Recensioni per
Thunders and Gentle Fall of Rain
di arangirl

Questa storia ha ottenuto 25 recensioni.
Positive : 25
Neutre o critiche: 0


Devi essere loggato per recensire.
Registrati o fai il login.
Nuovo recensore
11/04/17, ore 21:01
Cap. 1:

Ciao! Farò una gran figuraccia a commentare dopo Sharkie e Quarantadue, ma volevo lasciare un piccolo saluto.

Come inizio di storia è molto interessante, l'ambientazione è evocativa e i personaggi trovano bene il loro posto. Le vicende si possono immaginare facilmente grazie a come le hai introdotte e la curiosità nasce spontanea.

La mia quindi rimane un'esortazione a continuare il buon lavoro, correggendo le piccole sviste che ti hanno fatto notare e trasformando quella che era partita come una OS in una storia vera e propria.

Complimenti e buon lavoro :)

alla prossima
mj27

Recensore Junior
11/04/17, ore 17:58
Cap. 1:

Okkkkkk, here it is. La mia recensione :DDD
Dunque, devi sapere che Vikings è una delle mie serie preferite in assoluto (assieme a Black Sails, una serie sui pirati, spin-off de L'Isola del Tesoro). Quindi quando ho letto che è ambientata in quel mondo (nel senso che i riferimenti storici sono stati presi direttamente da là) sono esplosa di gioia!
ADORO I VICHINGHI. (Questo non vuol dire che me li troverei volentieri davanti come è successo a Clarke, ma andiamo con ordine.)
Proprio perchè li amoro-coccolo-adoro-venero-amo, mi è salito solo un piccolissimo appunto durante la lettura (che poi ho accettato, come spiegherò a breve) e cioè che, come sicuramente saprai anche tu dato che abbiamo visto le medesime cose, per quanto saggio, pacifista, lungimirante e potente fosse un condottiero vichingo, era quasi sempre impossibile invadere una cittadina senza spargere sangue, stuprare donne, trucidare vecchi e bambini e saccheggiare tutto. Questo perchè, e ripeto, sono cose che sicuramente sai anche tu, il culto principale dei vichinghi era quello del sangue. Non versarne manco una goccia era segno di cattivo auspicio, come se non stessero tributando le loro azioni al potente Odino.
Ora, come ti ho già anticipato, alla fine ho accettato la cosa nell'ottica della popolazione media di lettrici. Probabilmente è stato meglio mettere da parte tutto lo splatter e le crudeltà gratuite per dare spazio ad un ambiente un po' più pacifico..
Detto questo, concordo in parte con Quarantadue nel senso che, si, è vero, anche io noto la mancanza di descrizioni approfondite, ma a mio modesto parere non hanno diminuito molto l'arco narrativo. Sinceramente, se devo scegliere tra descrizioni prolisse, inutili e abbondanti giusto per amor di -cosa?- visualizzazione grafica, nah, preferisco l'implicito. Anche perchè spesso tutte quelle liste dettagliate di cosa indossa il protagonista, la marca, il colore, blablabla spezza solo il flusso narrativo e non mi dà niente se non enorme fastidio.
Questo lo dico OVVIAMENTE non per denigrare chi inserisce le descrizioni -nossignore- ma solo per dire che se a te non è venuto in mente di farle, beh, a me sta bene. Lavorerò un po' di più con l'immaginazione :P
Infine, si, anche dal lato "change of mind" di Clarke sono d'accordo solo in parte. Diciamo che io non ho visto un cambiamento così repentino di opinione, è chiaro che Clarke ha una mente estremamente elastica (perchè in teoria è una cosiddetta "pianificatrice", anche se non arriverà mai ai livelli di Walter White) quindi per me ha senso che abbia avuto determinati pensieri del tipo "mi piacerebbe essere Vichinga", dato che praticamente si vede spiattellare in faccia una dopo l'altra una guerriera strafiga ed un Commander -Jarl- ancor più figo entrambe donne, guerriere, di potere, libere e fottutamente invidiabili.
Come è chiaro che, si, è giusto, come dice Quarantadue, che una persona in un contesto del genere dovrebbe anche pensare di essere in mezzo ai barbari, bestie e animali. Insomma, ci starebbe un po' di tumulto e confusione emotiva...
...che sono certa, arriverà.
In conclusione, partendo dal presupposto che questa doveva essere una OS ha estremamente senso che l'intro sia stata veloce e blablabla e si, poco me ne frega, in sostanza. Sono certa che arricchirai i prossimi capitoli, anche grazie ai preziosi (e finanche troppo precisi, ma è sempre meglio così) consigli di Quarantadue e che ci lascerai ogni volta meglio di prima.
Quindi, morale della favola per me thumbs up, assolutamente.
Ma d'altra parte mi avevi già conquistata con la parola "Vikings"

Al prossimo capitolo :D
Sharkie

Nuovo recensore
11/04/17, ore 17:03
Cap. 1:

Visto che ho letto questa storia ho avuto l'impulso di commentarla, mi ha convinto a farlo il buon materiale che è stato mostrato.

