Recensioni per
The Sound of Silence
di Le VAMP

Questa storia ha ottenuto 1 recensioni.
Positive : 1
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
03/06/18, ore 21:42

6°posto: Le Vamp - The sound of silence 78.5/100 

-Grammatica:
Ortografia 10/10
Non ho riscontrato errori di battitura o distrazione, e nemmeno orrori ortografici.
Lessico e sintassi 8/10
Alcune scelte riguardanti la punteggiatura mi hanno lasciato perplessa, più che altro perché vengono collegate frasi che, all’apparenza, andrebbero separate (per esempio: “[…] il temuto trafficatore di organi da cui era miracolosamente fuggita; inizialmente provavano tutti compassione per lei…” in questo caso, avrei separato le due frasi con una pausa più lunga, si inizia a trattare un argomento diverso, passando dai pensieri dei ragazzi nei confronti della bambina all’atteggiamento che tengono con lei); ma a parte queste suddivisioni che non sempre ho compreso, le frasi sono lunghe ed elaborate ma equilibrate e per nulla pesanti, nonostante la complessità: riuscite a distribuire bene le pause, nonostante tutto, dando un ritmo rilassato ma non noioso o sonnolento alla storia; come fossero memorie che pian piano affiorano dalla mente della bambina.
Anche il lessico, pur essendo piuttosto semplice e senza pretese, è appropriato e corretto, adatto al contesto, senza particolari volontà di sorprendere, ma nel contempo, variegato, senza ripetizioni e mai banale.

