Ciao!
Prima di tutto lascia che io mi scusi per il tremendo ritardo. So che i tre giorni scadono oggi, ma prima non ho potuto recensire questo capitolo perché dovevo assolutamente portare a termine le valutazioni per un contest. Una persona assennata non avrebbe preso un altro impegno sapendo di averne uno improrogabile, ma a me piace complicarmi la vita... quindi, eccomi qui. Sul filo del rasoio. Ti posso garantire che nei prossimi giorni avrò più tempo libero, quindi per futuri scambi non ti farò assolutamente aspettare così tanto. Scusa>.<
Allora, questa storia ha un terzo stile, diverso da quello che hai usato per Sherlock e Watson. Personalmente preferisco quello di Holmes, l'ho trovato il più pulito scorrevole e affascinante dei tre: mi aveva davvero coinvolto moltissimo.
Mi chiedo: la testa di un pittore è così confusa? La mente di Victor mi è parsa così: partiamo da A, facciamo una digressione in B e un salto in C, mentre sono in C vado a E, e poi torno indietro e torno a B; poi D e infine mi ricordo di essere partito da a XD
Questo per dire che Victor sembra uno che si distrae molto facilmente, divaga molto con la mente; si sofferma su dei particolari che gliene ricordano altri, e poi dimentica da che punto è partito. E' stata una specie di rincorsa, un po' come lui che seguiva Sherlock.
E' uno stile sperimentale - io preferisco altre forme - che secondo me si è perso un po' nel centro, ma che ha dato il massimo nelle descrizioni, sopratutto quelle iniziali di Londra. Mi piace la ripetizione del termine, quest'evocazione magica delle strade e dei vari quartieri (immagino che siano state prese in considerazioni diverse parti), l'ho trovata magica, ed è qui che ho sentito l'anima delicata e sensibile del protagonista, voce narrante.
Sherlock mi ha rapito, come sempre - secondo me è il personaggio che ti riesce meglio, è... wow, senza nulla togliere agli altri ovviamente. E' esuberante, con le sue regole personali, i suoi giochi, i suoi modi di fare fuori dagli schemi. A tal proposito, vorrei dire una cosa: all'inizio i pensieri "contorti" di Victor mi hanno ricordato i modi "esitanti e dubbiosi" di Watson, però sta qui la grande differenza, e scusami ma non ho potuto fare a meno di mettere a confronto questi due amori di Holmes. Uno è razionale e pensa, anche troppo; l'altro è un artista e vola, crea anche quando pensa. I pensieri di uno sono pesanti, girano in circolo e tornano spesso a esaminare un punto; l'altro divaga, coglie diverse cose e lo fa con leggerezza. Se ci fosse stato Watson in questa situazione probabilmente non se ne sarebbe rimasto zitto per tutto il tragitto e alla fine non credo (per come lo ricordo io dai film) che avrebbe accettato con un semplice sorriso l'iniziativa di Sherlock. Questo pensiero mi è saltato subito alla mente leggendo la fiducia con cui si lascia guidare Victor: è un avventuriero, ama la vita, un calore ma non legami stretti, magari quello più discreto di un animale.
In tutto questo mi chiedo: ci ho azzeccato qualcosa.
Non conoscendo il fandom posso solo trarre conclusione da quello che leggo di tuo, a mia libera interpretazione, ma ho sempre paura di prendere un granchio.
Comunque la storia la continuerò sicuro, perché quando qualcuno si va a cerca un guaio a cuore leggero e tanta vivacità negli occhi, definendolo un appuntamento... non voglio perdermela!
A presto! |