Recensioni per
विरह - Don't take away my sunshine
di Marysia Lukasiewicz

Questa storia ha ottenuto 1 recensioni.
Positive : 1
Neutre o critiche: 0


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Nuovo recensore
24/07/18, ore 23:59


Mi chiedo come questa storia non possa avere nemmeno una recensione.
No, non scherzo.

Fanculo Sebastian e quell'ingrato viziato insopportabile di Ciel.

Ho trovato questa storia di una poesia e una delicatezza struggente, mi sono sentita morire dentro.
Agni è stato fin dal primo momento il mio personaggio preferito. Il suo candore, la sua maturità e la sua gentilezza mi hanno conquistata ben prima dell'aspetto piacente. Agni e Soma sono due stelle in una storia che non conosce luce.
E ora, una di loro si è spenta per sempre.
Il loro rapporto è sempre stato difficile da descrivere. Ciel parla addirittura di baby sitting, quando per primo non sa nemmeno allacciarsi una camicia da solo, ma io non concordo minimamente con questa visione che, mio malgrado, è molto diffusa nel fandom.
Mi trovo molto d'accordo con la tua interpretazione del loro rapporto, sebbene io non ci veda la parte "romantica" (perdonami, ma non mi vengono in mente altri termini per definirla). Agni non è un citrullo che venera un dio feticcio, e Soma non è più un ragazzo convinto di avere il mondo al suo completo servizio. Sono due uomini, due amici, due esseri che non possono vivere senza l'altro. Ragionano, vivono e respirano come un unico essere, e trovo splendido questo loro rapporto.
Motivo per il quale, alla lettura di quel capitolo infame da te citato, ho pianto come una femminuccia per una nottata, prima di avere la vista annebbiata dalla voglia di andare a lanciare mattoni alle finestre della casa della Toboso.
Perchè ci sono dei momenti che non torneranno più, e forti della nostra routine troppe volte ci dimentichiamo di goderceli appieno. È come smettere di meravigliarsi di fronte ad un cielo stellato, o non avere i brividi nel sentire della musica, è come smettere di sentire il cuore battere quando vediamo il sorriso di una persona amata; non possiamo, e non vogliamo sapere se potremo godere di questi momenti per sempre, e quando il fato ce li porta via il dolore sembra impossibile da sopportare. E se al dolore ci aggiungi il senso di colpa, perché si sarebbe potuto fare di più, perché si sarebbe voluto fare di più, rimanere in vita sembra davvero la più grande delle punizioni. Tutto smette di avere senso; è come se la Terra non avesse più il suo Sole.

Adoro il modo in cui hai descritto questi momenti, e ho molto apprezzato anche il piccolo momento “fluff” fra i due nel primo capitolo, lo trovo molto in linea con questa tua visione. Il tuo modo di scrivere è molto denso e ricco di metafore, ma risulta molto piacevole e per niente pesante alla lettura. Assolutamente nulla da ridire sulla grammatica, magari qualche piccola imprecisione, ma nulla degno di menzione. Con una storia come questa, non vedo perché perdere tempo con l'analisi grammaticale. Forse per distrarmi dal mio cuore ridotto a brandelli, chissà.
Non vedo l'ora di leggere il prossimo capitolo.
Alla prossima!
Black Ink Velvet