Io ho sempre considerato Iruka uno dei personaggi meglio riusciti dell'intera opera: un uomo semplice, nemmeno troppo capace o con abilità particolari, che adora il suo lavoro e cerca di farlo al meglio. Inoltre, a differenza dell'intera Konoha, riesce a accettare Naruto non sia il Kyuubi, la "Volpe/mostro", ma un bambino, per giunto parecchio sfortunato e solo. L'unico che, dopo aver digerito che all'interno del biondino ci sia l'assassino dei suoi genitori, gli abbia teso concretamente una mano. Per questo, almeno per il mio parere, Iruka ha un ruolo fondamente nella vita di Naruto, e ciò è confermato dal fatto che l'Uzumaki chieda proprio al castano di fargli da padrino, e sono convinta che avrebbe fatto a gara persino con Jiraiya, se questi fosse rimasto in vita.
Ma ora lasciamo perdere le mie elucubrazioni e passiamo alla storia di per sé: il contesto di esclusione in cui hai inserito Naruto con la scena dell'altalena - ripresa perfetta, tra l'altro - e la lotta con i bulletti crea empatia nel lettore, facendo provare pena per il bambino. Sentimento che poi diventa tenerezza non appena entra in scena Iruka, che cerca di consolarlo per come può; e credo che non la scena del ramen, si raggiunga il climax di dolcezza, quasi da far dimenticare il contesto iniziale.
Adorabile la ripresa dell'inizio nella parte finale, con sfumarure decisamente più paterne e amorevoli. Il disegno di Naruto e Iruka che mangiano ramen sul divano rosso è il colpo di grazia.
La storia scorre liscia, piacevole e riesce a trasmettere le emozioni dei personaggi. Trovo anche molto azzeccato il non usare i nomi propri per le descrizioni iniziali.
Tirando le somme, credo che questa sia una più che buona storia, un missing moment dell'infanzia di Naruto, uno stralcio del suo rapporto paterno con Iruka-sensei. Ben scritto e strutturato, e che io apprezzo tanto.
Grazie per aver condiviso questa perla.
~~ ⭐ ~~ Hades approva ~~ ⭐ ~~ |
