Recensioni per
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di sissir7

Questa storia ha ottenuto 2 recensioni.
Positive : 2
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
28/11/17, ore 17:09
Cap. 1:

Ciao, ammetto candidamente di avere questa storia nell'elenco di quelle da leggere da quasi due mesi ovvero da quando l'hai pubblicata. Mi dicevo di leggerla e non lo facevo mai. L'ho fatto ora, approfittando di questo pomeriggio.

Guarda, c'è un particolare che più di tutto mi ha colpita mentre leggevo ovvero il fatto che credo sia una delle storie (ambientate nel canon della terza stagione) più realistiche e di conseguenza meno forzate che abbia letto in questo fandom. I fix-it della terza stagione ed io, non siamo mai andati troppo d'accordo. Ho sempre trovato tante, troppe, forzature nella caratterizzazione di Mary, che spesso appare come una specie di mostro esagerato. Qui, invece, Mary è quello che è nella serie. Per nulla buona, ma neanche Belfagor (non so, è il primo nome che mi è venuto in mente... XD). Ciò che ha fatto è palese ed evidente, è sotto gli occhi di tutti e Sherlock e John ne portano addosso le più immediate conseguenze. Eppure resta lo stesso sullo sfondo. Appare come la donna razionale e distaccata che in fondo è. Esattamente come poi è accaduto, lascia andare John per la propria strada e ben sapendo che potrebbe anche non perdonarla mai per quello che ha fatto (e ci metto dentro anche le bugie, oltre che lo sparo a Sherlock). Questa tua Mary è immensamente vicina alla mia idea del personaggio. Non una santa, non una martire e nemmeno un diavolo in persona... semplicemente, è una donna che ha fatto delle scelte, che ha avuto una doppia vita e che ha sparato quando non avrebbe mai dovuto neanche pensarlo. Questo è ciò che è successo, e che nella tua storia viene fuori alla perfezione. In questo, come dicevo, la tua fan fiction è davvero tanto realistica. Complimenti.

Mi è naturalmente anche molto piaciuta, altrimenti non sarei qui. Oltre al realismo di cui ho già parlato, c'è anche lo sviluppo del rapporto tra John e Sherlock, la sua maturazione in qualcosa di più romantico e meno puramente platonico. Lo sviluppo è più lento di quanto non potrebbe sembrare, data la lunghezza della storia. Sherlock e John, specie quest'ultimo, in un primo momento guardano a questa nuova vita/situazione nella quale sono calati. John che ha una figlia che dovrà nascere e che ha lasciato la moglie, ma soprattutto un John che sta capendo di amare Sherlock. Ci voleva un proiettile... XD Mi piacciono le brevi riflessioni che fa sull'essere padre, forse eccessivamente brevi (te ne liberi subito), ma ho apprezzato che tu ti ci sia soffermata, aiuta a formare il carattere del personaggio e a trasmettere i suoi sentimenti in quel momento specifico. Di John arriva la confusione, e non solo. La grande paura che si è lasciato alle spalle, la consapevolezza di amare Sherlock più di qualsiasi altra cosa e soprattutto il senso di colpa. Sentimento che mi ha stupito vedere qui in questa situazione e che mi è molto, ma molto piaciuto. Certi tratti della conversazione tra lui e Sherlock mi hanno portato a immagini della quarta stagione, cose come "non potrei mai farti del male", suonano come un pugno nello stomaco, ma forse proprio per questo hanno un valore aggiunto. Qui le cose andranno in un'altra maniera, è chiaro fin dalle prime righe. Non ci sarà quel John e neanche quella violenza.

La parte romantica c'è ed è apprezzabile nel suo essere realistica, veritiera e poco smilelata. Io sono allergia al fluff, ammiro sempre autori in grado di dare un senso di unione e comunità, facendo dire loro cose anche molto romantiche, ma senza poi far scadere tutto nel troppo stucchevole. Tu ci sei riuscita benissimo, andando a creare un dialogo che per certi versi è struggente e con parole che Sherlock dice un po' come un fiume in piena. Sherlock è... beh, straordinario. Machiavellico, mi verrebbe da dire. Alla domanda diretta di John sul fatto se ha mai dedotto "loro" e ciò che provavano, lui risponde con la razionalità più assoluta. Credo che sia tra gli Sherlock Holmes più IC che mi è capitato di trovare. Perché si ritrova a rispondere che non voleva influenzare se stesso e i propri pensieri o le proprie deduzioni con quello che lui stesso provava. Mi figuro il dilemma etico... è così o voglio io che sia così? In sostanza, John mi ama o vorrei che mi amasse? E quanto di razionale e quanto invece di irrazionale c'è nella mia deduzione? Guarda... è davvero straordinario ciò che hai fatto con lui. Davvero eccezionale. E come dicevo sei anche riuscita a creare un Holmes che ammette di amare, che solleva John da ogni responsabilità riguardo lo sparo e che lo fa con estrema naturalezza. C'è tantissima logica in questo personaggio e tu l'hai sempre esaltata, in ogni singola parola.

Ecco, avrei voluto che durasse di più... Che è l'unico difetto che ho trovato. Avrei voluto che fosse più lunga e articolata questa storia. Pensaci, magari in futuro...


Un lavoro più che eccellente.
Koa

Recensore Veterano
05/11/17, ore 05:19
Cap. 1:

Ciao! La tua storia mi è piaciuta molto, è ben scritta e lascia una bella sensazione, un senso di felicità. Ero un po' preoccupata per l'ambientazione temporale, avevo paura che John ritornasse da Mary spezzando il cuore del bel consulente investigativo, ma per fortuna non hai seguito gli eventi della serie! Ci sono due punti che mi hanno colpito in particolar modo, perché hai affrontato o scritto cose a cui non avevo pensato o che hai esposto in modo particolarmente bello. Il primo è quello dove dici
“Ma sarei dovuto essere io farmi avanti perché sono chi sono. Perché sono difficile e ambiguo e freddo e non hai mai saputo se mai ho avuto una relazione eccetera eccetera…”
In effetti è vero...spesso si pensa che sia John a doversi fare avanti, ma è anche vero che analizzando i fatti senza ciò che sappiamo noi, da spettatori, Sherlock appare esattamente come lo hai descritto tu e per quanto anche John non scherzi con i suoi "non sono gay", capisco appieno i dubbi del dottore.
L'altro punto è dove scrivi
“Poi la mia mente ha cercato qualcosa, ha cercato e cercato, forse una luce che potesse condurmi alla vita. Una ragione per volerla ancora. [...] Ho pensato ai miei genitori e all’insopportabile dolore che gli avrei causato. Sol questa poteva essere una buona ragione per ritornare. Ma sentivo che non era mia, questa motivazione. Era solo per loro. [...] Poi, tu.”
Con tutto il discorso che ne segue e che non sto a ricopiare. Ecco questa parte mi è piaciuta un sacco per come tu sia riuscita a renderla!! Hai sviscerato per bene quelli che potrebbero essere i pensieri di Sherlock.
Complimenti e a presto!
PS non ho abbandonato la tua long, 221A e 221B, ho dovuto metterla in stand by per un po' ma spero di recuperarla al più presto, mi aveva tanto colpita e non voglio perdermela!