Stile: 8/10
È uno stile molto elementare ma pulito e rifinito che, a parte qualche imprecisione, scorre bene ed è molto piacevole. Nonostante la mancanza di particolari o di pretese, è uno stile che conquista proprio per la sua nitidezza e per una semplicità naturale: ogni parola è legata all’altra in modo fluido e le frasi scorrono fluentemente senza intoppi. Il fatto che non abbia nulla di particolare, però, lo rende un po’ anonimo, per quanto bello, e non si distingue da altri stili lindi, precisi ed eleganti.
-Trama:
Originalità: 6/10
È difficile giudicare una trama quando non si è ben capito cosa sia effettivamente successo, e io non so cosa è sia successo. mi è sembrata una sequenza di frammenti scollegata tra loro; forse per chi è più abituato a questo universo e ne ha già avuto a che fare ha capito qualcosa di più, ma per quanto mi riguarda non so davvero cosa sia accaduto e sono rimasta molto confusa e basita dal tutto. Non sono riuscita a capire se si trattasse di qualcosa di metaforico, come in Sucker Punch, in cui il manicomio diventa un bordello in cui le ragazze diventano delle protagoniste di videogiochi…qualcosa di molto strano che non ho ben capito, ma era tutto un prodotto della mente della protagonista, un’arma di difesa e ho pensato che anche la storia del trafficante, i ricordi e la banda fossero come la bambina immagina la loro permanenza nel manicomio…Però sono solo supposizioni e probabilmente chiederò delucidazioni riguardo questa trama a me incomprensibile. Ho messo un sei politico per il fatto che non l’abbia capita, ma che comunque deve avere un suo senso di fondo che a me è totalmente oscuro.
Coerenza: 10/10
Per coerenza intendo tanto la logicità tra le varie azioni e sequenze quanto l’inerenza con il contest e quanto richiedevo. Non ho nulla da ridire a riguardo, un po’ perché, non avendo capito la trama non so se i personaggi siano coerenti nei loro comportamenti e nelle loro scelte, comunque nella storia non accade nulla di insensato.
Per il secondo punto, invece, devo dire che avete colto nel segno, mostrando il disturbo “dall’interno” e sottolineando proprio quella difficoltà a esprimersi e la paura di farlo che ne sono il cardine. Ho trovato molto delicato e attento il modo in cui siete riuscite a rendere questo disturbo, soprattutto per il fatto che ne abbiate dato un doppio sguardo: come Eve vede il mondo e come il mondo vede Eve, avendo analizzato soprattutto i rapporti con gli altri, mostrando la sua difficoltà nell’interazione e gli espedienti che la piccola utilizza per esprimersi, come i sorrisi o i gesti. È una bambina che vede, ascolta e ragiona ma non riesce a far seguire questi pensieri all’azione, alla parola e si è percepita la sua frustrazione per questa situazione; è una presenza silenziosa, innervosente e costante, quasi come un dio che dall’alto giudica…se non fosse che lei non esprime mai giudizi, si limita a guardare e a cercare di capire.
Scorrevolezza: 8/10
Nonostante i continui salti temporali (almeno credo) e gli eventi frammentari e, probabilmente, a se stanti, la storia scorre bene, soprattutto grazie al suo stile semplice ma accattivante, scorrevole; se non fosse stato per quegli intermezzi strani e a me misteriosi, sarebbe stata una storia che sarebbe fluita fluida. L’ho letta in poco tempo, senza particolari intoppi se non quelli già segnalati.
-Personaggi:
Caratterizzazione: 8/10
Ogni personaggio ha una sua personalità che emerge non solo dalle descrizioni vere e proprie, esplicite, ma anche da gesti e parole che confermano e approfondiscono. Ciascuno di loro ha una caratterizzazione ben precisa, anche i personaggi che compaiono solo una volta, ed è molto semplice associare a essi quel tratto specifico, in modo da identificarli n fretta: Gary è il paciere, amico di tutti, ma con le sue ombre e i suoi segreti; Marilyn è la ragazzina che pare superficiale e non vuole prendere parte alle discussioni, che alterna momenti di altruismo e sensibilità ad altri di egoismo; Violet è schiva, riflessiva ma questo l’ha riempita di tensione e disperazione fino a farla esplodere. L’unica, forse, con una caratterizzazione più labile e non così lampante è proprio la protagonista, data soprattutto dal fatto che non abbia la possibilità di mostrarla agli altri. È una ragazzina che sembra persa nel suo mondo, svampita e distante, ma è invece una grande osservatrice e ascoltatrice, attenta e intelligente, comprende molte più cose, forse proprio per il fatto che non si riempie di parole e riesca a vedere l’essenza delle cose, è molto cauta, delicata, altruista e paziente ed è meraviglioso che tutto questo si veda soprattutto attraverso i suoi gesti e i suoi sorrisi, dando importanza proprio a questo genere di cose che, spesso e volentieri, viene messo in secondo piano, ma che, in realtà, sono quei dettagli che svelano la vera personalità di una persona (il famoso “linguaggio non verbale”).
Originalità: 7/10
È molto diffusa la scelta di bambini rimasti orfani che cercano di cavarsela da soli e formano “una banda” come personaggi principali di una storia; la letteratura fantasy ne è piena e gli avvenimento di questa storia non mi permettono di capire quanto il tema possa essere trattato in maniera originale e inedita: il racconto si limita a una serie di memorie (almeno da quello che ho capito) che potenziano solo la situazione tesa , di solitudine e difficoltà in cui questi bambini si trovano, in accordo con la loro condizione. L’unico elemento che può essere considerato originale è la protagonista con il suo mutismo e tutti gli altri sensi percettivi e sensibili; è una protagonista anomala, per certi aspetti, in quanto non agisce in prima persona, spesso si lascia trascinare dagli eventi e si limita a gesti piccoli, che passano inosservati; il suo ruolo principale è quello di osservare, carpire e cercare di capire, sebbene sembri sempre immersa in un mondo tutto suo, distante eppure presente. È strano leggere di un protagonista che non pare essere il protagonista e avete gestito bene anche questo aspetto.
-Gradimento personale: 6/10
Il fatto di non aver ben capito granché della storia mi ha impedito di gustarmela appieno. Ho comunque apprezzato molto il lavoro dietro la rappresentazione del disturbo, e credo che il punto della storia sia proprio insito in esso: siete riuscite a rendere alla perfezione un concetto piuttosto complesso, soprattutto per il fatto che si tratta di una difficoltà molto labile e nascosta (una persona può essere timida e riservata, non per forza autistica), sforzandovi addirittura di mostrare diversi punti di vista, sottolineando la difficoltà di relazione non solo da parte della protagonista, ma anche di tute le personalità che le stanno attorno. Ho trovato molto delicato e attento il modo in cui lo avete trattato, con quegli approcci impacciati, cauti e accennati, fatti soprattutto di sorrisi, congetture e sguardi. È un testo in cui, all’esterno domina il silenzio, ma all’interno si ha un connubio di voci, emozioni e pensieri che contrasta pesantemente con quello che viene esternato; mi è piaciuta anche questa dicotomia; ho trovato meraviglioso come la ragazzina osservi e capti tutti gli stimoli che il mondo esterno le concede, come una rete che raccoglie ogni cosa e lo rielabora.
Un altro punto forte è, prendendo in prestito un termine dalla cinematografia, la fotografia: le scene sono molto ben congegnate, suggestive e significative, ma sono fini a se stesse e rimangono solo una bella immagine senza una correlazione con quelle che la precedono e la seguono; purtroppo, mi hanno dato l’impressione di essere fotogrammi appartenenti a diversi film e scollegate tra loro: si passava da una scena all’altra in cui cambiavano i personaggi- probabilmente cambiava anche l’ambientazione- e non sono riuscita a seguire la storia, limitandomi a una lettura superficiale che, probabilmente mi ha impedito di assaporare tutto quello che aveva da dire. Questa incomprensione e questa confusione hanno influito pesantemente, in quanto, trovo difficile giudicare e apprezzare qualcosa che non ho compreso.
-Utilizzo pacchetti 7.5/10
Obbligo: 5/5: Il disturbo è stato gestito in maniera esemplare: non solo ne avete mostrato più di un lato, ma ne avete anche abbozzato una causa, un peggioramento e il rapporto che la bambina ha con lo stesso, oltre che gli atteggiamenti degli altri nei suoi confronti; un’indagine multisfaccettata e, se non completa, molto ricca e particolareggiata. A maggior ragione avete sottolineato il conflitto intrinseco tra l’universo che vortica all’interno della ragazzina e il fatto che non lo riesca a esprimere se non attraverso sorrisi o gesti impacciati. Mi è piaciuto molto questo contrasto che esterna bene il disagio che, credo, debba provare qualcuno con un disturbo simile: avere tante cose da dire ma essere impedito nel dirle; ho sentito proprio la sua sofferenza e la sua angoscia e quegli sforzi dolcissimi per lasciar trapelare almeno una minima parte.
Bonus: 2.5/5: Gli elementi sono stati inseriti ma se l’immagine e la citazione sono state un po’ fine a se stesse: sono state introdotti ma non sono stati sviluppati e non hanno avuto un ulteriore influenza nella storia o un significato particolarmente pregnante all’interno della stessa; stesso discorso vale anche per la canzone, che non ho ben capito in che modo sia stata utilizzata, che collegamento abbiano i versi che avete scelto di utilizzare e in che modo si legasse agli avvenimenti. Anch’essa mi è sembrata un po’ chiusa in se stessa e non ho ben capito come l’abbiate sfruttata all’interno della storia. Gli elementi ci sono, probabilmente hanno un collegamento e uno sviluppo all’interno della storia, ma è come stesse strizzando l’occhio a me senza che io capisca a cosa alludiate.,
-Totali: 78.5/100