Recensioni per
DM-088
di SparkingJester

Questa storia ha ottenuto 4 recensioni.
Positive : 4
Neutre o critiche: 0


Devi essere loggato per recensire.
Registrati o fai il login.
Recensore Master
22/01/18, ore 13:07
Cap. 1:

Ciao! Finalmente commento, con un ritardo mostruoso visto che questo racconto l'avevo adocchiato appena pubblicato, ed ero anche curiosa di leggere un altro tuo racconto horror visto che quello per l'altro contest mi era piaciuto davvero molto (ai miei occhi era il più inquietante). 
Sai che davo per scontato che il protagonista, ovvero DM-088, fosse umano? Di conseguenza, arrivata al punto in cui parla del suo punto di vista tra mostri e umani, credevo di non capire o che, dal momento che lui veniva da loro definito "mostro", si rivolgeva a loro chiamandoli in modo dispregiativo "umani", per metter in risalto la realtà dei fatti: nessuno è a priori un mostro o un essere capace di sentimenti. 
Come l'altra volta sei riuscito a spiazzarmi. Dal momento della sua liberazione in poi, più comprendevo DM e più empatia provavo per lui. Ho apprezzato la sua "fierezza" nonostante lui non fosse "un combattente" e la sua gente non conoscesse la guerra e l'odio.
Ma i sentimenti, specialmente quelli più ositivi e quelli più negativi, si imparano in fretta, e lui ne ha avuto di tempo per apprendere dagli umani il peggio, e per arrivare a decidere di vendicarsi.

Ho apprezzato anche la riflessione profonda circa il "potere" della mancanza di comunicazione, o di una comunicazione non corretta. Non ci badiamo mai, diamo tutto troppo per scontato, ma i fraintendimenti possono portare a conseguenze veramente terribili, basti pensare a quanti esaltati sono capaci di ammazzarsi per una frase innocua scambiata per un'offesa; al ragazzino sfuggito a Dhamer che, essendo straniero e non parlando bene la lingua degli agenti a cui chiese aiuto, si vide riconosegnare al suo carnefice... e tutta un'altra serie di esempi... 
L'incontro/scontro tra due civiltà è un classico, però mi piace come l'hai trattato, e anche se come horror non mi ha terrorizzata l'ho trovato ugualmente inquietante perché il pensiero di essere rinchiuso così a lungo senza poter comunicare (in pratica è come immaginare un detenuto tenuto in isolamento per tanti anni, in un Paese non suo e di cui non conosce usi e costumi, tantomeno la lingua... e si sa che certe cose succedono) è già di per sé inquietante! Anche senza pensare al contesto di una guerra intergalattica.

Ciao e alla prossima! 

Recensore Master
10/01/18, ore 23:56
Cap. 1:

Ciao! Questa storia mi ha ricordato un po' Asimov, quei racconti in cui si mette dal punto di vista degli alieni e fa passare gli umani per i veri mostri. Ho trovato anche molto originale che DM-88 non fosse un robot, ma una creatura nera dagli occhi arancioni, somigliante a un umano ma dalla Potenza distruttiva. La sua incomunicabilità con gli esseri umani è proprio ciò che lo distrugge, portandolo alla rovina. Si sa poi che gli umani da sempre hanno voluto eliminare lo sconosciuto, l'estraneo. Commovente poi il grido di rancore e perdono che DM-88 lancia al suo popolo prima di morire. Anch'io sto pubblicando una storia sci-fi e seguo volentieri il genere, comunque lo trovo estremamente difficile da rendere e tu ci sei riuscito, bravo! A presto, Rowan

Recensore Veterano
10/01/18, ore 22:37
Cap. 1:

Grammatica:
Ortografia 10/10
Non ho riscontrato errori, in questo senso: il testo non presenta strafalcioni grammaticali, tempi e modi verbali sono usati nel modo corretto e scandiscono bene la differenza temporale. Non ho notato refusi o errori di distrazioni, ciò denota cura e attenzione soprattutto nella parte di rilettura.

Lessico 7/10
Lessico piuttosto semplice e basilare, senza pretese, e per questo anche poco “accattivante”. Hai preferito limitarti a utilizzare parole di uso comune e abbastanza familiari senza spingerti alla ricerca di vocaboli più ricercati e inusitati. Per questo, per quanto sia un lessico appropriato allo stile adottato, non mi ha particolarmente colpita.

