Recensioni per
Ill gotten son
di greenkangaroo

Questa storia ha ottenuto 4 recensioni.
Positive : 4
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
03/06/20, ore 14:53
Cap. 1:

*si trascina sui gomiti*
Eccoooomiiiiii!

Ci avrò messo secoli, ma ho finalmente recuperato la recensione di questa storia! Direi che è un periodo appropriato visto che sono stranamente nel mood giusto per questa famiglia disfunzionalissima XD
Anche a me non piace molto che l'indomabile e irrequieta Aredhel abbia fatto la fine che ha fatto nel Silma. Non perché di fronte a un matrimonio nato nella costrizione ci si possa opporre con la sola forza di volontà, ma perché è tutto un po' un plot device troppo conveniente che non tiene conto del personaggio di Aredhel col solo scopo di ottenere una backstory tragica per suo figlio. E mi stanno antipatici i character arc che si basano sulla distruzione di personaggi femminili a favore di quelli maschili.
Quindi mi ha dato da pensare in quel senso il modo in cui Eol vede Aredhel in questa storia, come veda il loro matrimonio come di convenienza, come apparentemente lei abbia trovato la sua dimensione, il suo dominio dove fare quel che voleva. È una visione strana della dinamica tra i due, che non sembra corrispondere a quel che vediamo tra gli elfi, per quanto già nel Silma questo matrimonio sembra una (grave) eccezione ai matrimoni elfici soliti – e per questo causa di tante disgrazie (anche qui, un trope che amo :P). In più con questa visione del matrimonio tra loro, sembra un voler screditare Aredhel per innalzare Eol e la cosa ai miei occhi l'effetto è lo stesso della dinamica canon. Sempre il personaggio femminile va di mezzo, che sia nella dannazione o nella santificazione di quello maschile, quando secondo me i personaggi maschili sono in grado da soli di gestire queste cose, senza buttare altri personaggi sotto il tram ;)

A parte queste considerazioni "tecniche", trovo molto dolci le parole che Eol rivolge al figlio, perché alla fine credo anche io che in qualche modo lo amasse, ma non sapeva esprimere questo amore e forse bisognava troppo leggere tra le righe, che a un certo punto era più facile per Maeglin sentire le spiegazioni altrui sui comportamenti del padre.

E questa è una storia un po' insolita per il fandom italiano, quindi alla fine ben venga, assolutamente! Sono contenta che tu l'abbia tradotta, perché magari c'è qualche lettore italiano, da qualche parte che sarebbe interessato (di sicuro tu eri interessata visto che hai deciso di tradurla).

Ti segnalo solo che con tutta la chiusura di Tinypic sono saltate tutte le immagini :°(

Alla prossima,
Kan

Recensore Junior
23/09/17, ore 14:45
Cap. 1:

Comincio subito con un enorme GRAZIE.

Grazie perché, per quanto io bazzichi ogni tanto su AO3, questa bellissima storia non l’avevo mai incontrata. La tua traduzione mi ha dato la possibilità di scoprirla, e di amarla.

In secondo luogo, ti faccio i miei più sentiti complimenti. Tante volte anch’io ho pensato di tradurre una storia, ho persino cominciato in qualche caso, ma presto o tardi ho abbandonato l'impresa perché si è rivelata oltre le mie capacità. Ammiro moltissimo chi si dedica a questa attività, chi ha le capacità per farlo, e la tenacia per arrivare fino in fondo. Quindi: brava!

Entrando nel merito della traduzione in sé, dal mio punto di vista hai fatto davvero un ottimo lavoro.
Ho apprezzato tutte le tue scelte, sia di vocaboli, che di costrutti della frase. Elencarle tutte sarebbe un lavoro lungo e forse inutile, ma permettimi di sottolinearne un paio.
Primo, quando traduci "All of these things were hers…" con "Tutte queste cose le appartenevano…" e non col semplice “erano sue”, perché esprime meglio il concetto di qualcosa le era dovuto, in quanto Aredhel, a Nan Elmoth, era la padrona.
Secondo, ho approvato la libertà che ti sei presa nell'aggiungere “se fosse stato necessario” dopo "ti ho detto che ti avrei imprigionato". Lo ritengo perfettamente in linea col concetto che vuole comunicare l'autrice.

Insomma, una traduzione che definirei impeccabile, in cui se proprio proprio dovessi trovare un difetto, ti segnalerei soltanto la “scarica di adrenalina”, essendo “adrenalina” un termine che un pochino stona per la sua modernità (risale ai primi del '900).

