Recensioni per
Oltre tutti i luoghi
di Phoenyx97

Questa storia ha ottenuto 5 recensioni.
Positive : 5
Neutre o critiche: 0


Devi essere loggato per recensire.
Registrati o fai il login.
Recensore Master
18/05/18, ore 10:25

Bellissima. Lo strazio, la malinconia e la dolcezza di Andreth colpiscono al cuore. Adoro questi due e il loro impossibile amore. Brava.

Recensore Veterano
21/05/17, ore 14:40

Margheeeeeee!
Finalmente riesco a passare, e lo faccio dopo aver ascoltato la canzone che ti ha ispirata (okay, non è affatto il mio genere, ma apprezzo moltissimo il frammento che hai inserito).

E comunque… Ma che gioia rivederti, con una storia, poi! E su Andreth! Come sciogliermi in due nanosecondi!
(poi, oh, tra te e Mel state tutte attentando al mio cuore. Come fare una Kan felice in poche semplici mosse!)

Il frammento di canzone nella sinossi avrebbe dovuto avvisarmi più del genere "Angst", perché già lì ho sentito il cuore stringersi, la lacrimuccia scendere, e l’urlo da lontano “AEGNOR È TUTTA COLPA TUAAAAAAA”.
Poi mi sapeva di Andreth vecchia e amareggiata e non posso resistere ad Andreth vecchia e amareggiata, è tipo croce e delizia della mia vita, E INFATTI QUESTO MI HAI DATO.

OH MAMMA, MARGHE, MAMMA MIA!

Già dalla prima riga, come una scema ho immaginato Aegnor-sole (che a questo punto diventa un sole dei Teletubbies versione adulta ed elfica… creeeeepy), che tramonta dalla vita di Andreth e lei che rimane con un pugno di sogni infranti e tanta delusione. Mi sento un po’ prof di letteratura a vedere certe cose in due righe, ma davvero quell’incipit è stato un terremoto. Perché, of course, Andreth teme la notte, è una mortale, la sua gente si è svegliata col sorgere del primo sole e la notte è piena di tenebra e ricordi di maledizione e dannazione dei loro avi. Ma per qualcuno come Andreth, che ha avuto l’occasione di stare così vicino agli Elfi, la notte è anche il loro momento, quello delle stelle che tanto amano e come si può guardare il cielo notturno senza pensare al Popolo delle Stelle?
Non si può.
Ouch.

E lei si affida alle stelle, che vede come testimoni, per riversare il suo dolore nel silenzio della notte. Ogni volta che il giorno muore, si ricorda che morirà anche lei e che per quello Aegnor non l’ha voluta, e ce credo che si sente sciocca e ingenua (anche se non lo è, è solo meravigliosamente umana). Non so se in questo momento ha già avuto le famose chiacchierate con Finrod, ma di sicuro vedere il fratello dell’uomo che ha amato e che l’ha illusa non aiuta a sentirsi meno sciocca, meno manchevole di qualcosa su cui non ha potere, qualcosa che le è stato strappato dai suoi antenati e dagli orrori che hanno attirato su di loro l’ira di Ilúvatar (mossa furba ridurre gli anni di vita, almeno concentrano le malefatte in pochi anni, i guess :P I luv atar ♥ …e con questa, FUORI).
Cioè questa frase: 
“[…] il più amaro, seppur controllato, dei pianti. Il più straziato e sincero dei canti.” – a parte che rima, ma è uno strazio immaneeeeH
Soprattutto seguita da quell’ultima invocazione ad Aegnor (“dolcissimo fra i supplizi” – DAMN), con tanto di accenno all’Athrabeth (quel dare qualsiasi cosa per un attimo “della fiamma”, oh mamma) che si conclude come anche nel testo, con un ribadire la sua mortalità. Perché è grazie a quella mortalità che Andreth è disposta a tutto pur di avere un attimo con Aegnor… e lì sta tutta la differenza tra le due stirpi.

