Recensioni per
Da John a John
di marea_lunare

Questa storia ha ottenuto 1 recensioni.
Positive : 1
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
09/04/20, ore 15:13

Ciao di nuovo, ormai starai pensando che ti sto stalkerando il profilo e avresti ragione... dopo aver letto diverse storie incentrate su Sherlock, ne ho scelta una che invece parla più di John. E che va su toni decisamente più angst rispetto alle precedenti. Quando si parla di John Watson c'è da dire che la serie offre diversi spunti per una storia angst, una storia che parla di frustrazione e rabbia. Perché John stesso ne è un concentrato notevole. In questa storia ti sei molto concentrata sugli incubi legati alla guerra in Afganistan e al disturbo da stress post traumatico di cui John soffre. Non abbiamo un'idea precisa di quando sia ambientata questa storia, ma intuiamo che John e Sherlock staranno insieme, nel futuro, e nel futuro sarà felice con Sherlock. Sarà più sereno. Mi è piaciuta molto questa idea della lettera, questo John del futuro (appunto più sereno e tranquillo) che scrive a un John del proprio passato che sa non esserlo affatto. Scrive a diversi "John Watson". Addirittura anche a uno bambino, uno ancora illuso, ancora inconsapevole di cosa sia la guerra e di come riduca gli uomini. Ma è principalmente a quel se stesso appena tornato a casa dalla guerra, quello a cui si rivolge. Da come ce lo descrivi si ha quasi la sensazione che la deduzione di Ella sia la più corretta, rispetto a quella di Mycroft. Già nel primo episodio avevano messo in chiaro che John sentiva nostalgia dei campi di battaglia, qua invece ne sembra traumatizzato. Porta addirittura degli esempi con dei suoi commilitoni che hanno passato dei veri e propri inferni dopo il ritorno a casa. Anche qua John ha dei problemi, legati al dormire. Quando dorme gli passano davanti le immagini dei campi di battaglia, dei compagni morti... John ha vissuto tutto questo da medico militare, quindi deve aver visto davvero il peggio della guerra. Arriva a dire che la morte veloce è la più fortunata, mentre quella più lenta (che dovrebbe fornire qualche speranza) in realtà è una lunga agonia. Ti faccio i complimenti per la precisione con cui hai descritto i traumi dei soldati, molto precisi e verosimili. Non ho fatto alcuna fatica a immaginarmi tutto questo su persone reali, quindi la base della trama su cui poi hai costruito il tutto è davvero molto solida. Non stento nemmeno a credere che una psicologa possa dare a un proprio paziente un compito come questo. Per John poi è ancora più importante perché, e già Ella lo aveva capito, scrivere è un modo per esprimere una parte di se stessi o i propri sentimenti, e John ne ha un disperato bisogno. E infatti nelle prime righe si ha quasi la sensazione che, sebbene diffidente (come sempre, John ha problemi di fiducia), poi in realtà gli venga sempre più naturale scrivere e tanto che la lettera diventa un fiume in piena.

Nelle lettere c'è una costante, oltre agli incubi e alla guerra ovvero Sherlock Holmes. Si intuisce che Sherlock e John staranno insieme nel futuro e capiamo anche che John è sceso a patti con quel lato di se stesso che si rifiutava di accettarsi come gay (o comunque come non etero). Non so se nella tua idea c'era più l'idea di un'etero-flessibilità che di una bisessualità (io credo molto più nella prima, per John Watson s'intende), ma è comunque così che l'ho interpretata. Gay, mh, solo per Sherlock. Senz'altro lui è l'unico uomo che gli sia mai piaciuto sotto diversi punti di vista. E qui notiamo come, oltre al sentimento che li lega, ci sia anche un desiderio, un bisogno di proteggere John da parte di uno Sherlock che, la notte, si insinua nella sua stanza e lo aiuta a superare gli incubi. Ripensando a i racconti di Conan Doyle e al fatto che Sherlock prese a suonare il violino per calmare gli incubi del traumatizzato dottor Watson, beh, non c'è niente di più canonico.

Mi è piaciuta tanto anche questa lettura, originale senza dubbio e anche molto ben fatta. Come sempre ribadisco che non so come abbia fatto a non leggerti per così tanto tempo. Ho una teoria a riguardo, ma evito di esplora qui. Intanto ti faccio i miei complimenti e ti rivedrò prestissimo con un'altra storia, devo solo andare a sfornare una torta e poi ci sono.

Alla prossima.
Koa