In quanto al contenuto… beh… è meraviglioso. È straziante. Parole rivolte al figlio da un Eol negli ultimi istanti della sua vita. Un punto di vista così di parte, e allo stesso tempo così sincero, una contrapposizione espressa da parole d'amore e d'odio, di dolcezza e di amarezza, che si alternano e si fondono insieme (e che tu, lo ripeto, hai tradotto molto bene).

Non voglio dilungarmi troppo, perché so già che partirei per la tangente e ti riverserei addosso pensieri in libertà, concetti per lo più confusi (perché il mio ragionare su ciò che accadde a Nan Elmoth è ben lungi dall'essere completo) e in quanto tali di difficile traduzione, se la tua intenzione è quella di girarli all’autrice.

Voglio solo mettere in evidenza alcune cose che mi è piaciuto ritrovare in questa storia, perché rispecchiano il mio sentire.

Innanzitutto, non ho mai pensato che Aredhel, nata in Aman, "impavida e dal cuore fermo come tutti i figli di Finwe" (come dice il Silma), sopravvissuta all’attraversamento del ghiaccio, decisa al punto da sfidare il fratello e Re quando è partita da Gondolin, uscita viva dalla Nan Dungortheb dopo averla percorsa da sola, possa rimanere vittima di un incantesimo di Eol. No, dai, è assurdo. (Tanto è vero che poi, quando decide di andarsene, se ne va, e se Eol non fosse tornato prima del previsto, non sarebbe stato neanche troppo difficile.)

Non vedo Aredhel come una vittima. Ma come una persona determinata, orgogliosa, testarda e per molti aspetti inquieta, che forse pensava di aver finalmente trovato un posto dove stare, un compagno, una dimora dove potesse essere lei a prendere le decisioni per sé stessa.
Non vedo Eol come un carceriere. Ma come un Elfo determinato, orgoglioso, testardo (senza dubbio incapace di comprendere le ragioni di chi è diverso da lui), che è sempre andato per la sua strada, e che credeva di aver trovato una compagna che potesse diventare la Signora che desiderava avere al suo fianco.
Le cose non sono andate come loro si aspettavano.
(Le cose non vanno mai come uno se le aspetta, certo, ma se sei soggetto a una maledizione, andranno sempre nel verso sbagliato – e tante grazie Mandos).

In ogni caso, trovo perfettamente plausibile una realtà in cui Eol abbia amato suo figlio e sia stato ricambiato da lui. Mi piace leggere della risata argentina di Maeglin bambino, del suo entusiasmo nel prendere in mano un martello, dell'orgoglio del padre quando gli ha presentato il suo primo pugnale…

Un altro aspetto che mi è piaciuto è quando accenna al fatto che l'avvento del sole sia stato una catastrofe per Eol (tanto che lui ha finito col rifugiarsi nell'oscurità). Questa è una cosa che talvolta si rischia di considerare da un unico punto di vista. La comparsa del Sole fu un simbolo di speranza per i Noldor nati alla luce degli Alberi (e un effettivo aiuto nella loro caccia al Nemico). Ma per coloro che avevano scelto di rinunciare alla luce, e per i loro discendenti, per coloro che amavano le stelle, e nel loro tenue bagliore riponevano la loro sicurezza, dev'essere stata come una sciagura. Come uno scherzo del destino al quale hanno dovuto abituarsi per forza.

Ultimo, ma non ultimo, ho apprezzato la forma e lo stile di questo racconto. Il fatto che sia Eol in prima persona che si rivolge direttamente a suo figlio, in punto di morte. Ho apprezzato il ripetersi continuo di quei "ti amavo" e "ti perdono", e l’insistenza con cui Eol richiama a Maeglin i ricordi più felici, piuttosto che alimentare la rabbia contro coloro che l’hanno ucciso.
Come se negli ultimi istanti di vita, in contrapposizione a ciò che aveva fatto reclamandolo suo con quel giavellotto, in contrapposizione a ciò che gli aveva urlato poco prima di essere gettato nel Caragdur, volesse liberarlo dal peso del rimorso, e congedarsi da lui in pace.

Oddio, ho detto che non mi dilungavo e invece…

Concludo.

Ottima idea quella di tradurre questa splendida storia, così come è ottima la traduzione in sé.

Un enorme GRAZIE per avermi fatto conoscere questo racconto. Spero che continuerai con la tua attività di traduttrice, o che scriverai tu stessa su Il Silmarillion, sarei felice di leggere qualcosa di tuo.