Per finire, ho adorato la descrizione dell’avanzare dell’età, è davvero un elemento a cui tengo quando si tratta di Andreth, perché non può fare a meno a ripensare all’eterna giovinezza di Aegnor (e delle altre donne della sua stirpe che avranno l’occasione di vivergli sempre al fianco, per sempre giovani e belle. Andreth, piccolo spoiler: non sarà così. Ma tu non puoi saperlo. E IO PIANGO). La delicatezza e la poesia con cui descrive i segni del tempo, segni che mi rendono Andreth così cara, così vicina. Dalle piccole rughe, alle ciocche bianche (luce di stelle, Andreth, sono certa che Aegnor l’avrebbe vista così ♥ )

Insomma, Marghe, ci voleva qualcosa su Andreth, ancora di più Andreth ormai nella vecchiaia, e il tono di questa storia riecheggia benissimo la sua voce, mi sembra di sentirla parlare tra le righe, lo sguardo abbassato per nascondere i ricordi che si agitano dietro i suoi occhi, le lacrime che le solcano le guance segnate dalle rughe, i capelli che stanno uscendo dall’acconciatura, e sola. Tremendamente sola.
Così come sola andrà oltre i confini di Arda :(
(quel riferimento al “luogo oltre tutti i luoghi” mi ha fatto pensare proprio ad Aragorn che schiatta nelle Appendici e quel discorso ridicolamente lungo che fa prima di “addormentarsi”, oh yes)

Non so cosa possa aver fatto io per averti incoraggiata, non sono stata presente nemmeno un 10% di quanto avrei voluto! Grazie mille per questa storia e spero sul serio di rivederti presto con qualcos’altro, Marghe ♥ 

Un abbraccione e alla prossima,

Kan

Recensore Veterano
13/05/17, ore 16:00

Ciao Phoenyx!
La tua storia mi è piaciuta veramente moltissimo: la storia di Aegnor e Andreth è una delle mie preferite tra tutte quelle del legendarium, e trovare un racconto così bello su di loro è stato un regalone per me!

Tu poi hai fatto un lavoro davvero splendido.
Hai colto Andreth in un momento secondo me molto particolare, e sei riuscita a rendere ogni sua sensazione.

Sei riuscita a trovare, a scegliere le parole perfette per rendere tutta l’amarezza di Andreth, quella sua rabbia che sembra controllata, quieta anche, per quanto sia paradossale definirla così, ma che in realtà è intensissima.

Andreth è una donna saggia, sì, ma anche estremamente passionale, cosa che mi ha portata ad adorare il suo personaggio sin dalla prima volta che ho letto l’Athrabeth Finrod a Andreth!
Tu sei riuscita a rendere questo stupendo contrasto che c’è in lei.

Per quanto Andreth abbia la saggezza e l’esperienza ad aiutarla, a cui appoggiarsi, questo non le impedisce né le impedirà mai di mostrare e vivere tutta la rabbia, la frustrazione e il dolore che prova pensando alla sua vita, a quanto le sembra vuota senza colui che ama, senza ciò che avrebbe potuto darle poter vivere questo amore.

È significativo che sia di notte il momento peggiore: il buio, un altro giorno che passa… Mi viene anche da associare il tutto alla “fiamma” che è da sempre Aegnor per lei... Anche ora che se ne è andato e l'ha lasciata al buio.

Mi ha colpita come Andreth si scagli contro tutto: contro i segni della vecchiaia, contro il destino degli uomini, contro il rimpianto, contro il ricordo di quei pochi momenti di gioia con Aegnor.
Sono tutti elementi parte della sua tristezza e della sua solitudine, tutte cose contro cui sì sente impotente, che si trova a subire.

