Recensioni per
Il Tredicesimo Re - Agur, primo del suo nome
di Nirvana_04

Questa storia ha ottenuto 34 recensioni.
Positive : 34
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
30/09/18, ore 11:04
Cap. 4:

Altro capitolo interessantissimo e che racchiude tutto quello che è, a mio modo di vedere, il senso di questa storia. Sono solo al capitolo quarto e quindi non so bene, anche se lo presumo, tutto quello che succederà nei prossimi tre, ma quello che ho capito finora è che i racconti che si fanno su Agur, nella storia principale, sono forse ingiusti verso quella che era la sua figura. Non è per niente insolito, al contrario è molto verosimile. Il tempo e il tramandare le storie di bocca in bocca, muta la verità e la fa diventare leggenda e a quel punto non si sa più che cosa sia accaduto per davvero. Quello che si viene a sapere, leggendo questi capitoli, è che Agur si è ritrovato non soltanto solo contro il re suo padre, ma solo contro una città intera. Viene chiamato "eretico" dalla cariatide, viene avvertito dal suo stesso padre, che Agur accusa d'essere un vigliacco, sul fatto che deve dare al popolo un contentino per tenerli buoni, altrimenti non sarà mai nulla. Il re lo capisco anche, da una parte. Va in direzione contraria al furore di Agur, ha più esperienza e sa che cosa vuole il suo popolo, sa che soltanto con la fede riuscirà a non farli rivoltare contro di lui e contro la corte. Ma allo stesso tempo tutto il suo discorso è impregnato di codardia e di stupidità. Non lo biasimo per questo, è un re che non ha mai conosciuto davvero la guerra, che sa delle cose sul passato ma neanche ci crede. Agur è diverso e lo capisce perfettamente. Come Jhann osserva a un certo punto, in lui non c'è boria o arroganza, ma solo la rabbia. Rabbia verso le creature, ma non soltanto anche verso la stupidità, l'ottusità di una religione che si barrica dietro l'offesa a un Dio e non vede la realtà dei fatti ovvero quella che, se non si decidono a combattere, sono tutti spacciati. Agur si ritrova a voler far valere le proprie idee, ma senza riuscire in molto. Convince Jhann a seguirlo e lo fa quasi a fatica e ci riesce solo, io credo, per la forza delle proprie convinzioni. Insomma, l'immagine che ne stai dando qui, ritrae un Agur a cui forse, in futuro, non è stata fatta sufficiente giustizia.

Oltre a questo torna di nuovo la magia. Nel punto in cui sono arrivata se n'è appena cominciato a parlarne. Qui viene mostrata attraverso un racconto del passato, dal quale Agur capisce che hanno una possibilità. L'uso che viene fatto della magia sembra quasi essere involontario (ma di questo non ne sono molto sicura), di certo è la prova che esiste. Mi chiedo, a questo punto, se Dareg e Vasia riusciranno mai a capire come utilizzarla per davvero e facendo in modo che le pietre funzionino contro le creature. Di certo quello che hai detto qui è molto interessante e utile per capire moltissime cose che, nel Tredicesimo Re, mi erano sfuggite.

Koa

Recensore Master
20/04/18, ore 15:43
Cap. 4:

Recensione premio per il contest Cuore d'Ombra

Quindi siamo allo scontro.
Agur si fa testimone e protagonista del primo scontro contro il mostro; e lo fa portando con sé sia dichiarazioni di maledizioni da parte della Divinità Agabar, sia il timore che Cahar stia per cadere.
La magia delle pietre, a seconda di alcuni, non può salvarlo: e allora si deve porre solamente la forza umana contro il male che avanza... ma basterà?
Conoscendoti, ho paura, davvero; anche perché, come per tutti i tuoi personaggi, c'è qualcosa in Agur che non mi convince.
Ho come l'impressione che prima o poi o lo vedremo impazzire dalla paura, o peggio... che diventi parte dell'ombra.
Se le voci dell'ira divina sono vere, è un condannato, un morto che cammina; d'altronde, i fatti precipitano appena lui porta a Cahar la testa della bestia che ha ucciso. Non c'è una risoluzione facile a questo quesito, mi sembra; e quindi... quindi mi sa che mi terrò l'ansia e vedrò come proseguire la storia, nella speranza che non si avverino i miei peggiori pensieri.
Brr...

