Recensioni per
Punto di rottura
di Architetto di sogni

Questa storia ha ottenuto 7 recensioni.
Positive : 7
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
19/07/18, ore 15:04

Ciao cara, eccomi qui per lo scambio. Che dire? Questa storia mi ha rapita perché è intensa è struggente è un flusso di coscienza come hai ben scritto nelle note (ma io lo scrivo in italiano perché altrimenti il direttore me lo cambierebbe XD) è... Mi ha lasciata senza parole. Adoro lo stile quasi poetico, le frasi brevi le conferiscono quella giusta intensità. A presto.

Recensore Master
17/07/18, ore 22:24

Ciao, eccomi qui per la prima volta sul tuo profilo. Piacere, sono Stefania e sono qui per lo scambio a catena delle recensioni del Giardino.
Stavo cominciando a cercare tra le trame delle tue storie, quando mi sono fermata su questa e mi sono detta: "assolutamente questa". Non solo per il genere, o per la presentazione, ma soprattutto per il fatto che ha partecipato e vinto un contest, e questo non è assolutamente da poco.
Prima di tutto ho aperto su una nuova scheda il link che hai lasciato per accompagnare la lettura, così da immedesimarmi completamente durante la lettura. Certo crea un'ottima atmosfera, e la sonorità è davvero coinvolgente.
La prima parte è permeata da grande angoscia, quasi a soffocare chi ne sta subendo ogni singolo effetto. Il tutto che avanza in un crescendo sempre maggiore, sempre più soffocante, sempre più invalicabile. E poi...? Arriva il momento di non riuscire più, di rompere la barriera e di buttarsi al di là di tutto questo: del dolore, del passato, delle persone che hanno caratterizzato la sua vita e dei ricordi di ogni singolo bene o male. Tutto tenta di trattenerla a sé, tutto ciò che lei conosce, che ha amato e odiato. Eppure capisce, comprende che è il momento di andare oltre, continuare verso qualcosa che ancora non conosce e di cui può avere davvero paura. Ma è proprio quella la sua salvezza, il suo presente, il suo futuro. Andare oltre, lasciarsi alle spalle tutto quanto e procedere a testa alta.
Una storia davvero unica nel suo genere, particolare, bellissima. Davvero, BELLISSIMA. Penso di aver usato questa espressione una manciata di volte al massimo tra le opere che ho letto, e la tua se la merita senza alcun dubbio.
L'accompagnamento musicale aiuta ad entrare molto nel testo, nella mente della protagonista: una persona che potrebbe essere chiunque, potrei essere io come potresti essere tu. Il bello è questo, ognuno potrebbe tranquillamente riconoscersi in stati d'animo simili. Il mix di sentimenti ed emozioni tanto evocativo quanto efficace, trasporta dall'inizio alla fine.
Questa storia mi resterà dentro, ne sono convinta.
Mi auguro di avere ancora l'occasione per poter passare di qui e leggere altro di tuo.
Buon lavoro, e alla prossima ^^ :3

Recensore Junior
16/07/18, ore 18:46

Ehilà, sono la ragazza dello scambio di recensioni ^^

Devo dire che questa storia mi è piaciuta un casino, soprattutto le parole finali.
Tutti si disperano nel dolore, accerchiati dai fantasmi del nostro passato o del nostro presente, che ci perseguitano cercando di portarci nell'oblio.
Ho amato il modo in cui hai usato le parole, come hai descritto la disperazione, i fantasmi e le paure, ma soprattutto il "salto" che alla fine fa' la protagonista verso il mondo da lei tanto agognato e che le è rimasto nascosto da quel fantomatico "vetro".
Parole magnifiche, che fanno pensare a quanto sia facile per noi umani cadere in questo oblio fatto da fantasmi e dalle nostre più oscure paure che cercano di annientarci, circondandoci in un abbraccio maligno che, invece di aiutarci, ci soffoca per ucciderci.

