Recensioni per
Portami via
di alessandroago_94
Ciao Ale! :) |
Rieccomi! Questa volta non ho letto una tua poesia, ma un tuo racconto, incuriosito dal suo titolo. E, prima di andare nel dettaglio, ti devo dire che m'è piaciuto, ma non mi ha fatto schierare dalla parte del ragazzo totalmente. |
Ciao Alessandro^^, |
Ciao! |
Wow! Che bello! Avevo proprio ragione quando dicevo di voler leggere qualche tuo racconto! Perchè mi ha preso un sacco, dall'inizio alla fine. Subito colpisce tra l'altro la citazione di Frankie Hi-nrg. Ovviamente mi chiedo se il tutto o anche solo un po' sia autobiografico... spero di no; non sei obbligato a rispondermi. Allora, mi è piaciuto davvero come hai gestito il tutto, dalla struttura che hai dato al racconto alla sintassi e alla grammatica, che sono sicuramente buone. Ma, soprattutto, sei riuscito a catalizzare la mia attenzione per un bel po' di tempo, dato che non sono stato capace di staccare gli occhi dalla pagina nemmeno per un attimo; sicuramente il fatto che scrivi con grande semplicità, senza appesantire troppo il testo, rende il racconto più fruibile, più scarno, ma che riesce a trasmettere messaggi direttamente al cuore. Questo è sicuramente il punto di forza di questa song-fic, in cui tra l'altro dici di cimentarti per la prima volta. Anche il lessico è buono; ho gradito molto l'espressione ''sulla cresta dell'onda di un momento fittizio''; c'è un piccolo errore di battitura ''comfort'' e non 'confort''. Sei riuscito davvero ad emozionarmi, poichè, soprattutto, sei stato capace di evidenziare la personalità del protagonista al meglio, sottolineando soprattutto le sue sofferenze interiori. La rabbia, quel cinismo che affetta la società o che dalla società è affettato, l'ho potuto palpare leggendoti. C'è un po' di tristezza, tanta in realtà, una sorta di rassegnazione. Ma nella seconda parte, sembra andar via la rassegnazione e accendersi la speranza, in quel luogo che per il protagonista è tutto, è il luogo, il suo, la sua medicina per ogni male. E la scelta della canzone di Moro, che tra l'altro apprezzo molto come interpete e scrittore di testi, non può che dirsi azzeccata. E poi, il modo in cui riesci ad entrare all'interno di quei versi, rendendoli tuoi, è assolutamente magistrale. Perchè affini ancora di più la prospettiva introspettiva che andava delineandosi già prima, le riflessioni poi sono così potenti, forti, decise, implacabili... e anche così vere. Un brivido nell'ultima parte mi ha percorso la schiena, sei stato davvero bravo a dipingere quest'angolo di sofferenza. Hai curato tutto al meglio, ma soprattutto è l'emozione a pulsare sulla pagina. Un lavoro che hai scritto con passione, si vede! Ci sono davvero periodi interessanti da cui prendere spunto: la sofferenza, l'emarginazione, l'incapacità di capire il perchè si sia costretti a soffrire, l'avere un padre violento e decisamente frustrato, una madre sottomessa, l'assenza di amici e l'impossibilità di poter aver qualcuno accanto, anche solo un amico, a cui confidare i propri più intimi disagi. Mi hai trasmesso tanto... la ''scena della piantina'' è davvero triste, ma l'hai descritta sempre dipingendo un attimo e da entrambi i punti di vista, con estrema crudele delicatezza, perchè in altro modo non saprei definirla agilmente. Bravissimo, un ottimo racconto, che bisognerebbe far leggere a ragazzi e genitori e bambini, perchè si possa comprendere come davvero alcune situazioni possano essere davvero orribili, frustranti, così brutte da portare all'autolesionismo e ad altri atteggiamenti con cui ci si autodistrugge, solo perchè si è soli, dotati di una grande sensibilità, soli e diversi. Poi, l'aver voluto prendere spunto da un cantante, tra l'altro fin troppo sottovalutato per come la vedo io -poi tu hai scelto una sua canzone abbastanza conosciuta, anche perchè è la canzone con cui ha partecipato all'ultimo Sanremo- è una scelta pregevole. Spero di poter leggere altro di tuo. Un abbraccio, |
Ciao Alessandro! |