Recensioni per
Di panico e di paura
di AintAfraidToDie

Questa storia ha ottenuto 6 recensioni.
Positive : 6
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
20/10/17, ore 18:59

Ciaoo!
Suppongo che questa volta non ti sembrerà affatto strano vedermi da queste parti: c'è la gelosia, c'è la Johnlock, il rating è verde... tutto stupendo, insomma. Roba per Relie... E INVECE NO.
Okay, lo so che ti rompo l'anima, ma devi sapere che non ho mai apprezzato i racconti in prima persona. MAI.
("Come hai fatto a leggere i romanzi di Doyle?", mi chiederai, giustamente. E io allora ti risponderei: "Fortuna che esistono le eccezioni." Tu sei una di quelle eccezioni, ma ormai non dovrebbe essere una novità per te).
In genere trovo difficile apprezzare storie scritte in prima persona - non chiedermi il perché -, ma questa tua scelta mi ha ricordato molto una storia molto famosa nel fandom di Sherlock (anzi, sembrava quasi di leggerne un capitolo!); in più, il tuo stile è sempre adorabile e di conseguenza rende adorabile anche questa shot.

E COSA HAI FATTO.
Adesso voglio leggere un altro triangolo!! Non mi aspettavo una Greg/John/Sherlock e a dispetto di tutte le mie aspettative... mi piace!!
Mi sono chiesta più volte, durante la lettura, cosa avrei fatto io al posto di Sherlock. Come avrei reagito, cosa avrei detto. Poi mi sono accorta che avrei seguito ogni singola mossa del nostro Holmes da copione.
La cosa mi fa quasi paura. Quando leggo di Sherlock, specialmente di tuo pugno, mi sembra di rivedere me stessa allo specchio.
Sai, è a tratti inquietante. xD

Non amo tanto l'utilizzo delle parentesi in un racconto, ma qui sono quasi d'obbligo: è un rimando alla mente analitica di Sherlock, al suo modo di ragionare e va benissimo così - e ti dirò di più! Paradossalmente, le frasi riportate tra parentesi sono quelle che più ho adorato. Sono quelle che danno un tocco in più alla storia.
Assolutamente adorabile. Brava, brava, brava.

E dopo John geloso, ecco che leggiamo di uno Sherlock geloso.
Quanto sono adorabili? E quanto mi fa soffrire 'sta cosa?
No, davvero. Non sopporto la gelosia: è soffocante, rende insicuri... odio essere gelosa. Capisco perfettamente i pensieri di Sherlock, il suo non confessare a John del vero motivo per cui gli sia venuta improvvisamente voglia di sigaretta (adesso ne ho bisogno anche io, uffa!).
Ma poi hai risolto tutto con una dolcezza, con una leggerezza che aww.
Mi ha fatto quasi strano non vederli sotto le coperte questa volta xD Mi ci stavo abituando.

In più, hai fatto un lavoro stupendo anche con Mike (adorabile), Anderson (sono quasi morta al "ti voglio bene, Anderson" XD)... e Greg. Mai una gioia quell'uomo.
Chissà come deve sentirsi lui, lui che è più amico di Sherlock anziché di John; lui che sa di non avere neanche una chance... Non che m'importi qualcosa della sua tristezza (cattiveria-time), ma immagino non debba essere carino ritrovarsi nei suoi panni. Mi ha ricordato un po' Molly.

Questa storia la rileggerei mille volte. Sul serio.
Riesci a far trapelare angoscia anche con dell'ironia, sai mantenere il lettore sul filo del rasoio anche quando si conosco già i fatti.
E poi il tuo modo di scrivere... me ne sono innamorata, punto.

Sai qual è la ciliegina sulla torta: il titolo.
D'effetto, sensato e assolutamente perfetto. Cosa si può volere di più nella vita?