Davvero bellissima storia, il tuo modo di scrivere è molto bello e mi è piaciuto molto. Baci

Recensore Veterano
10/07/18, ore 07:07

Ciao! Eccomi qui per lo scambio!
Inizio subito. Il titolo l'ho trovato molto pertinente, mi è piaciuto molto ritrovarlo lì in mezzo a tutto il testo, rimarca ancora di più il senso di tutto lo scritto, molto bello davvero. Passando al testo in sé non ho trovato errori di battitura e simili, quindi ottimo. L'ho trovato molto scorrevole e coinvolgente, si sente che sono esperienze tue e personali che, come hai precisato alla fine, hai scritto di getto. Le costanti frasi corte sono molto incalzanti e la disposizione con cui le hai messe formano un piacevole percorso che credo facciamo tutti arrivati a un certo punto della vita. La paura dell'ignito e la rassicurante conoscenza del noto sono espresse benissimo e il sinonimo del guardare la vita attraverso un vetro di una finestra è bellissimo!
Sono quei testi che uno scrive quando ha bisogno di svuotarsi da qualcosa, a volte possono essere anche pensieri che uno ha elaboraborato piano piano nel tempo, magari senza riuscire a comprenderli subito, ma che un giorno si riesce a tramutarli in qualcosa di concreto. Ecco, il tuo scritto mi ha fatto ragionare su tutte queste cose e io credo fermamente che se qualcosa ti lascia un significato su cui ci si ferma poi a ragionare allora sia molto meritevole di lode.
Ottimo lavoro, spero di leggere presto qualche altra tua opera.

Recensore Master
07/07/18, ore 13:07

Wow. Sì, wow. Ecco, ero sinceramente tentata di segnalare la storia per le scelte del sito; alla fine non ce l'ho fatta, non mi sono lasciata tentare, ma sento che la mia decisione potrebbe cambiare da un momento all'altro.
Innanzitutto, non c'è lo straccio di un errore. Ma uno che sia uno, una svista, una virgola fuori posto. Certo, sono tutte frasi estremamente brevi, a volte solo parole, ma comunque il modo in cui la storia si è lasciata leggere, la scorrevolezza... fila tutto liscio come l'olio, insomma, è un piacere per gli occhi e per la mente. Complimenti.
Sei riuscita perfettamente a penetrare il cervello di ognuno di noi. È questo che più apprezzo della storia: la sua universalità. Ognuno può dare una sua interpretazione di cos'è quella stanza, ognuno però ci si può anche rivedere, può empatizzare con la protagonista, può mettersi nei suoi panni perché c'è stato. 
È bello soprattutto quando fai parlare i fantasmi. I ricordi, il passato, le ferite, gli amori, le sconfitte e le vittorie. Tutte cose, belle o brutte che siano, che ormai fanno parte di qualcosa che non può più essere mutato, e infatti la frase "Resta con noi, resta con quello che conosci e che non puoi cambiare." è pura poesia, perché rispecchia perfettamente il motivo per cui tante persone restano ancorate al passato: è qualcosa di sicuro, in un certo senso, per quanto spaventoso possa essere stato, perché lo si conosce già. È come un film che hai già visto, come le maratone di Harry Potter che continui a fare nonostante conosci a memoria le battute. Perché? Perché sai già che ti piace, lo conosci, anche se sai che piangerai in alcune scene, comunque te lo aspetti. E invece iniziare un nuovo film? Oh, potrebbe essere una delusione, potrebbe attirarti il trailer ma poi essere noioso, troppo drammatico, o troppo demenziale. Oppure potrebbe essere il film più bello della tua vita. La stessa cosa succede con la vita: la paura di affrontare una nuova esperienza, la paura di fallire, di deludere, la paura di non sapere cosa fare. Essa a volte ci porta a rinchiuderci in quello che è già stato, in quello che sappiamo fare ma che non è abbastanza.
E quindi le ferite si aprono, e arriva il punto di rottura. Arriva per tutti, prima o poi. Può essere necessario un fiume di sangue, come in questo caso, uno scontro faccia a faccia con i demoni del passato, oppure un trauma, o semplicemente un sogno, una decisione ferrea. Ognuno ha i suoi tempi e i suoi spazi, ognuno arriva a modo suo al suo personalissimo punto di rottura.
Mi piace anche come hai descritto il tutto, perché questa stanza me la immagino tanto come il cervello di questa ragazza, che si guarda intorno e vede tutto quello che ha passato, quello che sa già. Forse, più che il cervello, è il cuore. Ci sono tutte le persone che, in un modo o nell'altro, hanno fatto parte della sua vita e che lei non vorrebbe abbandonare. Tutti noi abbiamo perso un amico, un partner o un familiare. Ma poi arriva il momento di andare avanti, il momento in cui le finestre del nostro personalissimo Mental Palace devono spaccarsi e noi spiccare il volo, uscire da quella gabbia che, di base, ci siamo costruiti da soli.
Il momento in cui scatta il punto di rottura.
Complimenti. Splendido titolo, splendida storia — che vola tra le preferite. 
Alla prossima.

alexa.

