Buonasera! Eccomi a commentare questa tua storia che, nonostante sia veramente brevissima, è ambientata durante l'episodio più importante che abbiamo avuto (come fan Caryl) durante la settima stagione.
Che dirti, mi piacciono questi "quasi" what if in cui si prende una scena già esistente e si aggiungono dettagli, dialoghi o parole che secondo noi ci starebbero bene e sicuramente i tuoi sono azzeccati! Concordo con la mia collega Silvia sulla frase "Se era arrivato fin li di sicuro non era il caso ad avercelo portato" perché tutto ciò che accade tra i due non è MAI un caso. Comunque sono d'accordo con ogni singola parola detta da lei sulla questione, davvero abbiamo pensato le stesse cose.
Vorrei invece aggiungere un'altra considerazione. Ogni volta che leggo o sento Carol pronunciare la parola "casa" mi vengono i brividi. Soprattutto considerando gli ultimi avvenimenti. In passato aveva detto a Daryl che la prigione era la loro casa, mentre lui non ne era molto sicuro in principio, rispondendole che invece quella era una "tomba". Dopo tanto vagare, la casa è diventata Alexandria, abbandonata poi da Carol a causa di un suo malessere personale ma eccola chiedere se "stanno tutti bene a casa?" proprio nell'episodio 7x10. Nella tua storia lei si rivolge a Daryl dicendo "Andiamo a casa" che sta ad indicare specificamente quella "casetta sperduta" dove loro sono solo una coppia ma sai cosa? C'è un concetto di fondo ancora più forte. Che sia la prigione, che sia Alexandria insieme alla loro famiglia, che sia la creepy house, che sia la strada piena di vaganti o di nemici da uccidere, la vera CASA è il loro stare insieme. Non a caso la tua storia si intitola "aspettami, torna a casa".
A presto e un abbraccio.
Carol. |