Non mi ero ancora espressa in merito alla caratterizzazione dei personaggi, ma è chiaro che su questo punto sei stata bravissima: scrivere dal punto di vista di Sherlock non è semplice, se poi si utilizza la prima persona ancora peggio! Invece tu sei riuscita a renderlo perfettamente. Idem John, che mi ricorda quello che più ho adorato. Quello post S1.
E forse quella è la Johnlock che amo di più. Quella delle prime due stagioni. Prima del salto, prima di Mary, prima della fine.
Erano semplicemente fantastici. Grazie per avermeli fatti rivivere.

E niente, adesso la smetto. Mi dispiace se questa recensione non sarà un granché, se ti sembrerà confusa o sconclusionata... in mia discolpa posso dire che ci ho provato.

La storia finisce dritta dritte nelle preferite.
Alla prossima!

Recensore Master
09/06/17, ore 15:36

Ho letto già iei, ma ho dovuto attendere un momento propizio:
questa potrei averla scritta io! *-* nel senso che condividiamo moltissimo...
la gelosia: che bella cosa, che sentimento totale, viscerale, amoroso, eccitante!
lo credo che Sherlock è geloso di John - anche se la più banale logica vorrebbe soprattutto il contrario.
è lui quello bellissimo, geniale, etc, ma credo che John sappia quanto è difficile avvicinarlo, interessarlo, attrarlo; per questo è il più sereno, tra i due.
invece John è carino, sì, hai scelto la parola perfetta: gradevole, solare, buono, accogliente e coi suoi occhioni blu oltremare.
è quello che in un gruppo tornerebbe a casa con più numeri di telefono
E mentre Sherlcok agonizza per birra, patatine e partita (Sherly, ti odio: sono a dieta, posso andare al pub al tuo posto? faccio pure la rissa se perde la mia squadra...T____T) Greg agonizza per l'amore mancato
L'hai descritto con una sensibilità unica, perchè è IC ma ti sei addentrata nell'esplorare il suo modo di voler bene alle persone
Non ci proverebbe, ma neppure eviterà quelle serate. Gli basterà guardare la persona di cui è invaghito, ma anche se John e Sherlock litigassero non ci si getterebbe come un avvoltoio, sono sicura.
è il prototipo della persona corretta: lo amo molto, devo dirti
Il bacio possessivo fuori dal bar è una chicca, e anche se mi pare di capire che qui la coppia è "girata" al contrario di come li vedo, hey, funziona perfettamente!
aspettami presto qui!
baci carinissimi,
Setsuna

