Recensioni per
Alcibiade o 'l'Albero della Vita'
di Ancient_Mariner

Questa storia ha ottenuto 18 recensioni.
Positive : 18
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
03/08/17, ore 13:58

Buon pomeriggio.
Anche questa volta mi trovi in affanno, nel lasciarti un parere; accade di rado. Ma di fronte ad una simile cultura, che posso dire? Mi complimento con te, tantissimo, e... continua così!
Assolutamente, hai una grande maturità. Questo ti rende molto, molto interessante ai miei occhi.
Io ho un modo di far poesia molto libero; ho un fuoco che mi brucia dentro, e allora mi lascio andare e vengono fuori poesie semplici, pure... tu invece ci ragioni, hai ispirazioni profonde ed oculate, e questo dimostra tutto il tuo talento.
Una poesia molto bella anche questa, complimenti ^^
Buon proseguimento di giornata e a presto :)

Recensore Junior
03/08/17, ore 12:25

No, allora, non andiamo d'accordo qui. Stavo giusto pensando, oh, questa volta una poesia semplice e chiara da recensire, che bel- "Mi trovavo a casa del grande Carl Gustav Jung". Ah, ok, nulla, vado a nascondermi in un angolino. Ti avverto che mi sono partiti voli pindarici in direzioni opposte, quindi ho paura di ciò che potrei scriverti.
Intanto inizierei col soffermarmi su qualcosa che tu hai piazzato lì, quatto quatto, senza far rumore, senza poi commentarlo nella tua spiegazione, ma a cui io ho fatto caso, "Ed entravo con te in un modesto esercizio": il fatto che non fossi solo in questo particolarissimo sogno-viaggio e che tu ti rivolga all'altra persona che t'accompagnava usando il "tu" è curioso, che fosse una specie di Virgilio o semplicemente una compagnia occasionale, oppure ancora qualcuno di importante, forse addirittura il tuo inconscio? E poi quel viaggio che si rivela privo di piacere e nel periodo peggiore dell'anno, sì, se non fosse per una rivelazione fondamentale, su cui torniamo dopo.
L'elenco di oggetti inutili in casa di Jung: cosa sono quegli oggetti? Rappresentano la quotidianità e il legame col materiale, l'accanimento per le stupide occupazioni cui faceva riferimento anche la poesia precedente, i nostri pre-concetti e le idee che serbiamo sul mondo e la vita, certi paradigmi sulla psicologia e sullo studio della mente? Non rispondiamo dai, e poi sarebbe bello se fosse un po' tutto. Eppure quegli oggetti inutili hanno un certo fascino, somigliano anche un po' a delle poesie, non credi? Ché se smettiamo per un istante di considerarli inutili, di soffermarci sul loro risvolto pratico, possiamo valutare la loro bellezza di futili dettagli e trovarli a loro modo deliziosi.
Invece il finale richiama palesemente - o almeno per me e fidandomi della tua spiegazione - quell'inconscio collettivo che se ne sta lì per tutti, brucia e si innalza in maniera delicata e quasi impercettibile, tanto che solamente chi nutre il desiderio di "ascoltarlo crepitare" può intuirne la luce. Mi piacerebbe però sapere perché hai utilizzato proprio la parola "necropoli" e in generale come andava letta questa poesia, dato che come hai visto ho fatto un gran macello.
Questa raccolta è una sfida onirico-interpretativo-divinatrice continua, è stimolante e di questo ti ringrazio. E poi le poesie sono anche oggettivamente belle, che non guasta. Immagino che la prossima recensione te la lascerò dal Giappone, perciò ti mando un grosso abbraccio e a presto.

Silvia