Sintassi 7/10
Frasi brevi e incisive, ma a mio avviso troppo brevi al punto da spezzare il ritmo, soprattutto all’inizio.
Ho apprezzato, invece, come i periodi siano diventati maggiormente lunghi ed elaborati nella parte ambientata nel passato. Buon uso della punteggiatura, sebbene, soprattutto nei paragrafi con frasi brevi una di seguito all’altra, avrei preferito un due punti o un punto e virgola, invece che un punto fermo, per articolarle maggiormente.

Stile: 7/10
È uno stile molto semplice e elementare, senza ancora quei tratti particolari che ti colpiscono e ti permettono di ricordarlo, senza un segno distintivo che ti permetta di distinguerlo e identificarlo. È lo stile che ogni scrittore usa, almeno agli inizi.
Per questo, mi è parso come in una sorta di stato embrionale, in cui si ricerca ancora la propria forma di scrittura e nel frattempo si preferisce ricorrere a uno stile più sobrio e senza particolari pretese. Poi, magari, scrivi da anni e questa è l’impronta che hai deciso di dare ai tuoi lavori, ma per quanto mi riguarda non mi ha particolarmente colpita e attratta. 
Le frasi breve hanno reso il ritmo serrato e concitato, ma anche molto spezzato. Non so se un effetto desiderato, ma per quanto mi riguarda, dopo le prime righe desideravo periodi più complessi e articolati che non segmentassero così tanto il racconto (nella parte ambientata nel passato sei riuscito ad accontentarmi, per poi tornare ai mini-periodi costituiti dagli elementi fondamentali) e anche in questo caso, non sono rimasta conquistata dalla scelta e sono riuscita ad apprezzarla solo relativamente. 
 
Trama:
Originalità:8/10
Questa storia mi ha ricordato moltissimo un racconto che avevo letto alle elementari (“La sentinella” di Fredrick Brown) che giocava, come nel tuo caso, su questa “diversa prospettiva” (non saprei come altro chiamarla) in cui noi umani venivamo visti attraverso occhi alieni. Per questo, mi è parso come una sorta di seguito e di ampliamento, sulla falsariga del racconto di Brown: in entrambi si descrive una guerra intergalattica (anche se le motivazioni sono diverse) e, soprattutto, in entrambi i casi non si comprende subito a chi appartenga il punto di vista, svelandolo solamente verso la fine. Purtroppo, avendo già letto un lavoro con questa impostazione, credo di essermi rovinata la sorpresa e non sono riuscita a stupirmi fino in fondo della rivelazione, avendo già sospettato che il prigioniero non fosse umano.
Nonostante questo, che mi ha tolto gran parte del gusto e della sorpresa, mi è piaciuto il modo in cui hai cercato di rendere l’immagine che un occhio esterno, e non abituato, potrebbe avere di noi uomini, e mi è piaciuto anche che tu non abbia evidenziato solo aspetti negativi e raccapriccianti, concedendoci anche un’intelligenza superiore e la capacità di applicarla a auna tecnologia e una scienza che affascinano.
Per il resto, è una trama molto semplice, arricchita dalla scena finale, che stavolta, mi ha lasciato interdetta e spizzata: non mi sarei mai aspettata una mossa suicida da parte sua, mi è parso una sorta di kamikaze alieno che uccide tutti i propri aguzzini e si lascia morire bruciato dal sole. Una fine piuttosto grama che mi ha lasciata con l’amaro in bocca, ma proprio per questo, che ho molto apprezzato.
 