Losiliel

Recensore Veterano
24/07/17, ore 20:00
Cap. 1:

Ciao!
mi ha fatto davvero piacere trovare questa storia!
Hai scelto di tradurre una storia molto particolare, che racconta il personaggio di Eol da un punto di vista nuovo, e che di conseguenza mostra sotto una luce diversa anche Aredhel e Maeglin.
Servono sempre storie che portino punti di vista e prospettive nuove!
I personaggi del Silmarillion secondo me offrono mille possibilità di raccontare la loro storia e il loro carattere da punti di vista sempre diversi, e questa storia ne è un esempio!
Partendo dall’inizio: lo stile. Questa specie di... Confessione, o monologo. Si sente benissimo la voce di Eol, in questo dialogo. Il suo essere sprezzante, sempre, verso tutti, verso chiunque non condivida il suo modo di pensare. Vuole dimostrare il suo affetto, il suo tipo di affetto, per il figlio, ma traspare anche il suo carattere impositivo, quel suo considerarsi colui che vede dietro le apparenze, capisce tutto e tutti e sa meglio degli altri cosa è bene.

Eol in questo monologo non si pente di ciò che ha fatto. Non chiede scusa. Porta la sua visione per convincere il figlio, per aprirgli gli occhi su cose che avrebbe voluto capisse prima, ma che si trova costretto a spiegare ora, ora che è troppo tardi.

Si sente in dovere di far sapere al figlio che tutto ciò che gli diranno da ora in poi saranno tutte menzogne: ciò che gli diranno sia su Eol stesso, sia su Aredhel.
Ecco, la visione di Irisse in questa storia, la descrizione che ne fa Eol è una delle cose che mi hanno colpita di più.
Come Eol abbia osservato Irisse, innanzitutto. Lui sa com’era, conosce la sua indipendenza e la sua testardaggine. Qualità che forse ha amato, all’inizio, che lo hanno attratto, ma che è arrivato a odiare perché, nella sua visione delle cose, ha visto che lei le stava usando contro di lui per avere tutto ciò che poteva.

Eol mostra una Aredhel che ha sfruttato il loro matrimonio per avere tutto ciò che non aveva mai potuto ottenere: una casa e un popolo, per quanto piccolo, da gestire, meraviglie sempre nuove, un figlio. Ed Eol ha sopportato finché non è cresciuto il loro figlio. Finché non ha iniziato a rendersi conto, forse, di quanto questo figlio fosse più legato alla madre, e che stava quindi perdendo tutto, anche il sangue del suo sangue.
Mi da l’idea che significhino questo, i tanti “ti ho amato” di Eol. Una dimostrazione per Maeglin che, per quante storie meravigliose gli raccontasse sua madre, per quanto pretendesse, Eol aveva altrettanto da offrirgli, anzi, aveva il meglio per lui, ciò che veramente si adattava a Maeglin.
Eol cerca di presentare al figlio una visione in cui per sua madre lui non era altro che una delle sue tante proprietà, una delle tante cose su cui pretendeva di imporre il suo diritto. Mentre Eol ha guardato oltre questo profitto e ha visto l’amore di Maeglin per la forgia, il suo coraggio in battaglia, la sua intelligenza.
Ma Maeglin lo ha capito troppo tardi, o forse non lo capirà mai davvero. Di nuovo, Eol è convinto di restare l’unico ad aver veramente capito come stanno le cose.
Ora è troppo tardi, ma lui, forse tentando una volta di più di dimostrarsi migliore di Aredhel, migliore dei Noldor, invece di condannare il figlio si dimostra pronto a perdonare ciò che ha fatto e che, sicuramente, continuerà a fare ora che ha scelto la parte sbagliata.


Attorno a tutto questo poi ci sono tanti dettagli che ho adorato e che si intravedono dietro questo “racconto” che fa Eol: si intravede l’accenno alla gioia che Eol e Aredhel hanno conosciuto i primissimi anni: quando ancora la determinazione di lei a Eol piaceva: Mi è parso che gli fosse piaciuto come lei lo avesse trovato al centro di Nan Elmoth, per esempio.
L’accenno, qui anche più di uno, a come si confondono i piani: Aredhel che sembrava inizialmente d’accordo, sembrava accettare il modo di vivere e le regole del popolo di Eol. Ed Eol che poi invece la accusa di aver in qualche modo tradito, di non aver mai accettato sul serio il suo stile di vita, di averlo sempre rifiutato e avergli sempre preferito i suoi parenti Noldor,da sempre e nonostante tutto ciò che lui ha fatto.
Altra cosa da Eol, confondere così i piani! Lui ha sempre disprezzato i Noldor in tutti i modi e con tutte le sue forze, e soprattutto la loro arroganza e il loro imporsi, il loro essere degli usurpatori. Irisse è una noldo, e per cui per lui non è diversa da tutti gli altri, in fondo.


