Recensioni per
Fuga dall'Inferno
di Biblioteca

Questa storia ha ottenuto 52 recensioni.
Positive : 52
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
15/05/19, ore 11:01

Ciao!
Oggi sono giunto a quest’ultimo capitolo, che spero tanto non sarà davvero proprio l’ultimo. Non è mai troppo tardi per ripensarci e, magari, un giorno deciderai di riprendere in mano questa storia. In caso, sappi che sarò al varco ad aspettarti pronto a leggerla!

Anche in questo caso, sei riuscita a scrivere un capitolo veramente molto spassoso, con i nostri quattro dittatori costretti a fare i conti con abiti, usi e linguaggi che non riconoscono più. Se ci si pensa bene, dal giorno della loro morte il mondo è veramente mutato profondamente, almeno da quel punto di vista.

Dico da quel punto di vista perché, per il resto, come hai fatto benissimo notare tu, non è cambiato proprio nulla. Siamo ancora nelle stesse condizioni di prima, anzi forse siamo anche peggiorati, perché un tempo la gente finiva coll’interessarsi alla politica, mentre adesso c’è un distacco completo. Forse, osservando la situazione italiana, si può credere che soltanto nell’ultimo anno ci sia stato una sorta di riavvicinamento, ma più che altro perché pendiamo dalle labbra dei politici e poco più. Comunque, non voglio buttarmi in considerazioni politiche sul nostro paese che, il più delle volte, anziché unire e creare discussioni fruttuose portano a scatenare litigi.

Ma se allarghiamo l’orizzonte a oltre l’Italia, vediamo facilmente che, anche all’estero, è solo il denaro, ormai, a fare da padrone. Ormai politica ed economia vanno di pari passo e, in certi casi, paiono quasi dei sinonimi. E se guardiamo al periodo in cui si ambienta questo racconto - il 2010 - viene quasi da piangere: basti pensare a Obama, il presidente che, dalle premesse, avrebbe dovuto cambiare il mondo e che, invece, non ha cambiato proprio nulla, salvo portarsi a casa un Nobel per la pace pur con un esercito sparso in mezzo mondo e pur non avendo fatto proprio nulla per meritarselo, salvo forse qualche sorriso alle telecamere. Per quanto assurdo, viste le premesse, per il momento è stato molto più pacificatore Trump. Ma anche in questo caso, è meglio non scendere troppo nei dettagli e lasciar perdere.

A ben pensarci, però, tra una dittatura e una democrazia non c’è poi tutta questa grande differenza. Come diceva Guzzanti, la dittatura è un modo per opprimere il popolo, la democrazia è un modo per costringere il popolo a opprimersi da sé. E, come diceva sempre Guzzanti, il nostro problema è che non esondiamo mai, neppure quando ce ne sarebbe bisogno.

Va be’, mi fermo perché altrimenti parto anche io con un’invettiva come quella pronunciata da Hitler e non ne usciamo più.

Hai scritto una storia veramente molto bella, comica eppure capace di far riflettere tantissimo e leggerla è stato un grandissimo piacere. Per questo ti faccio i complimenti e, come ti ho detto, casomai decidessi di aggiornarla, un giorno o l’altro, io sono qui!
Un saluto!