Recensioni per
Verdetto finale
di Lory221B
Credo che John e Sherlock siano la coppia più bella di sempre, perché sono davvero personaggi complessi, che si completano a vicenda, si amano, si cercano, ma non si comprendono a pieno. C'è davvero un mondo di emozioni e sentimenti dietro ogni loro sguardo, parola, gesto, scelta. Amo questa coppia anche perché c'è ancora tantissimo da dire su di loro, ancora buona parte è ancora inespresso. |
Buongiorno! è molto tempo che ho questa storia in attesa di rec... *-* |
È proprio bella. Mi piace. |
Singolare, da subito, questa OS, ad una prima lettura, per lo schema "processuale" in cui sono state sistemate le idee da comunicare. Idee che, non so se ti consoli, non sei la sola a rincorrere, a sviscerare, per trovare punti fermi nel marasma che ha scatenato la quarta Stagione. Interessante, quindi, questo tuo "far ordine" nella tempesta che, più che mai, lega e separa, allo stesso tempo, Sh e John. Quest'ultimo lo fai esprimere in modo completamente IC, come accusatore e, contemporaneamente, difensore di se stesso. Approvo la scelta che hai fatto di questo doppio ruolo, di fronte ad uno Sh giudice, dall'alto del suo percorso indubbiamente più sconvolgente, secondo me, perché l'urlo delle sofferenze ed incomprensioni subite è sempre stato soffocato, inchiodato al mutismo da una spietata razionalità . Ora Sh può giudicare, sì, anche perché l'immagine di lui che ci è rimasta, dopo il vero e proprio "salto/caduta" (nostro) cui siamo stati costretti dalla quarta Stagione, è quella di un uomo più aperto ad esprimere ciò che prova, ad accogliere, a consolare; ad accettare, anche senza farsi prendere dall'ira, di sentirsi rifiutato dalla persona più importante della sua vita che avrebbe preferito farsi aiutare da tutti tranne che da lui. IC anche Sh che si esprime con parole che corrispondono al suo atteggiamento, venato da una consapevole malinconia, che lo ha caratterizzato soprattutto in TFP. Annoto una, tra le tante, frase che mi ha colpito particolarmente per l'attinenza al personaggio ed a quanto visto di lui:"...non ero in grado di riconoscere ed apprezzare ..". Mi ha ricordato quella scena, in TGG, sì mi sto consolando con il passato, in cui i due stanno cercando il Golem ed Holmes, sorprendentemente, alza gli occhi al cielo pieno di stelle, ammirandone la bellezza. Dunque una storia, la tua, credibile e di spessore. |
Il genere "malinconico" mi aveva tratta in inganno e mi sono approcciata a questa storia aspettandomi un finale un po' amaro, triste quasi e invece si passa per l'amarezza questo sì (e anche per un po' di angst a dire il vero), ma l'assoluzione finale di Sherlock che eleva le colpe di John a mera umanità, è un qualcosa di liberatorio ed estremamente positivo. Circa, ma su questo mi spiegherò meglio. Ad ogni modo è tutt'altro che malinconico. Anche in questa, così come nella OS che ho letto qualche giorno fa, c'è poco romanticismo e molte parole chiare e dette in modo netto, ma questo non inficia il risultato finale, né la qualità di quello che hai scritto. Anzi, sono incuriosita da diversi aspetti e che leggendo solo "29 gennaio" avevo sì notato, ma avevo attribuito la cosa a quel particolare episodio che raccontavi in quella specifica storia (perché ogni storia è un mondo a sé) e invece c'è una costante e un qualcosa che ritorna anche qui, forse in maniera ben più forte. Non so se qualcuno dei tuoi lettori lo ha già notato, ma c'è qualcosa di diverso in te e nel modo in cui scrivi non solo dei sentimenti di John e Sherlock, ma anche e soprattutto nel modo in cui questi arrivano a confessarsi l'un l'altro. Specifico per bene: non voglio farmi un'idea di quello che pensi di questa quarta stagione, questo perché quello che una stagione o un'intera serie lascia a una persona, è un meccanismo molto complesso e tante sfaccettature di sentimenti, pensieri ed emozioni, che oltre a esser privati sono di difficile codifica per qualcuno che non vive nella tua testa. Quindi peccherei di presunzione a pensare una qualsiasi cosa a riguardo. Pertanto ciò che sto per dire esce senza che io abbia idee, che non voglio nemmeno farmi perché sono cose personali e che non mi riguardano. Credo di esser obiettiva nel dirlo perché appunto non influenzata da informazioni di alcun tipo, ma c'è una certa durezza in quello che ho letto. Non solo nell'approccio generale alla narrazione, che esprimi in una seconda persona molto accusatoria e critica col personaggio (forse specchio di una certa identificazione in essa? Non so, questa è speculazione) ma anche e soprattutto nel modo in cui Sherlock parla alla fine, e per come lui e John arrivano a capirsi. Le cose che, di fatto, vengono messe sul piatto del loro rapporto, sono come frustate e vengono espresse in una verità indurita, quasi aggressiva. C'è impeto in quello che scrivi e una freddezza analitica che mi incuriosisce per precisione. Per questo dicevo che c'è poco romanticismo, c'è poca grazia e leggerezza, ma tanta, davvero tanta pesantezza e sia in questa che nella fic precedente. Alla fine sì, è liberatorio e positivo questo finale perché entrambi vengono assolti, ma io sono dell'idea che le cose non siano mai sempre e solo così facili, è una libertà dura quella che raggiungono e forse eccessivamente incattivita e qui è ciò su cui mi cruccio... Non capisco da cosa siano così induriti. La morte di Mary? I fatti accaduti con Eurus? Moriarty? Possibile che il peso di parole mai dette suoni così ingombrante? Non so, questa è la cosa che mi rende più perplessa... ma immagino che necessiterò di ulteriori letture. |
Ciao amica! |