Recensore Master
27/05/17, ore 11:29

Non prendere le mie parole per dei meri complimenti di rito: la tua ff mi è piaciuta davvero e tanto. Per vari motivi, prima di tutto per il POV in cui ti sei cimentata che è, secondo me, il più impegnativo e cioè quello di Sh. Nonostante le difficoltà, sei riuscita ad esprimere efficacemente la sua interiorità, prima dominata da una lucida e spietata razionalità. “Prima” di quell’incontro al Barts in cui è scoccata la scintilla grazie a Mike, con quel medico apparentemente così “normale”. Ora, invece, notiamo l'effetto che John ha avuto su di lui, primo fra tutti lo stanare un’umanità impensabile in un individuo che faceva, dell’arrogante superiorità, il suo biglietto da visita. Intanto, ed è la cosa più importante, Sh è davvero innamorato del suo blogger ed anche il suo "coinquilino" lo è, senza dubbio. La tua abilità narrativa ha saputo, nel far parlare i pensieri del consulting, amalgamare perfettamente il dominio, tipicamente holmesiano (non credo esista davvero questo aggettivo, passamelo ugualmente) della ragione, con gli impulsi del cuore. Grazie a questo accorgimento, la lettura diventa avvincente e ricca di credibilità.
La meravigliosa macchina, che è la mente di Sh, deve ora condividere la "scannerizzazione" della realtà con lo sguardo meno distaccato e più coinvolto del sentimento. Dal punto di vista tecnico, particolarmente piacevoli ho trovato quelle precisazioni, lapidarie ed immediate, che tu hai posto tra parentesi, con cui fai esprimere ciò che lui prova per John senza intermediazioni razionali: è lo Sh del cuore che impreca e si dispera di fronte a quella che ritiene una situazione di pericolo per il suo amore. Quindi ritengo originale e, soprattutto, efficace la strategia narrativa per cui hai arricchito il testo di gustosi, velocissimi, intervalli dell’immediata reazione dell’emotività. Uno dei punti di forza di questa tua ff è il ritratto di Watson che esce dagli sguardi, ora preoccupati ora inteneriti, di Sh: ci restituisci un John solare, senza complicazioni, perfettamente a suo agio con gli altri, costantemente attento al benessere del compagno. É un John sicuramente IC, sereno e generoso, senza troppe congetture mentali, nel quale le bufere della quarta stagione si sono spente, senza lasciare traccia.
L’ambiente che crei attorno ai due protagonisti è sicuramente insolito per il consulting, ma serve per mettere in risalto l’unicità e la forza del legame che egli vede insidiato da Greg. Mike e la sua spontaneità, Anderson e la sua indifferente nullità. Giganteggia, invece, Greg. A proposito di quest’ultimo, mi è piaciuta molto la nota dolente e malinconica con cui lo ritrai, muto e a disagio (“…Una gocciolina di sudore denso…”), sotto la luce spietata dell’analisi inesorabile di Sh. Sei stata brava a cogliere le espressioni più fugaci e gli evidenti tentativi di mascherare una profonda tristezza, che l’evidenza del legame tra Holmes e Watson provoca nello yarder. E questo non può sfuggire agli strumenti, capacità eccezionale d’osservazione e di successiva deduzione, di quella efficientissima “torre di controllo” che è la testa di Holmes. Minuto per minuto, la sua attenzione fotografa ogni minimo cambiamento nell’atteggiamento malinconico di Lestrade, evidentemente sopraffatto da una grande e dolorosa delusione nel constatare che Watson non potrà, o meglio, non vorrà mai, ricambiarlo. Via via, arricchisci la foto di gruppo di quella serata, di particolari e di progressive focalizzazioni che ci restituiscono un’immagine sempre più nitida di quello che il consulting prova per il suo blogger. A questo proposito, una scena che ho trovato particolarmente coinvolgente e molto intensa dal punto di vista emotivo, è stata quando John, accortosi del malessere di Sh, lo invita ad uscire dal pub ed è allora che costruisci un momento, per me, indimenticabile ed unico per la sua forza espressiva, arricchito dal contrasto tra quella che era la disumanità di Holmes, prima che la sua strada incrociasse la luce di John, tesa a mascherare la sua profonda solitudine e quello che, invece, è il suo desiderio di avere sempre Watson al suo fianco (“…intrappolandoti le guance…con una presa decisa ma delicata…”). Non manca un tocco di ironia al sorgere di un “problema” che evidenzia ancor di più la loro situazione. Mi ha favorevolmente colpito come tu faccia “staccare” Sh dallo sfondo del luogo in cui si trova, completamente assorbito dal suo sentimento e consapevolmente superiore al giudizio degli altri, meravigliosamente disinteressato ed indenne a ciò che la gente possa pensare di quei due che si stanno dimostrando il loro amore. L’epilogo della storia è rassicurante e dolcissimo, reso ancora più emozionante perché è del POV di quell’individuo straordinario che è Sh di cui ci stiamo servendo per capire meglio la carica inestinguibile del loro essere indispensabili l’uno all’altro. Rimane l’immagine di un John dallo sguardo limpido e sincero, e la stretta della mano di Holmes sulla sua non è cosa da poco nell’immaginario di un’ incallita johnlocker. Leggendo le tue Note finali mi sono trovata perfettamente d’accordo sull’opportunità di tradurre in parole le idee che ti “sfarfallano dentro la testa”: non voglio essere retorica ma questa ff è una delle più riuscite rappresentazioni di quello che significa “johnlock”, davvero, e nel fandom ne sono circolate, ne circolano e ne circoleranno ancora, di storie che cercano di definire quel legame così unico. La tua non solo mi è piaciuta, mi ha emozionato. E non è poco. Brava davvero, e grazie.
P.S. Scusa se mi sono dilungata troppo, ma il gradimento che ho nei confronti di qualcosa è direttamente proporzionale alla prolissità di ciò che scrivo per recensire.