Scrittura:

Anzitutto volevo farti i complimenti, ho trovato la lettura buona, piacevole e scorrevole, non ho evidenziato grossi errori grammaticali se non per qualche piccolo errore di battitura, la punteggiatura mi è sembrata adeguata.
Sicuramente, però, la parte più problematica per me, è che ho trovato le descrizioni che hai fatto troppo semplicistiche o del tutto assenti (per esempio non descrivi se il cielo è limpido e c'è il sole o se è nuvoloso). In una scrittura leggera e piacevole come la tua non si sente il bisogno di descrizioni pompose e complesse, ma qui a volte mancano alcuni basici elementi per capire chiaramente ambienti e personaggi. Clarke non me la immagino molto bene e nonostante il fatto che sia un personaggio conosciuto, e in generale quindi ci si possa esimere dal descriverlo, ho trovato un po' di difficoltà a immaginarmi il suo aspetto. So che è una suora ma non si capisce bene che cosa ha addosso, se non una lunga veste. Non si capisce come ha acconciati i capelli, quanto sono lunghi e se sono visibili (se indossa un copricapo o meno) e che scarpe indossa (se ne indossa). Ma anche con altri personaggi e luoghi hai peccato di poca descrizione, cosa che vorrei farti notare per far sì che tu (se vorrai) possa dare al lettore maggiore immersione e visione in quello che legge nei prossimi capitoli. A tal proposito ho avuto anche delle difficoltà a capire che all'inizio la donna che era venuta per prendere Clarke fosse Anya. Non sei stata molto precisa nella sua descrizione, hai messo un: 

"Era una donna alta, dall’aspetto terribile e minaccioso, i capelli chiari raccolti in una treccia, il viso colorato di pittura bianca che le circondava i penetranti occhi marrone chiaro. Portava una semplice corazza di cuoio, che le lasciava scoperte le braccia, decorate da tatuaggi tribali che Clarke si ritrovò, nonostante tutto, ad ammirare."

A causa del fatto che non hai evidenziato l'aspetto esotico del personaggio, in realtà ho subito pensato che fosse Echo la vichinga in questione, anche per la caratteristica pittura bianca che possiede, che su Anya non si è mai vista (per analogia ho subito pensato ai colori di guerra di Azgeda, visto che sono gli unici bianchi che si sono visti su donne). Anche i suoi modi rudi e autoritari, in associazione a quanto scritto prima, mi hanno fatto più propendere per la guerriera di Azgeda. Quindi è stato indubbiamente un fulmine a ciel sereno - per me - quando hai detto che era Anya e non Echo. 
Poi ho notato anche che non hai descritto l'ambiente durante il tragitto dalla chiesa fino all'accampamento (anche quest'ultimo descritto molto poco e semplicemente). Non si capiva dove stessero camminando i personaggi e che paesaggio stessero attraversando, non avevo modo di immaginarmi la scena se non focalizzandomi sulle mere immagini di loro due che interloquivano. 
Per il resto voglio rinnovarti i miei complimenti, la leggerezza dello scritto, coadiuvata dalla sua brevità e dalla maniera diretta con cui hai introdotto le situazioni, mi ha coinvolto molto nella lettura facendomi divorare il capitolo e lasciandomi alla fine con il desiderio di andare avanti. Non è una cosa banale, quando una storia ti fa venire voglia di continuare a leggerla, vuol dire che hai suscitato, con il tuo scrivere, un interesse e uno stimolo che sono entrambi certamente un grande punto positivo della tua storia, riuscire a coinvolgere il lettore.

