Finalmente eccomi qui a recensire -le vacanze pasquali sono sempre un massacro e una lotta contro il tempo ahah-.
Questa OS mi ha devastata, e io ti devo fare davvero tutti i miei complimenti più sinceri, e ammirati, e sconvolti.
Hai trattato in una OS tante di quelle tematiche scomode e delicate che non si riescono a trattare in un libro intero; lo hai fatto con garbo, eleganza, maturità. Dalla discriminazione alla malattia, dal lutto al disfattismo fino ad arrivare all'aborto. Prima di venire alla storia, devo farti i complimenti come persona oltre come autrice; so che non mi compete, ma il modo in cui scrivi di queste cose lascia già capire qualcosa di te: una sensibilità spiccata e forse a volte sofferta, un occhio critico verso il mondo, non necessariamente misantropo ma senza dubbio disincantato, dallo sguardo limpido e sincero. Mi ero già fermata a pensarci per "Anime Salve", e adesso lo devo riconfermare, rimanendo colpita dalla profonda verità di cui hai intriso queste pagine. Era da anni che non rimettevo piede nel fandom di HP, ma poi trovare cose come questa mi fa capire quanto ci siano sempre perle da scovare sul fondale.
A parte che non sto a rinnovare gli apprezzamenti per lo stile di scrittura, che è ricercato ma scorre fluido e semplice, non arenandosi sui passaggi più drammatici ma scivolando, spietato, su ogni più piccolo dettaglio quotidiano di una vita fatta di rimpianti e solitudine. Come la tazzina in più, piccolo particolare che mi ha fatto venire voglia di strapparmi il cuore dal petto più di qualsiasi altra descrizione colma di pathos e metafore che avresti potuto inserire. Queste aggiunte concrete hanno dato ancora di più alla tua narrazione il sapore del reale, come i pensieri di un Lupin distrutto, umano in modo commuovente, pieno di tutta quella penombra, sospeso tra la propria luce e l'oscurità più cieca. Hai inserito non splendidamente, di più, i personaggi di HP in un'AU. Lupin a tratti mi sembrava più adatto nel ruolo che gli hai dato tu piuttosto che in quello assegnato dalla Rowling; e questo si spiega anche con la citazione che hai messo a inizio storia. Non lo hai forzato per niente per farlo entrare in questo sviluppo di trama, nemmeno un pochino, gliel'hai semplicemente cucita addosso con maestria. E così con Bellatrix, estremista esaltata e omofoba delle stragi; con Tonks, che viene da una famiglia conservatrice ma che si emancipa con la sua onestà intellettuale -e anche con un cuore davvero puro-; con Sirius, sempre bello e dannato, coraggioso, intrepido, che non teme la malattia di Lupin e che ha le palle quadre per riuscire a far capire anche al suo insicuro compagno che lui vale qualcosa, che non è tutto da buttare, che non c'è proprio niente da buttare. E io sulla coppia di Lupin/Sirius non avevo mai letto niente, e francamente a pensarci non avrei detto che potesse piacermi; come per la coppia Lupin/Tonks, che non mi aveva mai neanche incuriosita. E invece qui queste coppie erano meravigliose Alixia, toccanti, struggenti. Pensavo alla passione che Lupin scopriva con Sirius, alle coccole più tenere e impertinenti, a lui che poi non dorme più nel letto perchè altrimenti allungherebbe i piedi in quella che era la sua parte. E poi invece pensavo alla follia distruttiva che lo assale quando è con Tonks, che assale anche lei; al senso di colpa immotivato che tormenta solo chi resta, perchè i morti sono in pace ma per il problema giunge per chi lotta, giorno dopo giorno, con quelle che crede siano le proprie colpe, prima tra tutte quella di essere ancora in vita e di andare avanti, di riempire il vuoto con altri affetti luminosi. Mi sono davvero emozionata, tanto, tanto da star male. E ho capito a fondo i sentimenti dei personaggi, come ho compreso la reazione di Lupin quando ha scoperto della gravidanza, il peso della stigma che si porta dietro. Ho ammirato la fermezza di Tonks, la sua determazione, l'amore e la fede incrollabile. E il discorso di Harry mi ha scaldato il cuore, diretto e semplice, elementare nei concetti e proprio per questo il più giusto che potesse fare.
Mi ha lasciata con un moto di speranza nel cuore, e un bizzarro senso di ottimismo cosmico: che forse, se anche in mezzo a tutte le disgrazie e a tutte le ingiustizie l'ultima cosa che rimane è la speranza, forse allora c'è davvero da qualcosa in cui sperare.
E mi sono anche sentita un po' inadeguata, nella lettura, pensando a quanto questo tema di malattia e discriminazione abbia segnato la vita di così tante persone, e a quanto io a parte le nozioni mediche di base non sappia niente su questa parentesi di storia, sul suo dilagare nell'ultima metà del secolo scorso, sugli episodi di violenze e di contagi violenti, sulle stragi, su cosa abbia voluto concretamente per le persone dell'epoca vivere portando questa croce. E mi hai fatto venire voglia di informarmi, di non restare indifferente -che purtroppo il problema è sempre l'indifferenza...ci sono tante cose su cui non sono informata, perchè non toccano me per prima, e ogni volta che me ne rendo conto percepisco chiaramente quanto, anche a quest'età, ci sarebbe ancora da crescere-. E non è la prima volta che mi capita con una tua storia, provo spesso la stessa cosa anche con Bestialitade.
Insomma, cara Alixia, leggere questa storia mi ha psicologicamente stuprata; ma ne è valsa la pena, perchè era bellissima, e non ho più le parole per dirtelo, e grazie ancora per avercela regalata.
Ti mando un grande abbraccio. |