E poi la visione finale di Gondolin, troppo bianca, con troppo sole, e la sofferenza di Eol che qui lascia trapelare anche la prima traccia di odio verso il figlio: come lo accusa di mentire a sé stesso quando finge che il sole non lo ferisca: Eol prevede che invece lo farà, sempre.
Perché Maeglin in questo gli somiglia.

E poi tutti i ricordi che a Eol di suo figlio bambino: sono teneri, ma anche pieni di quell’amore misto a spavento di un padre alle prese col suo primo figlio, che è per lui un essere nuovo, strano ma allo stesso tempo una parte di sé.
Mi piace davvero come tutti questi sentimenti: amore paterno, paura, possesso, e quella superbia egoista che è un po’ il centro del carattere di Eol si mescolino sempre, quando accenna a suo figlio!
Più che quando parla della sua sposa, perché Maeglin è ancora più suo.

È stata solo l’arroganza altrui e il non rimanere a Nan Elmoth dove doveva rimanere che ha distrutto tutto ciò che avevano.
Una visione assolutamente da Eol!

Come ciliegina, poi, tutti gli accenni ai nani, ai commerci con loro, ai viaggi di padre e figlio, l’orgoglio di Eol nel vedere quanto Maeglin era veloce e voglioso di aprendere: altri tasselli che non potevano mancare e che hanno aggiunto una sfaccettatura in più al tutto!

Complimenti davvero per questa resa del Pov di Eol: è un personaggio che non amo molto, e lo stesso vale per Maeglin, ma sono entrambi personaggi complessi, che hanno non poche sfaccettature da raccontare.
Qui Eol è nel suo momento peggiore, e già questo rende il tutto difficile. Addentrarsi poi nei pensieri di Eol sulla moglie e il figlio senza risultare banali o inutilmente sdolcinati è ancora più difficile, ma questa storia ci è riuscita!
Con il ritmo, con la scelta dei dettagli, con tutto.
Complimenti davvero all’autore!

E tantissimi complimenti a te per averla tradotta!
Ho letto anche la storia in lingua originale, e la tua è un’ottima traduzione, molto curata!
Ho apprezzato la cura con cui hai scelto le parole, mantenendo ogni sfumatura della storia, e riuscendo a mantenere anche il ritmo e l’atmosfera
Tantissimi complimenti!

Spero davvero di leggere presto altre tue traduzioni di storie così sul Silmarillion!
O che scriva qualcosa anche tu, se ti verrà l’ispirazione!
Intanto complimenti ancora!

A presto,
Tyelemmaiwe

Recensore Master
21/07/17, ore 21:10
Cap. 1:

