Recensioni per
L'Eroe Romantico di Mycroft Holmes
di Death Lady

Questa storia ha ottenuto 3 recensioni.
Positive : 3
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
07/07/17, ore 09:51

Ciao, dunque, ho questa storia nell'elenco delle cose da leggere da tipo un mese e mezzo. Più o meno da quando l'hai pubblicata. Shame on me! XD Ma tra una cosa e l'altra mi dicevo sempre che l'avrei letta, e invece ci arrivo soltanto adesso. Da un lato mi dispiace aver aspettato tanto, dall'altro invece sono contenta di averla letta in un momento di lucidità. Perché credo occorra molta concentrazione per riuscire a entrare dentro in tutte le sfumature che hai voluto darle. E che sono parecchie. Anzitutto la particolarità che al di sopra di ogni altra cosa mi ha colpita, è il fine gioco stilistico che hai creato e non mi aspettavo di trovare. Perché è scritta alla seconda persona, questo è vero e il narratore è come se parlasse direttamente a Sherlock. Eppure il protagonista assoluto della storia è Mycroft. Lo si evince fin dal titolo, in effetti, ma poi certi riferimenti a John e alla vita di Holmes e Watson a Baker Street, fuorviano appena un poco il lettore, facendogli credere che Sherlock sia al centro della scena. Di fatto non lo è. E io credo che sia proprio Mycroft l'assoluto protagonista.

Mi è piaciuta questa idea di Mycroft che fin dall'infanzia sente il bisogno di dare al proprio fratello una definizione, un qualcosa che lo contenga e che possa farlo rientrare in determinati canoni. Credo che sia una maniera di comprenderlo, di capire quello che è il suo animo. E probabilmente non riuscendoci nemmeno (questo se si considera The Lying Detective). Ecco che quindi, su Sherlock Holmes fioccano definizioni. Ma forse è vero, l'etichetta di "Eroe Romantico" da romanzo di fine ottocento, un po' melodrammatico, è ciò che gli calza di più. Ogni particolare citato descrive alla perfezione quella che è l'esteriorità del personaggio. Si sa che poi nel suo animo è ben altro che quello, ma c'è sempre una certa teatralità in Sherlock e soprattutto nel personaggio della BBC. Tutti particolari che fanno colpo su John Watson, e che lo affascinano. A iniziare dalla pelle bianca, ma anche dall'aura di mistero che si porta addosso e che accentua, rendendola teatrale, con gli zigomi alti e il colletto del cappotto portato all'insù. Ho apprezzato molto anche tutti i riferimenti a John e al tentativo di classificare anche lui in un determinato contesto letterario. Naturalmente John è diverso, certo che lo è.

Il finale è quello che lascia più sopraffatti e direi anche che è quello che più mi è piaciuto. Mycroft che organizza mentalmente il futuro di Sherlock, pensando già a chi mandargli per aiutarlo, ma che comunque se ne va e non accarezza per neanche un secondo l'idea di rimanere. Sembra quasi indifferente al fatto che Sherlock sia ripiombato nell'abisso della droga, perché si allontana facendo roteare l'ombrello e con passo di marcia. Eppure una volta solo si lascia andare. Ecco, ne viene fuori un ritratto davvero molto forte. Di un uomo profondamente solo e che sa di essere impotente. Che sa che, pur avendone i mezzi, Sherlock potrebbe smettere di drogarsi unicamente grazie a John Watson. E quindi è tutto molto amaro e alla fine lascia addosso un vago senso di tristezza.

Alla prossima.
Koa

Recensore Master
21/05/17, ore 08:53

Ciao, eccomi per lo scambio :) allora, devo dire come prima cosa che conosco i personaggi Holmes non della serie TV, ma del libro, quindi mi baso su quelli, però questo tema non mi è dispiaciuto affatto, anzi ^^ tutto è stato scritto molto bene e dà una certa rivalutazione a un rapporto, quello fra Mycroft e Sherlock, che nei libri spunta solo ogni tanto (non so se nella serie sia più approfondito". L'eroe romantico, quindi, in questo caso calza a pennello e questo fluire libero dei ricordi l'ho molto apprezzato e per quanto riguarda il testo in sé l'ho trovato molto curato e senza nessun errore, quindi ben fatto :) alla prossima ^^

Recensore Master
20/05/17, ore 01:09

Un pezzo, il tuo, di non semplice lettura, senza immagini di una quotidianità rassicurante o un coinvolgente susseguirsi di vicende spesso inaspettate e sorprendenti. Nulla di tutto questo. Qui c’è il ritratto di Mycroft e della sua complessa personalità, apparentemente senza sorprese, senza sussulti di cambiamenti radicali. Ciò che abbiamo visto, e sofferto, nella quarta Stagione, e anche nelle precedenti, ha lui come ingranaggio fondamentale di ciò che si svolge. Un elemento, però, non è ambiguamente interpretabile ed è il suo profondo legame fraterno con Sh, mascherato spesso con cenni di finta sopportazione o d’ironica distanza. Quello che è stato definito come l’ “iceman”, nasconde, invece, un attaccamento a Sh che lo fa scadere, spesso, nell’intromissione più noiosa. C’è anche, nella tua storia, e soprattutto, Sh, cui ti rivolgi usando la seconda persona, strategia non semplice da maneggiare ma che tu usi in modo efficace. La tua definizione di “eroe romantico”, che, attraverso lo sguardo del maggiore dei fratelli Holmes, dai a proposito di Sh, la trovo originale e molto IC. Il consulting appare come un asociale, uno psicopatico incapace di relazioni equilibrate con il prossimo, un soggetto “drogato” dalla sua spietata e superiore capacità razionale di “scannerizzare” la realtà, ma io sono d’accordo con te, sul fatto che questa visione non renda giustizia ad un personaggio come Sh. Infatti la definizione che leggo (“…eroe letterario tormentato ed estremamente intelligente che si portava un peso enorme sulle spalle…”) mi trova perfettamente in sintonia: Sh è un ribelle se consideriamo le convenzioni sociali e ciò che di scontato s’intreccia intorno ai rapporti interpersonali, ma è un ribelle che lotta dall’alto di una personalità complessa e di notevole spessore, supportato anche da un aspetto fisico e da un magnetismo non comuni, e che preferisce esprimere il suo animo con la musica o con un silenzio più rumoroso di un grido. L’immagine che usi del domino per rappresentare l’equilibrio incrinato dalla presenza di John e dalla tossicodipendenza di Sh mi è piaciuto molto per la sua originalità. La scena finale con Mycroft, poi, che cede, in lacrime, alle emozioni laceranti provocate dalla consapevolezza che Sh non si salverà da se stesso e dallo sconvolgimento che Watson ha portato nelle loro vite, è veramente toccante. Un pezzo che, tra le altre caratteristiche, ha l’essere scritto con uno stile prezioso per la scelta delle parole e dei concetti espressi. Spero di averne compreso il significato. Complimenti.