Personaggi:

Poi, una cosa che ho trovato d'indubbia mia piacevolezza è il fatto che Clarke sembri Clarke. Spesso, soprattutto nelle fanfiction italiche che ho avuto modo di leggere, i personaggi di Clarke e Lexa perdono la loro caratterizzazione originaria, risultando quasi altre persone. La tua Clarke, invece, mi è sembrata piuttosto IC. Anzitutto nel suo volere abbandonare/ribellarsi alla sua vita preimpostata dalla sua famiglia (molto simile alle costrizioni della società dell'Arca nella serie, da cui lei vuole distaccarsi il più possibile) cercando una vocazione più gratificante per l'epoca del medioevo di essere una mera sfornafigli o un angelo del focolare. Quindi ho trovato giusto il suo compromesso di voler decidere della sua vita e rinchiudersi comunque in un mondo fatto di obblighi ecclesiastici pur di avere l'opportunità di potersi dedicare a ciò che le interessava: la medicina. Mi piace poi anche come la presenti di fronte alla minaccia dell'arrivo dei vichinghi, nel suo non diventare un'isterica per il tradimento del parroco e anche il suo spirito di sacrificio nei confronti delle altre sue consorelle e degli abitanti del villaggio, nel desiderio di proteggerli dalle ripercussioni di un suo possibile rifiuto nel voler assecondare la "richiesta" della donna vichinga, o di fronte alla possibilità di un fallimento nel salvare il loro Jarl.
Ho trovato anche molto coerente con la caratterizzazione del personaggio di Clarke il suo fare domande alla donna per ottenere informazioni.

"La sua mente lavorava velocissima, cercando di escogitare un modo per guarire lo Jarl e riuscire ad andarsene intera dall'accampamento, ma ogni suo pensiero fu bruscamente interrotto quando entrò nella tenda del suo paziente. Si era aspettata un uomo possente, un vichingo minaccioso, ma quello che aveva davanti non era nulla di tutto ciò."

Il suo essere intelligente, osservare e ascoltare quello che viene detto trovo che sia proprio nell'indole originale del personaggio. Soprattutto l'analizzare quello che ha attorno per trovare soluzioni e permettersi la fuga nel caso non volessero lasciarla andare dopo aver salvato il loro capo - per il timore appunto che questi non si facciano problemi a ucciderla - l'ho trovato decisamente ottimo.
Dipingi Clarke, nel suo elaborare le informazioni con acume, come una persona analitica e capace di affrontare una situazione - indubbiamente insolita per una ragazza del suo ceto - con un certo sangue freddo, cosa che lei, nella serie televisiva, possiede come una delle sue caratteristiche principali. 
Adattabilità, curiosità e iniziativa, tre punti fondamentali che del personaggio di Clarke hai colto e hai reso estremamente bene.

Lexa, da quel poco che ho potuto vedere e dalle informazioni che hai fatto trapelare attraverso i discorsi tra lei e Anya, sembra promettere bene ed essere simile a quella che è nella serie, quindi ti faccio i complimenti anche per questo.
Ho trovato decisamente fondamentale quando hai fatto notare, attraverso Anya, che Lexa ha trascurato le sue condizioni fisiche pur di salvaguardare il suo popolo, nel rischio che si è presa per incontrare il re. Nonostante questo, non la fai passare per un'incosciente nell'aver portato avanti un'iniziativa così pericolosa per lei, ma anzi sei riuscita - facendola interagire con Clarke - a farla vedere come un personaggio cosciente e sicuro di sè, come anche delle proprie decisioni.
Un altro dettaglio di indubbio valore è che hai voluto far notare come Lexa abbia deliberatamente detto a Clarke, sin dall'inizio, che sarebbe stata libera di tornare a casa qualunque fosse stato l'esito delle sue cure. Questo evidenzia quella coscienza dell'inevitabilità della morte tipica di Lexa, e nel contempo rende anche la sua benevolenza, che stranisce Clarke e suscita il suo interesse. Questo dettaglio del suo carattere, che la differenzia dai normali barbari di cui Clarke ha sentito parlare, è un ottimo spunto per creare poi un legame d'interesse tra i due personaggi, stimolato appunto dalla curiosità che Clarke sembra provare per la cultura vichinga.

Su Anya voglio fare solo un piccolo pensiero, anche perché non ho davvero molto da dire sul personaggio per come è stato esposto. Davanti all'azione vigliacca del parroco, una volta capito che Clarke era in grado di curare veramente, avrei trovato credibile che Anya lo uccidesse. Vuoi per non farla sembrare ingenua/facile da ingannare, e vuoi anche per far capire a Clarke con forza che le sue intenzioni erano serie. Oltre al fatto che uccidendo l'uomo Anya sarebbe risultata acuta e avrebbe fatto notare che aveva capito la vigliaccheria di quest'ultimo, avrebbe dato anche più valore al gesto di Clarke di non condannare l'uomo e di offrirsi senza protestare, dando quindi un possibile hint di rispetto per Clarke da parte di Anya. 
Era una sciocchezza, ma volevo dirla perché è stata la prima cosa che mi sono immaginato, quando il parroco l'ha additata/tradita. Ho pensato: "Dai adesso lo ammazza!" e stavo godendo... xD.