Recensore Veterano
22/12/17, ore 11:56
Cap. 4:

Ho trovato la scelta di re Arden piuttosto di comodo, una scusa per giustificare la sua incapacità di affrontare una simile minaccia, oome se non avese saputo bene cosa fare e avesse preferito delegare ad altri (tanto meglio se distanti e divini). Questa decisioen mi ha fatto molta rabbia, a maggior ragione perché ha condannato a morte il proprio popolo in nome della propria reputazione; concordo con lui che un re per esistere debba avere l'appoggio dei propri sudditi e dare loro ciò che richiedono, e che in quel momento la speranza fosse necessaria, ma come ha fatto notare Agur, è inutile dare speranza quando poi questa stessa non viene seguita da un'azione concreta. Le preghiere servono a poco e non aiutano a sopravvivere se non vengono supportate da azioni.
Mi è piaciuto che tu abbia deciso di affrontare una questione delicata e spinosa come quella religiosa: da un lato abbiamo il bigottismo cieco e pericoloso, la fiducia totale ma anche di comodo nei confronti della religione, mentre dall'altro abbiamo la capacità di dubitare e sceglire di rifiutare qualcosa in cui non si crede, accettandone anche le conseguenze, e nel mezzo abbiamo la cariatide che pare tanto infiammata da sincero fervore religioso quanto gongolante per come il suo ruolo le permetta di avere un potere non indifferente di cui approfitta ampiamente. 
Forse i pensieri di Agur sulla religione sono estremi, paragonandola a un morbo che corrode la mente e la volontà (sebbene il re sia un'emblema di come questa, in realtà, sia esattamente un'immagine calzante), ma ha reso bene l'idea di come spesso questa porti ad agire in mnaiera sconsiderata e pericolosa. La religione è un'arma, e come tale va usata con cautele, può ferire come proteggere, uccidere e salvare. 

Sono contenta, però, che Agur abbia preso in mano la situazione e abbia scelto di salvare il salvabile. Mi sorprende che gli abbiano permesso di farlo: il re mi sembrava piuttosto irremovibile e deciso a rinhciudere tutti in quella che si rivelerà essere la loro prigione.
Mi fa davvero rabbia che un popolo sia condannato per l'orgoglio e la caparbietà di un re che si rifiuta di vedere la realtà e si rifugia nella religione. Avrei tanto voluto prenderlo a schiaffi.
Mi chiedo perché abbia preferito ascoltare la cariatide che suo figlio...

Ayr

Recensore Master
09/08/17, ore 08:16
Cap. 4:

Ciao^^
per carità, non c'è bisogno di piacchiare o di uccidersi, basta solo scambiarsi amabilmente delle impressioni.

Comincio con un piccolo particolare tecnico:

I Felichi si erano, non sarebbero rimasti al loro fianco durante l’imminente scontro

secondo me dopo "si erano" manca un verbo.

Detto questo, mi mancava molto questa stoeria. Ti dirò, mi piace anche di più di quella di cui è lo spin off, ma più che altro per motivi di demenza senile mia: mi incasino con le trame troppo complesse, e questa storia ha una vicenda più lineare.
Detto questo, apprezzo anche molto il tono cupo della vicenda, l'impressione di terrore incombente, l'esistenza dei mostri a metà tra realtà e leggenda. Il re pavido e schiavo delle credenze religiose, il figlio consapevole della propria colpa ma proprio per questo motivato a trovare un modo per ricacciare i mostri dietro le barriere.
Una storia bellissima, complimenti. Aspettavo con ansia questo nuovo capitolo (non ho risposto prima solo perchè affogato di contest^^)

Recensore Master
03/08/17, ore 14:46
Cap. 4:

Buon pomeriggio.
Beh, alla fine... sembra che si prospetti un disastro!
In effetti, il Re sembra non rendersi troppo conto del pericolo che sta correndo...! In fondo, sta dando più peso al coraggio e all'onore, che all'intelletto.
Però, sempre in fondo, arrendersi all'inizio sarebbe stato un male... forse.
Nel frattempo, gli eventi stanno prendendo una brutta piega... quelli sì che si prospettano male.
Staremo a vedere quel che accadrà.
Buon proseguimento di giornata e a presto :)