Come mio solito faccio una premessa: uso toni duri, non per cattiveria, ma perché è il mio modo di analizzare una storia. Quindi cerca di non prendertela, perché vorrebbero essere critiche costruttive, magari espresse un po’ duramente, ma non mirate a offendere.
Comincio con una delle mie frasi dure: questa non è una storia, è un elenco di fatti e avvenimenti che poteva diventare una storia, ma non lo è. È semplicistica, riduttiva e piena di incongruenze, con i personaggi che sono delle semplici macchiette, senza che vi sia una qualche minima caratterizzazione.
Già dall’incipit c’è qualcosa che non torna: “Nel villaggio della foglia non ci sarà mai pace, perché il conflitto è sempre dietro l’angolo”, quindi si da al lettore l’idea che Konoha sia un posto pericoloso (è un villaggio ninja, di sicuro non è un posto tranquillo, ma messa così sembra peggio di una zona di guerra perennemente sotto bombardamenti), ma poi vediamo Sasuke e Naruto che camminano pacifici e si fanno scherzi tra loro, come Robin Hood e Little John nel film Disney. Manca solo Urca urca tirulero intonata da Cantagallo e il quadro è completo.
Il punto è l’incongruenza tra il “luogo pericoloso” e la tranquillità (o, come diciamo a Roma, la “sciallezza”, quindi quella noncuranza tranquilla) dei due protagonisti; non c’è continuità tra le due cose e manca qualsiasi descrizione o atmosfera che permetta di comprendere i fatti e la situazione. Saresti potuta partire da Sasuke e Naruto che camminano, mostrare un loro battibecco, i pensieri, i movimenti e poi andare avanti. Non c’è bisogno di dire che in uno specifico villaggio non ci sarà mai quiete perché in primis è un assoluto (e gli assolutismi in scrittura sono completamente sbagliati), poi perché siamo in un mondo ninja, quindi un mondo dove i conflitti sono all’ordine del giorno (la pace, quindi, non è mai scontata), e ancora perché siamo in una storia. Qualsiasi struttura base di narrativa parte da una situazione d’equilibrio che poi viene rotta per cominciare la trama. Annunciando dall’inizio che il conflitto è vicino, vai ad anticipare le aspettative del lettore, facendo perdere interesse alla storia.
Andando avanti: “cade qualcosa dal cielo”. Inizialmente ho pensato a un meteorite, ma la frase di Naruto mi ha lasciato molto interdetto. Il seguito pure.
La questione è questa: ninja o meno, se qualcuno cade dal cielo a una velocità tale da risultare irriconoscibile si fa male, non si rialza subito dopo e comincia a urlare come un pazzo distruggendo tutto. Dovrebbe essere ferito, se non morto. Si rialza? Perché? Come ha fatto? Ha usato una tecnica particolare che gli ha permesso di sopravvivere? Tutte queste spiegazioni mancano e rendono il punto illogico e privo di senso, soprattutto se parliamo di Pain (a proposito: chi e quando ha detto che si chiama Pain? Viene detto dal narratore, ma i personaggi come fanno a saperlo? O non lo sanno?), che viene mostrato nel manga come un personaggio dalle forte motivazioni, oltre che calmo e pacato nel suo essere distruttivo. Qua abbiamo un pazzo urlante (e urlerei anche io se fossi caduto dal cielo, ma probabilmente per il dolore di qualche osso rotto) che comincia a distruggere tutto a casaccio. Manca un’analisi, una motivazione, un qualsiasi cosa che permetta di far capire perché sta compiendo quelle specifiche azioni. Non basta mettere il nome del personaggio per far capire un background, o chi sia. Ci vogliono descrizioni e questo vale anche per Sasuke e Naruto, che al momento si potrebbero chiamare X e Y. Non ne conosciamo l’aspetto, né il carattere, né niente. Sono due tizi che girano per un villaggio come gli allegri compagni della foresta e che vedono un altro tizio Z cadere dal cielo e, invece di intervenire, vanno a chiamare l’Hokage (anche giustamente, ma quello sta distruggendo tutto… Uno dei due che si ferma a trattenerlo mentre l’altro va ad avvisare chi di dovere? Sono due ninja, non due bambini).
Un appunto extra trama: “i due protagonisti”. Stai scrivendo un racconto, non devi specificare che sono i protagonisti, lo devi far capire dalla trama.
Tornando al punto: “l’Hokage in carica” chi è? Tsunade, Sarutobi o chi per loro? Anche qui mancano approfondimenti e descrizioni. Inoltre, “ordina a tutti di fare qualcosa”… Cosa? L’Hokage, in Naruto, è il ninja più forte del villaggio, dovrebbe essere il primo a scendere in campo, dopo aver schierato le difese, predisposta l’evacuazione dei civili da Konoha e assicuratosi dei danni. Qua si limita a dare ordini, ma non viene detto che si schiera in prima linea, o che da degli incarichi precisi. Anzi, l’immagine che arriva è che l’Hokage non sappia che pesci prendere e dica un: “Fate qualcosa, non importa cosa”.
Altro errore: il cambio di scena improvviso. Parte il fatto: cosa ci fa Hinata lì? È nell’ufficio dell’Hokage per qualche motivo? Sorvolando che è vagamente inquietante l’idea di una tizia che spunta dall’ombra e osserva Naruto, ma il fatto che sia presente vuol dire che ha sentito tutto e… Pensa a dichiararsi? Il senso delle priorità? Hinata può avere molti difetti, ma non è così stupida da dichiararsi mentre Konoha sta per essere distrutta, bloccando Naruto per dirgli che le piace. Insomma, perfino nel manga si dichiara compiendo un atto da ninja, ovvero mettendosi tra Pain e Naruto per proteggerlo. Un po’ di dignità a questa fanciulla, invece di essere messa lì tanto per far capire che Naruto è corteggiato e che a Uzumaki non gliene frega nulla di lei, va data.
Un encomio alla reazione di Naruto, che è comunque identica a quella del manga: se ne va senza rispondere. Forse è il primo punto IC della storia.
“Intanto che la guerra diventa molto aspra, nasce a poco a poco una passione tra i due amici. Loro due sempre insieme diventano come inseparabili...”
Quale guerra? Non hai parlato di alcuna guerra, ma di un tipo che ha cominciato a distruggere tutto. Non c’è stata azione, non c’è stato combattimento, non c’è stato nulla: solo un incipit di tutto, da cui potevi arrivare a raccontare una guerra, ma non lo hai fatto. “Nasce a poco a poco una passione tra i due amici”… Come? Da quando hanno cominciato a capire i reciproci sentimenti? Come si sviluppa il loro rapporto?
Ecco, il problema fondamentale della storia è questo: non c’è narrazione, non c’è un racconto, non c’è caratterizzazione, né descrizioni. Ci sono solo punti che costituiscono una breve sinossi degli avvenimenti, ma non una storia.
Ti consiglio di concentrarti molto di più sulla storia, ponendoti continue domande su come agiscono nelle situazioni, cosa pensano, cosa si dicono i personaggi e lo spazio in cui si muovono. Grammaticalmente non è scorretta, ma la trama è davvero minima, se non assente in alcuni punti e dovresti lavorarci molto di più. |