Recensioni per
Diademi di Quetzal
di fervens_gelu_

Questa storia ha ottenuto 146 recensioni.
Positive : 146
Neutre o critiche: 0


Devi essere loggato per recensire.
Registrati o fai il login.
Recensore Veterano
02/01/18, ore 18:10

Buon pomeriggio, carissimo!
L'anno nuovo è iniziato e tutto procede con la sua naturale scorrevolezza. E io sono ancora qui, insomma, a recuperare un paio di poesie - confido bene: sto per rimettermi al passo! - della tua splendida raccolta. 

Oggi recensisco questo componimento che sa di antichità, di arsura e di bruciato. Credo che tu volessi puntare proprio a lasciar emergere questi tratti importanti al fine della comprensione più totale delle parole da te inserite: siamo di fronte ad uno scenario che rimanda all’aridità dei tempi, ad un sipario che si apre su un deserto fatto di foglie secche, incenerite e rese incartapecorite da questo calore che pare avvolgere tutto.

Ciò che colpisce ad una prima lettura è proprio l’elemento che funge da protagonista nella prima metà della poesia: le foglie, che qui ho interpretato come la concretizzazione dei ricordi. Memorie che, a conti fatti, persistono vive nella mente del nostro protagonista, seppur lievemente intaccate dal tempo – il cui scorrere nel caso specifico è rappresentato dal calore, dal fuoco, che tutto incenerisce e tutto tenta di cancellare.  Perciò quale migliore raffigurazione se non quella di un fusto d’albero per il tempo e l'anzianità nel mondo? Se non quella di un tronco o di qualsiasi altra pianta, simbolo per antonomasia della rigidezza del tempo che è capace di controllare ogni cosa?

Ecco dunque la necessità del protagonista si ricercare sé stesso a valle: la verità che si cita al secondo verso della seconda strofa altro non potrebbe essere che l’oggetto del desiderio della poesia. La verità che custodisce le memorie, ossia il fulcro di ogni nostro ricordo; la ragione (da intendere come “lògos” greco) che si cela dietro al pensiero umano e che rende umani gli uomini.

Ma anziché quel genere di verità, il protagonista si trova dinanzi l’odore non proprio sconosciuto di un affetto a lui caro. “Il tuo odore” che colpisce il naso con un tono muschioso, che sa di vecchio, ma che è anche carbonizzato, ossia anch’esso leso dal tempo, si rivela essere quasi l’antagonista da cui infelicemente non si può sfuggire, ancora una volta dinanzi agli occhi del tempo, rappresentato ora dalla foresta di conifere, che tace in silenzio e osserva lo svolgersi degli eventi con la sua gigantesca austerità.

Insomma, un altro componimento che mi ha trasmesso moltissime emozioni, come solo la tua raccolta sa fare. Un connubio perfetto di sensazioni, di odori e di simboli che si sposano in modo ottimo con ciò che vuoi rappresentare. Bisogna essere dei cuochi magnifici per creare una portata tanto interessante e fine :)
Anche questa volta, a presto, carissimo fervens!

Makil_
(Recensione modificata il 02/01/2018 - 06:11 pm)

Recensore Master
18/11/17, ore 11:24

Buongiorno.
Un'altra poesia molto personale, devo però dire che ho gradito molto tutti questi riferimenti alla natura. A me piace molto l'ambiente ^^
Poi, hai citato anche le conifere, eh eh ^^ :)
Una poesia in fondo triste, ma piena di descrizioni bellissime da immaginare.
Complimenti anche qui :)
Buona giornata e buon fine settimana :) a presto!