Coerenza:7/10
Per coerenza intendo tanto la coerenza dei personaggi e della trama (nel senso che non spunti fuori all’improvviso un tirannosauro sputafuoco e rada al suolo l’intero pianeta Pork quando si sta parlando di matrimonio, per intenderci), quanto la pertinenza con il tema richiesto e l’attinenza con le mie richieste.
Per quanto riguarda il primo punto non ho riscontrato nulla su cui obiettare: i personaggi sono coerenti con loro stessi fino in fondo, e ogni loro azione e decisione ha una sua motivazione, per quanto non sia esplicata ma intuibile e comprensibile.
A parte alcune scelte del protagonista, delle quali mi sfugge la motivazione: innanzitutto, il fatto che una creatura che non conosce l’odio possa decidere di fare una strage provando piacere, se fosse stato davvero amorale e privo di questo genere di sentimenti avrebbe ucciso spinto dalla sola autodifesa, provando, forse, sentimenti di rimorso o pensando che sia una cosa giusta e senza alcuna vergogna…Il sentimento del piacere, a mio avviso, stona e contrasta con quanto affermi. Probabilmente è una sottigliezza e io sono pignola, ma questo comportamento mi ha lasciata perplessa dal momento che mi è sembrato leggermente incoerente, o, quantomeno, non spiegato in maniera precisa e dato per scontato.
Per quanto riguarda il secondo punto: hai trattato il tema del “mostro” e come il concetto possa essere interpretabile in modi diversi e applicabile in contesti diversi e quindi piegarsi a varie situazioni e definizioni. L’impressione che ne ho avuto, però, è stato un semplice accenno dell’argomento, senza una vera e propria indagine: lasci intuire l’idea che per entrambi l’altro sia il vero mostro, e alla fine rimane una punta di incertezza nella quale la questione rimane in sospeso, ma, mi aspettavo qualcosa di più. Ho avuto come l’impressione che ti sia soffermato sulla sola superficie: non pretendevo un trattato filosofico, ma, per esempio, esprimere in maniera più precisa in cosa consistesse la loro mostruosità, soprattutto quella umana. Per quanto noi, in quanto uomini, sappiamo quali livelli possiamo raggiungere, vedere queste crudeltà e queste ingiustizie da un punto di vista esterno ne avrebbe rafforzato la brutalità e la mostruosità, rendendo ben visibile come anche l’uomo possa definirsi tale. Per questo ho avuto il sentore che sia stato trattato in maniera sbrigativa e incompleta, e non mi abbia soddisfatta pienamente.
 
Scorrevolezza:7/10
Il ritmo è incalzante e la storia si legge velocemente, nonostante le frasi brevi e coincise che ne spezzano, spesso, la ritmicità e ne affatichino lo scorrimento. La parte, da questo punto di vista, più godibile è stata quella ambientata nel passato, in cui le frasi sono diventate più lunghe e articolate. Probabilmente è stata una tua scelta per rendere le atmosfere più incalzanti e aumentare la suspense, ma, a mio avviso, questo effetto ha avuto una maggiore efficienza verso la fine ed estenderlo a tutto il racconto ne ha minato, in parte, la scorrevolezza. Frasi corte poste una dopo l’altra creano un ritmo molto singhiozzato e spezzato che alla lunga stanca.
 
Personaggi:
Caratterizzazione: 7/10
Caratterizzazione fisica esterna dell’uomo molto bella e capace di trasmettere la sensazione di fastidio e ripugnanza per chi non è abituato al loro aspetto; apprezzato anche il fatto che per quanto vengano descritti come violenti e ciechi abbiano anche dei lati positivi e gli vengano riconosciuti.
La descrizione fisica dell’alieno è stata esaustiva, così come gli accenni alle loro facoltà; avrei preferito un approfondimento sul carattere e l’indole, soprattutto del protagonista: hai accennato al fatto che non conoscano l’odio o la guerra, ma nel contempo non sono estranei alla violenza e all’omicidio (e la conquista della libertà non può essere il solo movente dal momento che la creatura pare godere nel fare strage di umani…Anche in questo caso manca un approfondimento sul cambiamento nel carattere del personaggio: per quanto la prigionia e l’astinenza possano aver inasprito alcuni suoi tratti, se gode nell’uccidere è perché, in verità, non è così estraneo alla violenza come vuole fa credere. In questa trasformazione pari che manchi l’anello di connessione che scatena la violenza e il motivo che lo porta a scatenare questo atteggiamento alieno e, all’apparenza, incoerente).
 
Originalità:.7/10
Molto bella l’idea dell’incomunicabilità gestita attraverso il fatto che la voce degli alieni, o meglio la manipolazione delle onde che utilizzano per comunicare, causi traumi molto gravi (per usare un eufemismo) e sia stato scelto come casus belli. Anche le creature stesse sono molto ben congegnate e ho particolarmente apprezzato proprio questa loro capacità di manipolare qualsiasi tipo di onda e sfruttarla a proprio favore, piegandola al loro volere. Sono creature davvero interessanti, per quanto non vorrei averci nulla a che fare.
Pertanto, un lavoro discreto anche da questo punto di vista, ma non eccezionale, e che non è stato capace di colpirmi nel profondo e conquistarmi, nonostante il concept sia originale (almeno per me) e affascinante, non è bastato a renderli davvero memorabili.
 
