Moribondo a comando. Una notte e basta, poi tutto passa.
Uhm, dov'è che si compra questa capacità, ché io ne avrei bisogno?
Oggi sono venuta io ad impicciarmi, ed ho fatto bene. La storia è molto carina e dolce. Mi ha fatto sorridere Camus che inizia a parlare in francese quando ne ha le tasche piene delle attenzioni di Milo (tesoro mio, piazzalo sotto una campana di vetro, fai prima), ché è vero, si ricorre alla nostra lingua madre quando i freni saltano, e i freni saltano quando amiamo e quando, appunto, litighiamo.
Milo possessivo, e giustamente preoccupato delle condizioni del compagno, fa tenerezza. Poi ti ricordi che è un marcantonio di un metro e ottanta e rotti centimetri, e la tenerezza evapora per lasciare il posto ad altri pensieri. Ehm.
Io mi schiero con Milo, da brava procrastinatrice quale io sono: hanno atteso sino al mattino, potranno anche aspettare qualche ora in più, no? Anche perché non è che puoi andare dal Sacerdote in quelle condizioni, n'est-ce pas?
A proposito: io sono in fase di revisione, e in questi momenti l'occhio cade sugli inciampi del terreno più di quanto farebbe normalmente,
perché sì, guardiamo la pagliuzza nell'occhio del vicino mentre osserviamo le travi e i pilastri che spuntano dai nostri.
A parte alcune preposizioni non corrette, ho trovato delle imprecisioni:
merci si scrive senza accento sull'ultima,
ché il francese è una lingua tronca; e malédiction in francese esiste, sissignore, ma è il maleficio, la maledizione, quello che la strega invidiosa lancia sulla Bella Addormentata ancora neonata nella culla. Per smadonnare, o anche solo per dire "mannaggia, piove!", un francese dice putain. Sì, lo so. Sono sboccati. Ma sotto quell'aura di eleganza e raffinatezza, i francesi sono fatti di sangue e vino, e quando i freni saltano, saltano per davvero!!
Alla prossima!! |