Eppure, allo stesso tempo, si sente tantissimo quanto ami ancora Aegnor, quanto voglia ancora piangere e cantare ciò che avrebbero potuto avere, e che fosse per lei andrebbe a prendersi anche ora.
Anzi ancora di più ora che ormai è anziana e sente di non avere più nulla da perdere.
Ecco, questo dettaglio mi ha colpita tanto: Andreth si è innamorata di Aegnor quando era giovane e sentiva di poter fare qualsiasi cosa. Ora che è anziana sarebbe pronta a gettarsi in quell’amore con la stessa passione, nonostante le esperienze e le sensazioni siano cresciute con lei.

Ma mescolato all’amore c’è anche, inevitabilmente, tutta l’amarezza del rifiuto di Aegnor, che è una ferita che non si chiuderà mai.
Andreth si vede invecchiare giorno per giorno, e l’unica cosa che le rimane sono ricordi troppo lontani e troppo incompleti, e soprattutto troppo carichi di speranze che ora le sembrano solo illusioni vuote, in cui vorrebbe non credere più ma a cui pensa ancora, non può non farlo... Anche se sente che siano inutili sia le speranze sia i ricordi, a confronto della solitudine, e della certezza del fatto che presto la morte la porterà in un luogo dove forse non esisteranno nemmeno più.
È veramente straziante, fa male vederla così!

È piena di questi meravigliosi contrasti e sfaccettature di Andreth, questa storia, ed è meravigliosa!
Non solo: hai inserito anche tanti dettagli che l’hanno resa ancora più vera, ancora più di Andreth e di Aegnor!

E devo assolutamente citare la canzone di Davide Van de Sfross: io adoro quella canzone!
Mi commuove ogni volta come la prima volta che l’ho sentita, e sono capace di ascoltarla a oltranza senza stancarmi, perché è troppo, troppo troppo bella!

E ho adorato il modo in cui l’hai inserita in questa storia, come hai tratto ispirazione dalle parole!
Fa pensare in diversi passaggi ad Andreth e Aegnor, secondo me, e ho amato la delicatezza con cui hai inserito il “luogo oltre i luoghi”: perfetto, semplicemente perfetto!

Fa pensare agli accenni a quel futuro, a quel”altro luogo” a cui accennano Finrod e Andreth nella loro conversazione e che Andreth già considera parte della sua condanna, parte di ciò che le toccherà: un luogo senza ricordi né rimpianti, senza Aegnor.

Mi è sembrato davvero di leggere Andreth che riflette subito dopo il suo dialogo con Finrod, come se lui se ne fosse andato da poco e lei fosse sola, dopo una notte insonne passata a pensare ad Aegnor, a ciò che le ha detto Finrod…
È un’immagine che mi commuove tantissimo, e ti ringrazio mille e mille volte per aver scritto questa piccola storia!

Complimenti davvero, Phoenyx: sei stata bravissima nel curare questa storia in ogni dettaglio, dalla scelta delle parole alla citazione della canzone.
Hai caratterizzato e raccontato perfettamente il personaggio di Andreth, mostrando in maniera vivida e intensissima tutti i suoi pensieri in un momento tanto cupo della sua vita.

Spero davvero di rileggerti presto!

Complimenti ancora, un abbraccio!

Tyelemmaiwe

Recensore Junior
10/05/17, ore 12:24

Non dovevo essere qui stamattina, presa come sono da mille impegni.
Ma ho letto "double drabble, Prima Era" e ho pensato, ingenuamente: che male può farmi? Al massimo ci perdo cinque minuti.

Bene.
In quanto al che male può farmi… niente, mi ha solo spezzato il cuore, cosa vuoi che sia.
E in quanto ai cinque minuti, non ti dico neanche da quanto sono qui a fissare lo schermo, a chiedermi se mettere la tua storia nella lunga fila delle "da recensire" o buttare giù di getto due righe, in velocità, sapendo di non riuscire a fare onore al tuo scritto.
Come vedi, ha prevalso la seconda.

Quindi ti faccio tantissimi complimenti per questa storia dolce e straziante, in cui ho ritrovato, in una manciata di parole, l'essenza stessa di Andreth.
Mi ha veramente colpito come, in poche righe, sei riuscita a comunicare due temi potentissimi - il rimpianto per l'amore perduto e la paura della morte che si avvicina - con estrema efficacia.