Gradimento personale:3/5
Discreto, senza particolari preste e forse, proprio per questo, dal mio punto di vista, mi ha lasciata insoddisfatta: non dico che non mi sia piaciuto, ma non mi ha particolarmente entusiasmata, non mi ha lasciato nulla dopo la lettura e non è riuscito a conquistarmi. Per questo sono rimasta con il sentore che mancasse qualcosa per rendere davvero questo racconto particolare e memorabile: dal punto di vista della trama, credo che a un lettore che non abbia nella mente il testo di Brown (e ricorra continuamente a esso), la rivelazione che la voce narrante appartenga a un alieno, possa risultare sorprendente e lasciarlo di stucco; ma la forte somiglianza con quel lavoro e uno stile piuttosto ordinario hanno rovinato in parte il godimento e la soddisfazione che avrei potuto trarne dalla lettura. In più, il tema del mostro e dell’uomo viene solamente accennato, rispondendo solo in parte alle richieste. “Assimilo tutto dalle loro menti, li prosciugo di informazioni ed energia vitale usando solo il mio sguardo e “desiderando” di farlo. I loro corpi rinsecchiti ora riempiono i piani superiori, ora so tutto degli umani. E noi saremmo i “mostri”?”
In questa parte introduci il tema ma poi non lo approfondisci, magari spiegando più nel dettaglio in che cosa consista la mostruosità umana (per noi che ne facciamo parte può apparire scontata, ma descrivere le nefandezze umane attraverso un occhio esterno avrebbe arricchito maggiormente il testo e approfondito il problema). Anche in questo senso, mi è sembrato un testo incompleto: dimostri come gli alieni non possano essere considerati dei mostri (almeno dal loro punto di vista) ma non sostieni per quali motivazioni debbano essere considerati gli umani, anzi, agli inizi sembrano quasi vittime dell’invasione e la guerra è solo una reazione e un meccanismo di difesa nei confronti di quegli alieni. Insomma, accenni solo alla questione ma non la approfondisci e non la sviluppi in maniera chiara.
È un racconto con buone idee e buoni temi, ma i secondi lasciati un po’ a sé, e i primi sminuiti dal contesto. DOvresti ampliarlo e approfondirlo, limarlo e aggiustarlo e sarebbe un racconto davvero molto interessante e grandioso.

Punti bonus: 5/5
Il testo incarna perfettamente la citazione: gli uomini sono quelli considerati dagli alieni “mostri” e per sconfiggerli diventano mostri più grandi:
“Non sono come voi mostri, io sono qualcosa di più. Più grande e potente di voi “umani”, noi siamo connessi con l’universo, voi no”.
La creatura stessa si rivelerà un mostro terrificante e all’apparenza invincibile, che nemmeno la tecnologia più avanzata è in grado di contrastare e trattenere. Mi è piaciuto molto come hai integrato perfettamente la citazione, miscelandola con il racconto e facendo in modo che lo costruisse, rendendola ben riconoscibile e chiara, subito comprensibile, riuscendo a mantenere la sua identità. Ottimo lavoro.
 
Totali: 75/100

Recensione abbinata all'iniziativa "10.000 RECENSIONI IN UN ANNO!" proposta dal gruppo Facebook "Il giardino di EFP"

Recensore Master
02/12/17, ore 14:17
Cap. 1:

Ciao^^
i punti di vista sono fondamentali, hai ragione. Noi umani vediamo tutto secondo il nostro punto di vista, ma come ci vedrebbe una creatura diversa da noi?
DM-088 fa del suo meglio per venire in contatto con gli umani, ma il suo modo di esprimersi, anche il più pacifico, è distruttivo per i suddetti, che immediatamente interpretano i suoi tentativi di comunicazione come altrettante aggressioni.
Una bella storia che spinge a pensare sui temi del relativismo culturale e della difficoltà di mettersi nei panni dell'altro, scritta con uno stle fluido e coinvolgente. Complimenti!^^