Penso che quando si soffre tanto, per troppo tempi, esistono poche alternative.

La scrittura è una delle alternative.
Ma ciò che aiuta davvero molto è utilizzare tutta quella tristezza, tutta quella malinconia e raccoglierla: che sia in versi, o in musica, o in grida, l'importante è raccogliere quella tristezza e distribuirla, seminarla come i semi in un campo.

Perché che tu ci creda o no, certe persone necessitano di confrontarsi col tuo dolore. E può sembrare davvero strano, ma a volte, anche le parole più stupide, quelle di persone estranee, che non ti conoscono, che non sanno niente di te, e sono lontanissime, sono quelle che arrivano più vicino, e colpiscono più profondamente.

Perché per mandare tutto a puttane ci vuole un attimo. Per imbattersi in una strada senza ritorno, non ci vuole grande sforzo.

Mandare tutto a puttane è per l'appunto una "lama seghettata", di quelle che penetrano facilmente nell'anima, e che se provi a tirarla fuori ti fa ancora più male dentro.

E se allora c'è tutto questo male, tutto questo odio, dove trovare la forza? Dove trovare il senso di continuare?

Di certo il dolore apre porte che la felicità cela.
Per cui, scoprire il mondo attraverso il dolore è una gran possibilità.
Difficile, dura da morire, ma ti porrà su un piano completamente diverso dagli altri.

Il dolore, se usato bene, aprirà lati di te impensabili.
Non si molla mai.

- R.