Storia:

Non voglio fare lo storico puntiglioso anche perché si parla di una fanfiction, e nel complesso, analizzando il tuo scritto, ho trovato ciò che hai mostrato abbastanza realistico per l'epoca di cui si narra e tanto mi basta, quindi promossa anche da questo punto di vista. 
Però, a riguardo di questo aspetto, voglio dirti due cosette che più che errori storici li ho trovati un po' più errori di coerenza nella narrazione:

Penso che sia un po' sbagliato il cambio di pensiero che fai avere a Clarke nel poco tempo che ha avuto a che fare con questa - per lei - nuova realtà sociale (rappresentata, per ora, soltanto dai personaggi di Anya e Lexa).

"Clarke pensò per un attimo a come sarebbe potuta essere la sua vita se fosse nata tra i vichinghi invece che in Inghilterra. Sarebbe potuta diventare una guerriera, come Anya, una guaritrice vera e propria, o qualsiasi altra cosa. Immaginò per un attimo di poter essere padrona della sua vita, libera di essere ciò che desiderava, e provò un fiotto di gelosia per la donna che camminava accanto a lei."

"Anya la guardava come se fosse una cosa ovvia, e Clarke sospirò “Credo che mi sarebbe piaciuto essere una vichinga.”"

"Anya alzò lo sguardo su di lei, come se la notasse davvero per la prima volta “Non so nemmeno perché ti sto dicendo tutto questo. Probabilmente speri che muoia, come tutti noi barbari.”"

"Clarke la guardò negli occhi, sostenendo a lungo il suo sguardo “Potrei dirti di sì, ma non è vero. E non perché temo per la mia incolumità, ma perché è mio dovere aiutare chiunque ne abbia bisogno. A prescindere da chi essi siano, o su che lato del campo di battaglia decidano di morire. Ho fatto tutto il possibile per aiutarla, ora è nelle mani di Dio.”"

All'inizio descrivi i vichinghi come dei barbari sanguinari, saccheggiatori, stupratori e nel giro di poco tempo (mentre si stanno incamminando per andare all'accampamento o quando sta curando Lexa, quasi neanche un giorno) fai fare questi ragionamenti/pensieri a Clarke, arrivando persino a esprimere l'apprezzamento per il poter essere nata nel loro popolo.
Indubbiamente credo che tu abbia usato questo espediente per evidenziare la voglia di libertà del personaggio, ma questo entra in contrasto con la visione violenta e spaventosa che ha sempre avuto (nella sua cultura) del popolo vichingo, tant'è che giustamente al suonare delle campane e allo sfondamento del portone della chiesa ne aveva una paura tale da bloccarle il respiro. E' un po' azzardato farle fare dei cambi di pensiero così velocemente quando la persona che le sta davanti ha più volte espresso la possibilità di ucciderla e di sterminare la gente del villaggio.
Anche perché se si parla della Clarke di the 100, visto che mi è sembrato che volessi rispecchiarne la caratterizzazione, e pensando anche all'epoca in cui la tua storia è inserita (basandoci anche sui precedenti ragionamenti di Clarke riguardo alle credenze che ha su questa popolazione), trovo questo aspetto gestito con troppa semplicità, anche perché - se cerchi di essere IC - nella serie stessa lei parla dei grounder come dei barbari e vede molto quello che fanno come degli atteggiamenti da selvaggi, giudicandoli spesso sul loro operato con gli occhi di una che pensa di avere modi più civili dei loro, un po' come dovrebbe fare la Clarke di questa storia, rispecchiando gli insegnamenti che ha ricevuto nell'ambiente in cui ha vissuto.
Trovo che il suo apprezzamento per la vita vichinga, fatta di uccisioni e violenza, stoni anche con il suo proposito di salvare delle vite, curarle, diventando una guaritrice. 
Presenti Clarke come qualcuno che ambisce alla salvezza del prossimo, ma poi mostri il suo apprezzamento per un popolo che di base va contro le sue credenze: uccide, violenta, saccheggia.
Clarke, appunto per la sua vocazione di medico, come tu evidenzi in uno dei dialoghi che ho riportato, è coerente con chi è nella serie inizialmente, una persona che dà molto valore alla vita umana (soprattutto a quella della sua gente e non rispetta le uccisioni fatte per il mero scopo di protrarre violenza a prescindere, come quando ferma gli Skypeople dall'ammazzare Anya dentro la navetta con la frase "we are not grounders!" in senso dispregiativo). Quindi, appunto per questa sua particolarità, per la cultura violenta dei barbari e - in generale - per quella dell'ambiente (medioevale) da cui proviene,io penso che sarebbe stato meglio farla avvicinare di più alla cultura vichinga lentamente, mettendola nella condizione di superare alcuni dei suoi preconcetti con calma, ponderando con il tempo alcuni degli aspetti positivi del modo di vivere dei vichinghi. La cosa delle donne libere di poter ambire al ruolo che desiderano, l'avrei messa più in tono sarcastico, dando peso a come un popolo arretrato e barbaro come quello vichingo potesse dare così risalto alla figura della donna rispetto a come questa viene trattata nel mondo in cui Clarke ha sempre vissuto, quello che dice di essere - ironicamente - quello civilizzato.
In questo modo il tutto sarebbe risultato meno affrettato e più graduale nel tempo dando importanza e valore alle singole esperienze del personaggio di Clarke.

