Recensioni per
They are driven by a strange desire
di AliceVolevaMorire

Questa storia ha ottenuto 21 recensioni.
Positive : 21
Neutre o critiche: 0


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Nuovo recensore
24/06/09, ore 21:40

Oddio, era da tanto che non leggevo qualcosa di così bello. Stupenda, meravigliosa, perfetta.

Recensore Veterano
14/06/09, ore 22:49

Bellissima, bellissima, bellissima. Meno criptica delle precedenti, ma, in compenso, è incredibilmente suggestiva. Non so come ti sia venuta in mente questa storia, però è... è.. non so, sono senza parole, è troppo bella. Il finale, poi, è azzeccatissimo. Brava Alice, hai sfornato l'ennesima perla. L'ho sempre saputo che sei una delle migliori scrittrici di questo sito.

Recensore Veterano
14/06/09, ore 18:37

Ciao, Alice. Solitamente non recensisco mai le tue storie, nonostante le legga; un po' per paura, un po' per mancanza di parole, un po' perché non mi sento all'altezza di commentare una scrittrice brava quale sei tu. Eppure, questa volta mi hai colpita, più di altre volte. Mi ha colpito la cupidigia di quest'incubo che non può far altro che concludersi male; mi ha colpito l'atmosfera, impregnata di inganni e di oscurità totale. Mi ha colpito la scelta dei personaggi e il modo in cui li hai collocati nel tuo quadro nero, che trovo straordinari. E non so più cosa dire, perché dopo tutto questo non resta più nulla da dire, perlomeno per me. Ti dico soltanto complimenti, i primi dichiarati e gli ennesimi taciuti. A presto.

Recensore Master
14/06/09, ore 15:50

Il finale è terribile. Ti spezza le gambe, ti riduce ad una poltiglia informe, ti paralizza il pensiero. Esprime una tristezza ed un rimorso che non avevo trovato mai in altre storie. O, perlomeno, mai in questo modo. Rende perfettamente la sensazione di impotenza che abbiamo sulla nostra stessa vita. La non-decisione che non possiamo prendere per dare una svolta a noi stessi. E ti scorre addosso, questa consapevolezza, come il fango. Si attacca alle braccia e non ti lascia più.
Lo sbalzo d'umore di Persefone, dal riso spensierato, che mi dà un'idea di inconsapevolezza, di ignoranza che sembra quasi beatitudine, al pianto disperato, nel sapere. Ed è un po' la stessa cosa che mi tormenta da tempo. E' meglio sapere o non sapere? Era meglio, per Persefone, illudersi che Ade fosse solo uno splendido sogno nero o sapere che era realtà. Una realtà che, purtroppo, non le apparterrà [mi sembra di capire così alla fine] per una sigaretta. Ciò per cui lei, fino a pochi secondi prima, rideva.
E il mangiar sabbia mi ricorda tanto l'angoscia, il respiro mozzo ed il panico che vengono dopo la consapevolezza di non avere potere decisivo sul tutto, ed è forse la figura che più mi ha colpita in tutta la storia.

Poi, magari, ho solo detto un mucchio di scemenze e forse le ho dette anche male, però questo è quello che io vedo dietro a ciò che hai scritto. Qualcosa di più chiaro [come dice Chamelion] del solito, ma pur sempre annebbiato, sottoforma di sogno, di mito.
Complimenti, Alice. Come sempre. Come mai mi stancherò di farteli.
A presto, a tardi, si vedrà. Attendere tue nuove storie merita. Sempre.

Recensore Veterano
14/06/09, ore 10:17

'Giorno, Alice. E' un piacere leggerti di nuovo. Prima di farlo, ho ascoltato la canzone di cui riporti una citazione, per entrare nell'atmosfera; il video musicale è incredibile, la canzone anche ha un suo perché. Io non conosco il gruppo, ma questa voce calda e corposa è piacevole da ascoltare, dà l'idea di una coperta avvolgente che riscalda fin troppo, fino a farti sudare... un calore dolceamaro. Ora però passiamo al testo.
Sono a bocca aperta, sia perché sconvolta da quanto ho decifrato, sia perché interdetta per non riuscire a decifrare il resto. Alla seconda sono comunque abituata. Diciamo che quello che ho capito sono le dinamiche all'interno dell'allegoria, ma anche alla seconda rilettura non riesco a trovare il corrispondente reale dell'allegoria. E' particolarmente frustrante per questa storia, perché a differenza delle altre pare molto più accessibile.
Lo stile di questa è così diverso, e rivela una tua abilità che fino ad oggi è stata nascosta, resa poco evidente dallo stile fumoso e nebuloso di molte tue storie: saper tracciare immagini nitide, ben delineate, chiare. Generalmente le tue storie creano immagini dai contorni sfocati, evanescenti, che devo sforzarmi per afferrare e trattenere. Questa invece presenta una scena perfettamente limpida, cristallina: ho potuto vedere e quasi toccare con mano quella spiaggia e quei due individui che ne sono protagonisti. Per questo mi infastidisce particolarmente non aver capito il finale. La canzone dovrebbe aiutarmi, invece no.
Ad ogni modo, è molto bello questo nuovo stile prosaico. A queste condizioni ho potuto notare anche il modo in cui hai sviluppato le sequenze: molto cinematografico, basato su inquadrature, primi piani e contrasti tridimensionali.
Mi piace anche la forma del linguaggio. In particolare, adoro: gli occhi erano così terribilmente allungati e oscuri che era come buttare il cuore su degli scalini e vederlo scendere da sè. Dannatamente ermetico anche questo, ma anche molto bello.
Ah, devo riflettere anche sulla scelta dei personaggi. Premesso che Ade per me ha la fisionomia di quello del cartone Disney, l'hai reso una figura malinconica e oscura, come un poeta decadente. E Persefone è una ragazzina un po' sciocca, che gioca con lo stecco nella fanghiglia come con una barchetta nello stagno e chiacchiera con voce squillante ed allegra. Un magnifico contrasto.

Recensore Master
12/06/09, ore 15:37

E' di una tristezza che non so nemmeno spiegare, che non so quantificare, che non so in che direzione assurda possa portare; è di una malinconia profonda, delusa, deludente per sè stessa, assolutamente inaccessibile. E' qualcosa di amaro dai contorni sfocati, qualcosa a cui non voglio dare un senso, qualcosa che sembra avere il suo perchè nella totale assenza di giustifacazioni. E' qualcosa che giutifica la sua esistenza nel fatto stesso di esistere. E' qualcosa di bello. E oscuro. Quindi bello. Quindi oscuro.

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