Ciao, fervens!
Seppur con un lieve ritardo, eccomi qui a recensirti anche quest'altra volta.
Certo è che questo componimento mi è piaciuto moltissimo: ormai sto divenendo ripetitivo nelle mie recensioni, ma non saprei in che altro esprimerti tutti i miei complimenti per una raccolta che stai curando alla perfezione, con poesie davvero belle, emotivamente e stilisticamente, e molto acute, fini e delicate - passami i termini. Inoltre, continuo anche a complimentarmi con te per la larga presenza di apparizioni di animali nei versi, che riesci ad inserire in qualsiasi contesto ed in qualsiasi componimento, senza mai, però, lasciare nulla al caso.
Passando a ciò che il componimento mi ha lasciato, posso dire di aver letto molta malinconia tra le righe, cosa assolutamente differente, per dirne una, dal componimento che ha preceduto quest'ultimo.
Vedo nelle tue "anime soul dargli argentei riflessi" lo spettro, il riflesso - scusa per il gioco di parole - del vuoto, dell'essenza dell'essere umano privo di scopi, di obiettivi, praticamente svuotato, sviscerato e smembrato.
E tali ombre di uomini, tentano di guardare i loro lineamenti in pozze scure e cupe, altri rimandi alla vuotezza della loro interiorità sciupata e ricolma di ansia, di paranoie... e di malinconici pensieri.
E la sula che si perde nella disgustosa macchia nera, inghiottita dal nulla più totale, è la rappresentazione stessa dell'uomo che, una volta macchiatosi di quel petrolio, finisce per rimanerne, ahimè, divorato completamente. Come se quella macchia e quelle pozze di catrame fossero in realtà la società in cui viviamo oggi, la successione degli eventi monotoni della vita che, via via, si ripetono ogni giorno e che ci sottopongono ad una cruda alienazione che, lentamente, ci impregna di nero fino a sconfiggerci e ad omologarci tutti quanti, cospargendoci di un unico e solo unguento oleoso che ci cancelli radicalmente.
Ed è per questo che l'uomo, alla fine, piange le sue lacrime (e qui ti segnalo la svista di "un" al posto di "una" ahah), mentre continua a stagliarsi sulle pozze nere, nel tentativo di evitare il suo totale fallimento.
Avrò divagato... ma è questo che, a caldo, ho immaginato nel leggerti oggi: ogni volta, è sempre un'immagine nuova, sempre un'immagine più poetica e bella della precedente.
A presto e complimenti, carissimo!
Makil_ (Recensione modificata il 15/09/2017 - 05:37 pm) |