Poi, riguardo ad Anya e al contesto storico, ho trovato un po' bizzarro che tu non abbia fatto riferimento ai tratti "esotici" che la caratterizzano. Clarke, essendo cresciuta in un ambiente di uomini bianchi avrebbe dovuto stupirsi per l'aspetto di Anya, che avrebbe dovuto crearle qualche reazione (a discrezione tua) dettata dai suoi tratti, per nulla comuni dalle sue parti. Avrebbe potuto vedere questa cosa con curiosità, o avrebbe potuto anche pensare in maniera facilona e superficiale che fosse una malformazione o che ci vedesse meno di una persona normale, per gli occhi piccoli e sottili che possiede, magari perché appunto appartenente a una razza diversa dalla sua, un possibile modo che avevi per evidenziare la cultura razzista/chiusa dell'epoca di Clarke. 

Parlando della scena con Lexa nella tenda, non sono un medico ma ho trovato quello che le è successo molto coerente, realistico e ben gestito, in un'epoca dove anche una ferita apparentemente sciocca come una freccia in una spalla può portare a una morte dolorosa. Il modo con cui hai descritto la lesione, il suo aspetto, il suo odore e soprattutto il procedimento che hai fatto adottare a Clarke per sanificarla, ho trovato che fossero estremamente degni di nota. Non è banale, appunto perché la protagonista è un medico, fare attenzione a contestualizzare con coerenza questo aspetto nella tua storia. Mi è piaciuto molto il come Clarke non dava per scontata la guarigione del Jarl e che anzi, evidenziasse come il procedimento di guarigione fosse doloroso, dando così anche più valore a come Lexa sta superando tutto questo. Sembrerà sciocco ma dettagli come "acqua calda con del sale e vino" rendono viva la tua ambientazione, dandogli un sapore antico e il giusto retrogusto medioevale di cui necessità il concept History AU. Ottimo lavoro.

In conclusione ho sorriso quando nel finale Anya ha detto a Clarke che sarà obbligata ad andare con loro, era proprio quello che mi aspettavo. Per il resto posso dirti che sono ansioso di vedere come continua, ho un fetish per le storie dove un personaggio appartenente a un'altra realtà si immerge in una cultura diversa dalla propria. La tua storia ha delle buone potenzialità e mi ha fatto venire voglia di seguirla con interesse, quindi non vedo l'ora di vedere cosa accadrà nel tuo prossimo aggiornamento.
Scusa per il commento prolisso ma quello che penso non sono bravo a esprimerlo in poche righe, spero che il mio parere per te possa essere costruttivo e stimolarti con ancora più impegno a rendere speciale questa storia.

Recensore Master
10/04/17, ore 15:54
Cap. 1:

Uh, caspita questa HISTORY AU ispirata a Vikings mi intriga moltissimo! Avevo pensato anche io ad uno scenario del genere per il contest del gruppo, ma poi causa poco tempo e altre ff già sulla brace non ho avuto la possibilità di farci un pensiero serio.
Ma torniamo a te, e a questo progetto che per fortuna durerà qualche capitolo... l'inizio è davvero stupendo. Credo che a Clarke non potesse capitare un avventura migliore di questa. Anya è mitica, ed hai ragione bisogna farla inserire tra i personaggi. E Lexa, per il momento mi è sembrata un bel mix tra la nostra Heda e tra Ragnar, cosa che non mi dispiace affatto.
E ora non vedo l'ora di seguire sulla nave questi Pagani e di scoprire come si comporterà il Jarl nei confronti di questa bella Cristiana che le ha salvato la vita.
A presto un abbraccio
Pai

Recensore Junior
10/04/17, ore 13:43
Cap. 1:

Oh si che continuo a seguirla e chi se la perde questa storia con i viking..