Recensore Veterano
02/04/18, ore 11:21

Contest "Iron Sky - Over fear and into freedom"
1° classificata “Punto di rottura” di Architetto di sogni

Grammatica e punteggiatura: 8/10
Nel secondo capoverso sembra manca una parola: “avanti/davanti” prima di “a sé”.
Alcune parole non hanno il verbo e per questo non possono essere chiamate “frasi” e non possono stare da sole.
In questa frase: “I fantasmi cercano di trattenerla, afferrandola e trascinandola di nuovo nel buio.” la virgola separa il gerundio dalla frase alla quale è riferito ed è un errore.
Mancano due punti nelle spiegazioni:
“Non si sposta, non si muove, c’è molto da vedere.” dopo “muove” vanno inseriti i due punti perché “c’è molto da vedere” è la spiegazione del perché la protagonista stia ferma (attenzione: “non si sposta, non si muove” è una ripetizione: hanno lo stesso significato);
“Si volta verso la stanza, è vuota, è nera.” doppi punti dopo “stanza” perché spiega come questa sia “vuota” e “nera”;
“Davanti a lei brilla una luce, non può vedere quello che c’è dopo, non lo conosce.” doppi punti dopo “luce”: abbagliata dalla luce non riesce a vedere oltre;
“Guarda dietro di sé, i fantasmi le sorridono rassicuranti.” doppi punti dopo”sé” perché i fantasmi sono quello che vede;
“Sanno che non può scappare, le manca il coraggio, le manca la forza.” anche qui, dopo “scappare” vanno i due punti perché spiegano cosa sanno i fantasmi.
Eh, lo so, potresti dirmi che i due punti non ti sono simpatici e allora ti direi che, purtroppo, se spieghi ci vanno obbligatoriamente a meno che tu non trasformi le frasi, aggiungi congiunzioni, scambi il posto ai termini. Questo lo puoi fare, ma se non fatto al meglio svelerà l’inghippo… e allora, forse, sono meglio i due punti.
In queste frasi (scritte esattamente così): “Non si sposta, non si muove, c’è molto da vedere.
Ma non toccare.”;
“Gli aghi di sicurezza messi lì apposta ad arginare il dolore, si spezzano.
Ma le cicatrici non erano chiuse.” e
“Forse le mancheranno.
Ma vuole cambiare.”
ci sono tre “ma” avversativi messi accapo che non hanno motivo di essere accapo perché perdono la loro efficacia.
Nelle frasi: “Studia”
“Sei debole”
“E’ tempo di crescere”
“Ti amo”
“Non hai mai lottato”
“Addio” manca punteggiatura di chiusura.

Lessico e stile: 9/10
“E’ tempo…” è scritto errato “E’” (una congiunzione con l’apostrofo) non è “È” (verbo) che trovi nei “caratteri speciali”.
“Alza il viso, li guarda, una lacrima la tradisce, ma sta sorridendo.” è una frase importantissima, che significa tutto, ma – per come l’hai scritta – si rivela difficile da coordinare nella mente. Mi spiego: la protagonista ha raggiunto il limite, ha capito e vuole liberarsi ed io che leggo capisco perché stia sorridendo. Se la donna fosse di fronte a me, quel sorriso lo vedrei sicuramente e forse dovrei sforzarmi per “catturare” la lacrima che, una volta scoperta, rivela il tradimento: che fai? ridi e piangi? Ora, è più facile che prima lei sorrida e poi che le scappi una lacrima indiscreta e quindi l’avversativo “ma” è riferito a quello che succede dopo il sorriso (lei già sta sorridendo, altrimenti la lacrima non “tradirebbe”, semmai sarebbe vero il contrario). Per questo la frase sarebbe stata più “giusta” messa più o meno così: “Alza il viso, li guarda; sta sorridendo ma una lacrima la tradisce” dove la consecutio e la logicità degli avvenimenti viene rispettata cronologicamente.
“… riesce a riconoscere” è cacofonico: troppe “sce”.
Le parole scelte sono molto interessanti: bello ed evocativo il descrivere il passare del tempo dando il colore alle foglie e puntualizzarne la scomparsa; ritmata e sincopata la paura che scaturisce di fronte alla varietà di opzioni possibili (tante strade, troppe strade); ossessive le ingerenze degli altri (“Chi vuoi essere?”, “Studia”, “Sei debole”, “Ascoltaci!”, “E’ tempo di crescere”, “Ti amo”, “Non hai mai lottato”, “Addio”) e ancora, lineare, preciso, inappellabile: “Addio” saluta” che non lascia il tempo di fraintendere. Hai cercato parole che descrivessero lo stato d’animo e ci sei riuscita: il lettore è preso da quello che scrivi e combatte con te, si spaventa insieme a te e, finalmente, con te si libera.
Di certo, scrivere con frasi brevi e concise, con gli accapo giusti, ecc. segna molto il racconto, lo incide chiaro e lampante e dà ritmo alle emozioni, anche contrastanti, che si avvertono durante la lettura.
Qui: “BASTA!” non serve scrivere in maiuscolo (il resto è in minuscolo e in corsivo) per dare potenza alla parola; il punto esclamativo basta.
Buono ed esplicativo il titolo.