Ti faccio anche i complimenti per lo stile: io sono una che legge ad alta voce e ti assicuro che è una meraviglia ascoltare le tue parole!

Infine, una curiosità che c'entra poco: dopo una notte passata, come molte, vittima dell'insonnia ad aspettare che il sole sorga di nuovo, questa mattina il tuo l'incipit mi ha catturato. "È la notte il momento che temo di più" sono parole che potrebbero adattarsi perfettamente a me.

E con questa piccola confessione, Phoenyx, ti do il benvenuto nel fandom (anche se il tuo "tornare" nelle note mi fa supporre che tu non sia nuova di questi luoghi) e ti rinnovo i complimenti per questa bellissima storia. Grazie per aver condiviso.

Losiliel

Recensore Master
10/05/17, ore 10:12

MARGHEEEEEEEE
Oddio, devo ancora riprendermi... Aiuto! Oddio, Marghe, oddio, io piango!
Sono mesi che aspetto di leggere questa tua storia, ma da quel che mi avevi detto ieri avevo immaginato che ci sarebbe stato ancora un bel po' da attendere e mi ero quietamente rassegnata nel mio angolo.
E invece... Ok, mi ricompongo e provo a recensire come si conviene, anche se vorrei solo urlare e squittire come non ci fosse un domani.
Innanzitutto, double drabble. Io sarò pure sintetica nei miei racconti, ma per me le drabble, doppie o no, solo una delle cose più difficili al mondo, quindi mi inginocchio ai tuoi piedi per esserci riuscita e ti adoro per questo.
Venendo alla storia... Mio Dio, è straziante. Io adoro Andreth, credo di avertelo detto già almeno un centinaio di volte, così come trovo che la canzone in questione sia perfetta per lei (come per molti altri pg del legendarium, ma per lei in modo particolare) e avevo davvero bisogno di una storia come questa.
Avevo bisogno di questa Andreth che si confronta con lo scorrere del tempo, con i ricordi, che si rimprovera per la propria ingenuità.
Qui Andreth è amarissima e disillusa, esattamente come la immagino io. E, a proposito, io la immagino più o meno nel periodo in cui si svolge l'Athrabeth... Poco prima, magari, o poco dopo... All'inizio avevo pensato che potesse essere verso la fine della sua vita, ma direi di no, la immagino più giovane a scoprire su di sé i segni del tempo, e poi magari prima dell'Athrabeth non ha ancora parlato con Findo e di certe cose non è convinta (sempre che Findo l'abbia poi convinta davvero, perché certe sono arrampicate sugli specchi belle e buone XD) sorry, sorry, divago.
Comunque, l'immagine di lei che ogni giorno muore al morire del sole (la Fiamma) già uccide di per sé.
La seconda stoccata, poi, arriva con i piccoli segni del tempo che Andreth ogni giorno scopre sul suo corpo. Piccoli, magari, ma sempre nuovi e non fanno che aumentare.
E da qui il ricordo di Aikanaro, dei suoi abbracci, delle sue carezze... E Andreth che si sente ingenua e sciocca e anche se no, non lo è stata e ci sono differenze culturali grandi come una casa come biasimarla? Non ci si può che sentire Andreth, sempre.
E quell'accenno velato alla fatidica frase "For one year, one day"... No, non ce la faccio.
Anche se a uccidermi è il finale, perché l'idea di quell'"oltre tutti i luoghi" dove, forse, Andreth perderà il ricordo stesso di Aikanaro fa troppo male per poterci anche solo pensare.
L'ho proprio vista, questa Andreth carica di rimpianto e oppressa dai segni del tempo, mentre leggevo. E continuo a immaginarla ora che scrivo, e ti sono infinitamente grata per questo.
Continua a dare il tuo contributo nel fandom, Marghe, ti prego, e non smettere.
Ti abbraccio fortissimo

Mel