Recensioni per
Diademi di Quetzal
di fervens_gelu_

Questa storia ha ottenuto 146 recensioni.
Positive : 146
Neutre o critiche: 0


Devi essere loggato per recensire.
Registrati o fai il login.
Recensore Veterano
02/11/17, ore 17:17

E rieccomi!
Wow, semplicemente fantastico: qui raggiungiamo livelli di lirismo astrali, concentrando un sentimento devastante quasi quanto un tornado in poche, spesse, austere e rigide parole.
Ed il significato del titolo è presto detto: insensibile ad ogni rintocco, più il tempo scorre, più la pelle si abitua alle intemperie della vita, tanto che diviene di ossidiana, una dura scorza dentro cui si abbarbica un cuore fragile, spesso un'anima fin troppo propensa a coltivare un sentimento come l'amore, e che odia soccombere.

La prima strofa, che si apre con l'immagine di una gru, evidente simbolo di una buona dose di compassione, che abbraccia un volto sbarbato, giovanile e fresco, perciò più esposto al dolore che l'amore può causare, si presenta quale causa di una serie di elementi successivi che verranno identificati come effetto.
Il dolore di cui il componimento è intriso è una vera e propria essenza pulsante: le immagine che riesci a rendere vivide, idillio di magnificenza allo stato puro.
Mentre il tutto ruota attorno alla semplicità di uno sguardo grigio, annebbiato dalle lacrime e dal silenzio, ecco che si realizza l'effetto della precedente causa citata.

Il desiderio - alquanto negativo, direi - di smettere di provare amore. Il perché è facilmente intuibile: la sofferenza che da esso scaturisce è spesso maggiore della durata del sentimento stesso. E' vero, si rimane, talvolta, talmente attaccati ad una persona, che questa finisce per costringerci a dipendere da essa. Il male è ciò che viene dopo: l'assenza dell'amata è causa di ovvio dolore... un dolore talmente atroce da costringerci a pensieri immoderatamente errati: un esempio, quello di non provare più sentimenti.

Bella, molto bella, la frase con cui si conclude il componimento: "vorrei non dovermi innamorare più, ma so che non ce la farò... continuando a morire". Ebbene sì, perché il lungo processo di destabilizzazione che causa la fine di un amore è spesso morte dell'animo razionale dell'uomo, che soccombe fino a perire.
Però è bello sapere che non è possibile smettere di amare: dopo la morte - una morte continua, perpetua - alla fine si ha sempre una resurrezione. L'amore è un sentimento meraviglioso che, se coltivato con la persona adatta, sa essere duraturo e forte.
E, benché trovi che affrontare la tristezza sia un ottimo modo per fuggire il dolore causato dalla fine di un amore, sono del parere che sia più utile, allo stesso modo, canalizzare il dolore, renderlo parte di sé stessi e farsene immuni: solo in questo modo si può veramente divenire insensibili al dolore. Ma la domanda è... ne vale davvero la pena?

Questo componimento è davvero stupendo. Che dire, caro fervens... sai sempre toccarmi il cuore!
A presto,
Makil_
(Recensione modificata il 02/11/2017 - 05:19 pm)

Recensore Master
30/10/17, ore 16:17

Buon pomeriggio.
Un'altra poesia molto dolorosa.
Poi, l'ultima strofa l'ho trovata davvero molto disincantata.
L'importante è non abbattersi troppo e continuare a resistere e a crederci; la vita e l'amore, spesso, sono anche urti, e non solo tenere carezze.
Buon proseguimento di giornata e a presto :)