Nuovo recensore
27/05/17, ore 09:56

È una storia bellissima, perfettamente caratterizzata e in qualche modo anche divertente. John è assolutamente adorabile in questa sua ingenuità e dolcezza, preoccupandosi (ovviamente) della salute di Sherlock. Non sono riuscita a staccare gli occhi nemmeno per un secondo dalla tua OS, perché è stato meraviglioso conoscere uno Sherlock che si auto-analizza in maniera così introspettiva durante un attacco di gelosia, consapevole che ci sia una minima possibilità di perdere John (nonostante sappiamo che questa sia solo una sua supposizione).
Fantastica davvero, complimenti!
Un abbraccio <3

Recensore Master
27/05/17, ore 09:29

Ciao, ieri sera mi stavo per mettere a leggere A History Of Decadence, che non avevo ancora mai letto e vedo quest'altra OS e, affascinata dall'intro, decido di leggere prima questa. Ma comunque leggerò anche l'altra. Devo fare anzitutto una premessa, da anni io ho un problema in questo fandom ovvero non riesco a leggere le storie scritte in questo modo, alla prima persona con Sherlock come narratore e con molte parentesi nelle frasi. Non sono contro le parentesi tonde, ogni tanto aiutano e le uso pure io, ma se messe in maniera massiccia secondo me spezzano troppo il ritmo delle frasi e la fluidità del testo. Ci sono storie che ne fanno un uso davvero esagerato, senza star qui a citarle ce n'è una famosissima e che io non sono addirittura mai riuscita a leggere per intero, e proprio a causa a causa di questo stile. Diciamo che è un problema mio, anche perché è una cosa che non ritengo poi così necessaria su Sherlock. Nel senso che a mio avviso la narrazione introspettiva dovrebbe essere come un flusso coerente e incoerente di pensieri, come un fiume in piena che straripa e straborda di tanto in tanto. Diciamo che ho un'idea totalmente diversa rispetto a questa. Nonostante questo, la tua storia l'ho letta tutta e sono riuscita persino ad arrivare in fondo, e ti dirò che mi è pure piaciuta. Ho fatto la premessa che ho fatto per sottolineare che, nonostante sia un modo di scrivere a cui faccio fatica a reggere, anche a livello visivo, con questa non ho avuto particolari problemi. Sì, ogni tanto dava fastidio, ma non c'era una presenza massiccia di parentesi, il che mi ha permesso di poter leggere tutto sommato in tranquillità.