Soggetto: 10/10
Hai fatto un gran lavoro di introspezione e leggendo le note, mi viene di pensare che il tutto fosse lì, pronto a diventare qualcosa di reale e pubblicato. Mi è sembrato che non aspettassi altra opportunità per tirare fuori tutto. Se così è, sono contenta di averti istigata a liberarti, a rendere reali le emozioni provate.
Presumo sia vita vera quella che hai raccontato e spero che chiunque sia la tua protagonista (lo sai solo tu: potrebbe essere tua mamma, tua sorella, tua figlia, te stessa, un’amica…), sia libera e felice, spaventata, emozionata, terrorizzata, incuriosita, entusiasta e tutti gli aggettivi che ti vengono in mente a dar valore alla libertà e alla scoperta di quanto questa sia fragile, potente, illuminante e indispensabile.

Uso della canzone: 15/15
La canzone è ben sfruttata, soprattutto nella ricerca del proprio Io libero e nella voglia di abbandonare tutto quello che zavorra e non fa crescere ed evolvere.
Dire “no” ai modi dire e di fare, liberarsi della gabbia che costringe, ritrovare il rispetto di sé anche se significa dolore e spavento: la tua storia è tutto questo; e non avrei potuto chiederti di più.

Gradimento personale: 5/5
Questa storia mi è piaciuta molto: ha un misto di dolcezza e violenza, di dolore e gioia. Ho avvertito la necessità impellente di trovare il proprio posto nel mondo, la propria strada e vivere la vita che Lei, nel proprio intimo, ha scelto di voler vivere.
Refrattaria all’aiuto dei fantasmi, Lei li affronta e vince, nonostante la paura a lasciarli andare. Hai ragione, è vero: abbiamo sempre paura ad abbandonare la quotidianità della vita che facciamo, perché potrebbe anche starci scomoda ma è sempre e comunque conosciuta; l’ignoto spaventa (e tanto) ma che viaggio interessante si profila ai nostri occhi!
Brava e grazie: mi hai fatto emozionare.

Totale: 47/50

Recensore Junior
03/12/17, ore 16:02

Recensione premio contest Xtreme

Ciao! Eccomi per la recensione premio, seppure in oltraggioso ritardo. Perdonatemi! Il periodo non è dei migliori, purtroppo. Detto questo, esodisco immediatamente dicendo che è un vero peccato che questa storia non abbia recensioni - ma a questo stiamo rimediando, per fortuna - perché ha un contenuto fortemente simbolico che vale la pena di evidenziare. Non sappiamo come, cosa abbia portato la ragazza a nascondersi dietro a quel vetro, celandosi all'esistenza e vivendo come spettatrice, Nè cosa invece l'abbia spinta a riconoscere la propria situazione e, finalmente, porre fine a quelll'isolamento. Come nella realtà, un bel giorno ci si sveglia e si intraprende una strada che, solo dopo, voltandosi a guardare indietro, si scopre essere stata dentro di noi per tanto tempo; a lungo rimandta, finché un bel giorno non si può fare altrimenti e la si segue.
Ti segnalo un paio di errori/dettagli da limare:
- “E’ tempo di crescere”
Il verbo essere va con l'accento, non con l'apostrofo. Immagino che il problema sia dovuto al programma che usi, ma in questo caso essendo una puoi cercarla su google e fare copia incolla :)
Sempre nello stesso paragrafo, tutte le battute di discorso diretto, le voci dei fantasmi, non hanno la punteggiatura finale, che con le virgolette "alte" non è esteticamente gradevole; potresti risolvere con l'uso delle caporali che non prevedono necessariamente la punteggiatura nella battuta.
Per il resto, ripeto, storia molto carina e gradevole da leggere. Brava!