Recensioni per
Je voudrai te baiser
di EmmaStarr

Questa storia ha ottenuto 1 recensioni.
Positive : 1
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
06/03/18, ore 17:09

EmmaStarr.
Sono ardua a rivedersi, ma non muoio, a quanto pare.
cavoli.
Mi ero dimenticata cosa significasse incontrarti sotto queste vesti. Sotto questo vacuo velo di sicure parole, di racconti e universi paralleli e distanti, che hanno di lungo preceduto gli sporadici incontri e colpi di telefono, o gli imbarazzati auguri di Natale (da quanto tempo non le scrivo! Si sarà offesa?! Con che faccia mi presento a farle gli auguri, apprezzerà? O sono solo un ricordo lontano di una lontana epoca d'oro che si è infelicemente conclusa? Ah, che fatica!), sotto questa giocosa copertura, siamo eterne, perché ci affidiamo a qualcosa che manent, ovvero gli impareggiabili scripta, al cospetto dei quali i banali verba volano via come foglie in autunno. Intoccabili, dunque, da tutti quei ridicoli dubbi che popolano il mondo delle concrete relazioni umane, torniamo un po' al punto di origine, forse, quel punto dove la lettura, la fantasia, la scrittura e l'amore per l'opera altrui superano qualunque barriera. In questo mondo, ci si incontra da scrittrici e da lettrici, con quello che siamo nel più intimo, che, in fondo, è ciò che primamente ci ha attirato e abbiamo amato l'una nell'altra. 
Come direbbe forse Fellini, quale assurdo circo è l'esistenza umana!
E dunque, eccomi qui a comprare un nuovo biglietto dopo quasi anni. 
(Neanche ti recensii quella storia che scrivesti per me, anni fa, al mio compleanno; dalla gioia mi si prosciugarono le parole, e in un turbine di inutile vita, mentre cose anche ben più inutili mi occupavano, come ci insegna Seneca, ti sbiascicai qualche felice osservazione dal vivo e un corredo di scuse con la promessa di una degna risposta. Ahimè, non fidarti mai delle mie promesse).
Ma fidati della mia sincera ammirazione.
Per sfociare ora in una reale recensione (ahhh, quale emozione), non mi capacito per nulla dell'assenza di recensioni a questo piccolo spaccato di buona scrittura. 
Il tuo stile si riconoscerebbe ovunque; da che lessi la tua ultima riga, mantieni quella bellezza di anima e penna che caratterizza ogni tuo scritto fin da quando iniziai a leggerti, quasi cinque anni fa ormai. Da spirito estremamente tormentato e distrutto quale sono diventata, ti comunico con incredibile serenità che leggere EmmaStarr dona voglia di vivere. Non so che razza di verve tu ci metta, mentre stendi i paragrafi, condisci di virgole e piccoli geniali accorgimenti, ma è con una quasi nipponica nostalgia felice che ritrovo, oggi come allora, una dinamica e vivace pace e voglia di fare, nel tuo stile semplice, diretto e solare. 
Che poi, ribadisco ciò che sicuramente ti dissi già anni fa, all'epoca d'oro delle mie recensioni e letture, con parole magari un po' meno goffe e più limate: con stile semplice, non intendo assolutamente dire che sia povero. Anzi, la tua fervida inventiva si lascia scoprire anche negli attimi più improbabili:

"Sempre senza parlare lo accarezza leggermente, e il corpo di Cyrano si irrigidisce dal piacere. Non si azzarda a muovere un muscolo mentre i movimenti di lei diventano sempre più intensi e ritmici, e inarca la schiena lasciandosi sfuggire un gemito strozzato.
Allora lei smette di toccarlo e si posiziona sopra di lui, i capelli che gli cadono in tutte le direzioni e che solleticano il naso di Cyrano. Lui le prende i fianchi con le mani con tutta la delicatezza di cui è capace -lei che è così piccola, fragile, liscia- e asseconda i suoi movimenti. Con un colpo di reni le posizioni si invertono, ed è lei adesso ad appoggiare il capo sul cuscino, lo sguardo rivolto verso di lui. Con grazia infinita solleva una mano e appoggia le dita fresche sulla sua barba, poi sulla guancia."


Scena cliché? Apparentemente magari, ma a quel punto tutta la letteratura del sesso suonerebbe clichè. Tutti amiamo il sesso, e il sesso è quel che rappresentiamo con qualunque forma d'arte. Ma questo basta a rendere il sesso un cliché? Non penso proprio. Sarebbe come paragonare un film di Gaspar Noè ad un banalissimo porno amatoriale, e v'è un abisso tra i due. 
La scena che hai descritto (e non solo quella riportata sopra; ho scelto queste righe per una questione logistica, ma avrei potuto riportare tutto il testo, essendo questo di per sè un'unica grande scena, un unico dolce coito) è dolce, viva, coerente con quel fuoco di pane tenero che è Cyrano. Si, dio, sì, che poteva pensarci, è sicuramente avvenuto! E' da lui, è da lui, e non smetterò mai di apprezzare la tua capacità di comprendere l'essenza profonda di qualunque personaggio. Da Harry Potter a One Piece, i tuoi personaggi sono sempre stati immancabilmente coerenti, compresi, ben mossi. E in una chiave così semplice e spontanea!  E' questa la semplicità che ti invidio: non ti perdi in un brodo di pensieri e divagazioni, tu sai che scrivere senza girarci intorno, e sai come arricchire senza perderti in fronzoli aulici e barocchi. E nelle scelte lessicali si osserva la medesima chiarezza: vocaboli azzeccati senza indecisioni, e il vocabolo giusto non viene ostentato, ma scorre disinvolto nella tua semplice, adorabile narrazione. Ho adorato la metonimia del seme, per quanto possa risultare un'associazione immediata per chiunque; mi ha fatta sorridere. E se ogni tanto, qualche parolina mi fa storcere il naso, non si tratta di errori, ma di un mio  semplice e personale gusto capriccioso che vorrebbe spostare un pronome o una virgola un po' più in là, ma senza che diventi una particolare esigenza.

Questa tua meravigliosa dote del giusto al momento giusto, non si riscontra solo nella scelta lessicale e nell'analisi del personaggio: è qualcosa di insito anche allo sviluppo della narrazione stessa. Nessun passaggio forzato, evochi emozioni giustificate, che salgono, si montano, culminano in un grado di commozione e di immedesimazione eccellente, che quasi trasporta in un pianto quando la voce dell'inesistente Rossana non risponde, e sul comodino giace l'opprimente lettera del finto Cristiano. Allo stesso modo (e questo è stato il mio piccolo, personalissimo orgasmo), le mani dolci sui fianchi richiamano un tale reale piacere da rievocare in me dolci ricordi di private carezze, che è commovente e incredibile poter ritrovare su carta in maniera tanto pulita e disinvolta.
Corta, ma amabile, questa tua piccola nuova OS meritava una recensione.
(In più, da sfrenata amante della famosa canzone di Guccini, il soggetto non poteva che colpirmi; libidine!)

Con la prospettiva di ritrovarci prima o poi qua e là (qua negli scripta e in qualche verba quando ti va),
ti saluto caldamente (spero più calmente di quanto io, Emma, sappia realmente fare)
EV