Una cosa che mi ha colpita è l'ambientazione. All'inizio non è chiaro se Sherlock e John stiano già insieme o meno, perché la presenza in un pub durante una partita potrebbe essere giustificato con Sherlock che vuole tentare di far colpo, a suo modo, oppure con Sherlock che vuole rendere felice il proprio compagno e che quindi lo segue anche in un pub. Poi la cosa diventa più chiara andando avanti con la lettura, e proprio questo mi è piaciuto ovvero il fatto che le cose vengano fuori man a mano e che non ci sia un vero e proprio spiegone, ma che le informazioni siano snocciolate coerentemente nel testo durante l'intera scena. Spesso ciò che veniamo a sapere c'entra coi ricordi, altre volte con le deduzioni di Sherlock, ma il tutto lo si viene a sapere sempre in maniera naturale. Quindi questo aspetto, affatto facile da gestire, l'ho davvero apprezzato. Come ho detto, non è un'ambientazione che si trova spesso ed è ancora più raro che il mettere Sherlock dentro a un pub durante una partita non faccia parte di una storia più comica. Qui invece c'è addirittura un velo di angst e un bel malessere che colpisce Sherlock nel momento in cui si rende conto di cosa sta succedendo a Lestrade. Mi piace Sherlock geloso, ho una passione più accentuata per John geloso, ma anche questa versione delle cose è particolarmente apprezzata. Mi piace come prenda quella che potrebbe benissimo essere una semplice cotta, come un qualcosa di insormontabile e di potenzialmente problematico anche per il loro rapporto. Sherlock arriva al punto di ipotizzare quelle che potrebbero essere le reazioni di John a una notizia del genere, e a mio avviso sbaglia clamorosamente. Credo che in Sherlock prevalga la paura da un certo momento in avanti e che la lucidità se ne vada un po' a quel paese, assieme alla sobrietà ecco. Tutto quel fruire di pensieri l'ho preso come se fosse vagamente brillo, il che però accentua la gelosia e i sentimenti negativi che prova.

Mi è spiaciuto un pochino per Greg, ma capisco la scelta che hai fatto e in effetti non sono poi molte le Johnstrade o comunque le storie in cui uno si innamora dell'altro. Lestrade non viene approfondito, ma ho la sensazione che in lui prevalga la consapevolezza di aver perso in partenza. Perché Sherlock è Sherlock e lui non può certo competere con tutto quello che sono Sherlock e John. Credo che se ne renda conto proprio per via della presenza di Sherlock nel pub, l'aver fatto un gesto in apparenza di nessuna importanza come andare al pub con il proprio fidanzato, nasconda in realtà un qualcosa di molto profondo. Perché? Perché Sherlock Holmes non va nei pub a guardare le partite e soprattutto non se ne sta zitto e buono a bere senza proclamare ai quattro venti la propria noia. Credo che Greg abbia capito questo e che per questo si adombri a un certo punto.

L'ultima cosa che ho apprezzato è l'ingenuità di John. Mi ha ricordato molto il John di "The private life of Sherlock Holmes" in questo è molto somigliante. Il non rendersi conto di che cosa prova Lestrade per lui, ma il vederlo come un amico è molto da Watson che non vede più in là del proprio naso. Forse, in questo caso, perché non crede di poter essere amato da qualcuno oltre a Sherlock. Non so, su questo non ci ho ragionato molto. La sostanza è che mi è piaciuto. Così come la storia.

A presto.
Koa

Recensore Veterano
27/05/17, ore 04:08

Ciao! Wow che bella OS che hai scritto! Allora premetto che io adoro le storie dove si narra della gelosia di uno dei due, amo John geloso e se possibile impazzisco ancora di più per Sherlock geloso. Bella la scelta di utilizzare Greg come causa della gelosia del detective, mi dispiace per il povero Lestrade, però c'è da dire che funziona veramente bene. Una cosa che mi è piaciuta particolarmente è stata vedere John attraverso gli occhi di Sherlock, vedere appieno tutto l'amore che prova per lui. È un qualcosa di totalizzante e devo dire che sei riuscita a far arrivare davvero bene tutte queste emozioni e questi sentimenti. Ho apprezzato che sei partita da una situazione di coppia già esistente, è bello vedere l'amore che li lega. Sherlock e le sue paure, timori ed insicurezze poi sono tenerissimi, quando teme di essere soltanto la sua stupida ed ennesima donna è di una dolcezza indicibile. La rappresentazione di John è davvero bella, poi però penso che quella è la visione di Sherlock del suo John e mi sciolgo ancora di più! Quindi in definitiva brava, ho davvero apprezzato questa storia, chiudo con una delle frasi più belle che mi ha fatto sorridere: "A queste cene, da solo, io non ti ci mando più.". Bravo Sherlock, marca il territorio e chiarisci ciò che è tuo!!! Ahahah! A presto!