Amara familiarità è ciò che questo scritto mi evoca: un'anima incompresa racchiusa nel suo guscio (o meglio, prigione) di timori e utopie, con il desiderio di emergere eppure ancorata sul fondo del proprio mare di sogni. Un'anima silente perché ammutolita dal mondo, che è tanto grande eppure sembra non trovare un posto per lei.
Ammiro la tua forza nell'esternare questo tuo sentimento nero su bianco, in modo diretto, mediato sì da metafore ma con immediata concretezza; credo che la bellezza stia proprio in questa tua audacia, oltre che nella forma di scrittura. Complimenti, e approfitto per augurarti, seppur in ritardo, un felice anno nuovo: chissà che non sia un anno risolutivo per alcuni di noi? ;)

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