Finalmente riesco a commentare questa storia, sìììììì!
Innanzitutto lasciami dire che vorrei abbracciarti e che sono giorni che fangirlo senza ritegno perché, diamine, una persona nuova nel nostro piccolo povero fandom italiano del Silma, per di più con una traduzione! Davvero, non hai idea (o forse sì, ce l'hai eccome XD) di quanto ci fosse bisogno di qualcosa del genere. Ma bon, la smetto di squittire e vengo al sodo: la storia.
Mi autofustigo, innanzitutto, perché il mio primo pensiero nel leggerla è stata un'ondata di puro fastidio. Giustificazionismo, ho pensato. Giustificazionismo puro. Ecco cos'è. Ed ero tentata dal chiudere tutto disgustata e non riaprire più, salvo poi ragionarci lucidamente e capire che la mia rabbia non era rivolta alla storia, ma a Eol. O più che a Eol, a una vicenda che non doveva andare com'è andata. Perché comunque la si giri, da qualsiasi prospettiva la si guardi, Eol quel giavellotto lo scaglia, e Irisse ci finisce in mezzo. E fosse solo per questo, io non lo perdono. Quanto al resto... Effettivamente noi abbiamo solo la prospettiva di Pengolod, assolutamente noldo-centrica ed estranea alla gran parte dei fatti. Perciò ben venga il narrative bias!
E questo Eol in prima persona... Beh, è credibilissimo, nonostante io non sia esattamente una fan della prima persona. Ma qui Eol si sente, si sente eccome. E dietro alle parole accorate per il figlio, a una prospettiva che certamente non è quella che Pengolod ci offre (ma ci ritornerò) Eol comunque non emerge poi così diverso da come lo conosciamo.
Voglio dire: non è affatto snaturato. Non è addolcito, non è melenso, né altro. Eol, nonostante tutto, è assolutamente spietato. Spietato nel giudizio verso Irisse, "la tua bella, orribile madre"... Ecco, basterebbero queste poche parole a riassumere tutto Eol, davvero! Ma a parte questo, è spietato (e, per quanto mi costi dirlo amando io tantissimo Irisse e detestando Eol con l'anima) Eol è assolutamente comprensibile nel giudicare la moglie come un'arrivista che gli sottrae il figlio portandolo al sole, là dove sa che lui non può, né vorrà mai, seguirla.
Per non parlare di come sottolinea quanto a Irisse non dispiacesse affatto la vita in Nan Elmoth, dal momento che grazie ai commerci di Eol aveva tutto ciò che poteva desiderare (interessantissimo e, di nuovo, assolutamente esplicativo quel definire Lomion la sua "garanzia" per ottenere ciò che vuole)... Ecco, di questa storia mi colpisce il fatto che certe frasi restino dentro, si conficchino nella mente al pari dei pugnali di Eol. Due sono quelle che ho già citato, ma anche quel sottolineare l'importanza di entrambi i nomi del figlio, l'importanza che entrambi rivestiranno nel suo futuro. "Ricorda il nome che ti ho dato. Ricorda il nome che lei ti ha dato"... Eol è così: incisivo, lapidario. Non lascia possibilità di replica. Implacabile. Ecco, forse è questo il termine giusto: Eol è implacabile. E io vorrei sbattere la testa contro il muro per aver pensato anche solo per un secondo al giustificazionismo, perché qui non ce n'è nemmeno l'ombra.
Qui c'è un amore, distorto forse? Punti di vista, ma certamente amore, quell'amore che, per ragioni ovvie, nel Silmarillion non ci è dato vedere, nei confronti del figlio Maeglin. E allo stesso tempo c'è una consapevolezza così amara, così dura... Ma chiamarla odio? No, non credo di poterlo fare, non qui. Oddio, credo di star straparlando e che non si capisca una fava di quello che sto dicendo, davvero... Chiedo scusa. In ogni caso sono apertissima a chiarimenti, anche a nome dell'autrice originale del racconto! XD
Ah, e che dire a proposito di Eol legato al sole, quel sole che lo ferisce come mille stilettate (mamma mia, potevo sentirlo sulla pelle, leggendo)! Davvero, se già la scelta di Turukano mi pareva altamente discutibile, vista dal pov di Eol non può che apparire di una barbarie e una crudeltà estreme. Che almeno gli risparmiasse il tormento della luce!
In tutto questo, una sola cosa mi perplime davvero: Eol si riferisce a combattimenti contro gli orchi assieme al figlio, ma quando sarebbero dovuti avvenire, e dove? Dubito che gli orchi fossero penetrati in Nan Elmoth, sono curiosa di saperne di più XD.
Ah, e inutile dire che adoro l'accenno alle diverse usanze di Eol e Irisse in fatto di matrimonio: qualsiasi versione si segua, Curvo ha un bel dire: non tutti i Quendi sono Noldor! :P
Ok, chiudo qui questo sproloquio, che davvero temo risulti incomprensibile, e concludo ringraziandoti per aver tradotto questa storia )e ringraziando greenkangaroo, per averla scritta, naturalmente) e sperando davvero che continuerai la tua opera di traduzione... Davvero, non sai quanto mi faresti felice.
Un abbraccio, ad autrice e traduttrice :-)

Mel
P.S.: solo un minuscolo appunto a livello di traduzione: io tradurrei anche il termine "lady" in italiano, magari con dama o signora... Penso renderebbe il testo più scorrevole di quanto già non sia.
P.P.S.: non l'ho scritto sopra, ma questa visione di Irisse, che assolutamente valorizza il personaggio e non la rende in alcun modo pedina o vittima di nessuno mi piace davvero tanto, le rende un'enorme giustizia. Perciò grazie, di nuovo, per aver portato qualcosa che possa portare a tanta speculazione nel fandom.