano, dagli spigolosi atteggiamenti, certamente dovuti a disistima di sé, ad un’umanità più dolce, più “morbida”, più disponibile ad ascoltare e ad aprirsi. Non è da dimenticare “Norbury” che diventa un “Vatican Cameos” dell’animo, una presa di coscienza sul valore del misurarsi con gli altri, anche se scomodi, per definire l’espressione meno negativa della propria personalità. Trovo tutto questo in “29 gennaio”, la cui intensità è sintetizzata in “…questo è quello che abbiamo…”. Grande Sh, me l’hai riportato con tutta la forza e la scoperta del suo cuore. Oltretutto, mi è piaciuto come hai espresso ciò che volevi comunicarci, con la semplicità e l’efficacia di uno stile asciutto, “quotidiano” ma non banale. Grazie. |
Ciao, sono rimasta lievemente indietro con le letture e sto recuperando qualcosina, evitando abilmente di entrare nella sezione, e mi dispiaceva lasciare indietro qualcosa di tuo. Sono contenta tu si sia messa a scrivere ancora, sarebbe stato un peccato se avessi smesso di farlo e dico davvero perché sei una delle poche che riesco ancora a leggere senza stancarmi dopo un paio di righe, e che non mi viene a noia. |
Bentornata, amica mia. ^_^ |
Brava! È questo lo spirito giusto, con cui affrontare la cosa. Premetto che a me la 4a stagione è piaciuta. Malgrado ne riconosca tanti difetti, le ho trovato tanti pregi che me la hanno fatta apprezzare. Probabilmente, sono una delle poche, ma il mondo è bello perché è vario. |